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San Giovanni Appio Latino / Via Latina

Caffarella tre anni dopo, i residenti: “Basta slogan, non è il parco della paura”

Il tentato stupro dei giorni scorsi ai danni di una giovane israeliana ha riacceso i riflettori sul problema sicurezza all'interno del parco. Ma i residenti sembrano stufi di sentir parlare di 'parco della paura' e raccontano un'altra realtà

Nel tardo pomeriggio l’atmosfera è serafica all’interno di quello che tre anni fa era considerato ‘il parco della paura’. Genitori con il passeggino, anziani, ragazzi e ragazzini, tra chi fa jogging, chi va in bici e chi sfoglia un libro o un giornale.
A pochi giorni di distanza dal tentato stupro ai danni di una giovane israeliana, nel tratto di parco che dà su via Latina il clima è molto diverso da quello che si respirava all’indomani dell’atroce violenza che fece rabbrividire l’intero paese, quando, il giorno di San Valentino, una ragazzina di 14 anni che passeggiava col fidanzato venne trascinata all’interno del parco e violentata da tre uomini.

Allora partirono raid punitivi nei confronti degli stranieri e per placare gli animi la giunta Alemanno promise di sgomberare gli insediamenti abusivi e maggiori controlli soprattutto nelle ore serali. Ma oggi i residenti sembrano insofferenti alle polemiche strillate sul problema sicurezza. Di baraccopoli di immigrati non ce ne sono, dicono i frequentatori del parco, e se ci sono non si vedono.

“A quanto ne so – afferma un signore – sono state smantellate. Certo in un parco di 13 mila ettari è anche possibile che in qualche anfratto si nasconda qualche abusivo, ma non credo sia possibile parlare di allarme sicurezza”. Nessun pericolo a passeggiare nel parco a tarda ora? “Almeno fino alle 21 c’è ancora tanta gente, anche Casal della Valcareccia (la zona in cui è avvenuta l’aggressione, ndr) è abbastanza trafficata. Ovvio che avventurarsi nel bosco di notte può essere rischioso, ma l’aggressione di venerdì è avvenuta alle 20, e se vuole la mia opinione è stato il gesto di un folle, poteva accadere anche a Villa Borghese”.

“Stanno ingigantendo tutto, come al solito – spiega una donna –  È davvero esagerato parlare di degrado; è un pur sempre un parco all’interno di una metropoli e purtroppo episodi del genere possono capitare”.
E i controlli promessi, le pattuglie, i carabinieri a cavallo? “Ogni tanto passa qualche volante, di carabinieri a cavallo non ne ho mai visti, ma poi parliamoci chiaro, cosa vuole che facciano in un parco così grande?”.

La contraddice un ragazzo: “Dopo l’episodio di tre anni fa mi è capitato di incrociarli, ma sarà un anno che non se ne vedono. Ora passa qualche volante dei carabinieri, abbastanza di rado”. Tutti insistono sull’episodio isolato, sebbene ammettano di non frequentare il parco di notte, “Restiamo al massimo fino alle 9 di sera – spiegano due ragazze a passeggio nel sentiero interessato dall'aggressione, una stradina che si perde in un boschetto – certo che qui di notte può essere pericoloso, ma perché arrivarci, neanche è illuminato”.

“Mi è capitato di venire col telescopio a guardare le stelle – dice un giovane che fa footing –  non mi sono mai addentrato nelle stradine interne ma la situazione sembrava tranquilla. A quanto mi dicono, 15 o 20 anni fa, allora sì, c’era il degrado. Qualche controllo in più non guasterebbe ma tutte queste polemiche mi sembrano solo slogan elettorali”.

Proprio pochi giorni fa Fabrizio Santori, presidente della Commissione Sicurezza di Roma Capitale, aveva parlato di lamentele per il “via vai di immigrati e nomadi che dormono nel parco, falò accesi di notte, bottiglie di birra lasciate ai margini della strada”. Da queste parti, però, sembrano più stufi dei proclami dei politici che altro.  

 

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