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San Giovanni San Giovanni / Via della Stazione Tuscolana

SCUP sotto sgombero fa il pieno di solidarietà: "Siamo noi la rigenerazione urbana"

Il rischio di sfratto "per ragioni burocratiche" sta per saltare. Resta però la possibilità di un nuovo sgombero a marzo, poichè l'area è interessata dal Re-Inventing city. Annunciata nuova mobilitazione

Attivisti, simpatizzanti, rappresentanti istituzionali, residenti. Un centinaio di persone si è recato, il 7 settembre, in via della Stazione Tuscolana. Sfidando il caldo ed i disagi causati dalle inevitabili mascherie, hanno aderito alla chiamata dello spazio sociale che, ad inizio mese, ha fatto sapere di essere sotto sfratto.

Una conferenza stampa contro lo sfratto

SCUP deve, per l’ennesima volta, affrontare il rischio di uno sgombero. “Sarebbe il quarto in nove anni”, hanno spiegato le coordinatrici di una conferenza stampa molto partecipata. Questa volta la richiesta di consegnare le chiavi, arrivata da RFI. L'azienda, nemmeno due anni prima, aveva affidato in comodato gratuito quegli spazi. Adesso, secondo il messaggio che era trapelato, li vorrebbe indietro “per motivi burocratici” avevano spiegato gli attivisti lanciando l’iniziativa del 7.

Cos'è SCUP

SCUP, acronimo di Scuola e Cultura Popolare, nascein via Nola 5, nella zona di San Giovanni, in uno stabile rimasto per molti anni abbandonato. Lì nel 2012 alcuni attivisti, partendo dalla considerazione che nel quadrante le attività sportive, culturali e sociali erano demandate solo all’iniziativa di privati, avevano deciso di creare uno spazio sociale. Un luogo dove erogare servizi, dal corso di boxe alla ginnastica posturale, per fare solo due esempi, a costi molto contenuti. Costretti a lasciare quegli spazi, nonostante la solidarietà espressa ad ogni livello istituzionale, gli attivisti hanno ripiegato sui depositi inutilizzata da RFI in via della stazione Tuscolana 82,84. Dal dicembre 2018 quei locali, al cui interno continuano a svolgersi corsi sportivi, attività culturali e l’ormai storico mercatino a km zero EcoSolPop, sono stati concessi in comodato d’uso a SCUP. Ed è lì che si è svolta la conferenza stampa del 7 settembre.

L'intoppo burocratico 

Quali sono stati i motivi burocratici alla base della richiesta di riconsegna dei locali di via della stazione Tuscolana? Prosaicamente, non era stata  presentata la CILA in sanatoria per alcuni lavori svolti all'interno dei capannoni nel periodo precedente al comodato.  SCUP avrebbe dovuto depositare  quella pratica edilizia entro 18 mesi dalla firma del contratto. “Ci manca un documento, e cioè l'ultimo progetto relativo agli stabili depositato al dipartimento di urbanistica”. Ma anche a causa della chiusura degli uffici amministrativi, avvenuta per effetto del nuovo Coronavirus, quel documento non è stato ancora ottenuto. E per questo è stata chiesta una proroga che però non è arrivata. E di conseguenza è arrivata la richiesta di riconsegnare i locali che, dall’occupazione in poi, sono stati riqualificati.

L'interlocuzione del Municipio VII

A poche ore dalla conferenza stampa, è arrivata però una schiarita. Se n’è fatta portavoce la presidente del Municipio VII che, avvertendo SCUP con una lettera, ha spiegato di aver “interloquito con RFI che - ha spiegato la minisindaca Monica Lozzi - ci  ha fornito garanzia che sta lavorando in direzione d’ una proroga per la consegna della documentazione da voi richiesta”.

L'altro temuto sgombero

Il rischio di dover lasciare quello spazio, con la proroga, è però soltanto rimandato. Com’è stato ricordato in occasione della conferenza stampa, tra meno di un anno, il problema è destinato a ripresentarsi. E non certo a causa di una pratica edilizia.  “A marzo del 2021 dovremo affrontare l’ennesimo sgombero” hanno spiegato Gaia e Chiara di SCUP. Eppure, com’è stato ricordato nel corso della mattinata da semplici cittadini e rappresentanti istituzionali, in quei locali, protagonisti d’un progetto di Re-Inventing Cities, la rigenerazione è già partita da tempo.

Un quadrante già rigenerato

“Qui c’è stato un prima ed un dopo in questa strada. Prima che vi approdasse SCUP, se una donna voleva andare a correre, doveva cambiare marciapiede o addirittura cercare” ha raccontato la consigliera regionale Marta Bonafoni. Il lavoro di cinque anni (SCUP è arrivato lì nel 2015) ha però permessoad un luogo degradato, “un punto nero in questo quartiere” di trasformarsi. Al suo interno, com’è stato testimoniato, vengono accolte persone con autismo che “qui fanno attività e trovano amici e protezione in un ambiente che non li emargina” ha spiegato Aldina, madre di Elena, una ragazza autistica. All’interno di quegli spazi, oggi riqualificati, è stato creato un mercato a chilometro zero i cui clienti acquistano prodotti come quelli che lavora la cooperativa Barikamà. I suoi lavoratori sono intervenuti per manifestare la propria solidarietà a SCUP. Insieme ad altre realtà che operano nel territorio,ed rappresentanti istituzionali come il minisindaco Ciaccheri l’assessore municipale Raimo.

SCUP e Re-inventing cities

L’intenzione di RFI di concedere la proroga richiesta, per ora conosciuta solo col tramite del Municipio VII, non ha quindi dissipato i dubbi. Gli attivisti, i frequentatori ed i simpatizzanti di SCUP guardano infatti con terrore al futuro. Il rischio d’uno sgombero è solo rinviato perchè, su via della Stazione Tuscolana, pende il proposito di una riqualificazione che non li ha coinvolti. “Abbiamo anche provato a stare alle loro regole, partecipando al Re-inventing cities. Ma per stare qui servono 25mila euro al mese, e chi ce l’ha una cifra simile?” hanno spiegato le portavoci, il cui progetto di riqualificazione non è stato ammesso.

"È una lottizzazione del demanio, un escamotage del Comune per delegare la gestione della città, lasciando tutto nelle mani dei privati senza badare a chi e' gia' opera. Si tratta di una strategia per ottenere un variante del piano regolatore modificando le aree dedicate a verde e servizi pubblici, in aree a destinazione commerciale e residenziale" hanno sottolienato gli attivisti.

La rigenerazione dal basso

E poichè in via della stazione Tuscolana, come si leggeva in alcuni cartelli lasciati sulle poltroncine “la rigenerazione urbana siamo noi”, è stato pensato un altro appuntamento. il 12 settembre, per chiedere un tavolo con Regione, Comune, Municipio ed RFI, con cui costruire una “piattaforma sociale”. E tramite questa, anche la possibilità d’una permanenza di SCUP in quei padiglioni.

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