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“L’Almone non è una fogna”: cittadini pressano Zingaretti in difesa del fiume

All'indirizzo del governatore la richiesta d'intervenire prima di rassegnare le dimissioni

Un ultimo appello a Zingaretti in difesa del fiume Almone. Per rilanciare le sorti del corso d’acqua che era caro agli antichi romani, è stata lanciata una nuova iniziativa.

L'appello a Zingaretti

Su input del comitato per la Caffarella, i cittadini che hanno a cuore le sorti del prezioso polmone verde, stanno inviando delle email all’indirizzo del governatore del Lazio. Il motivo è molto semplice. “Chiediamo di inserire immediatamente l’Almone nell’elenco dei fiumi regionali. Prima, quindi, che il governatore rassegni le dimissioni” ha spiegato Rossella De Stefani, presidente dall’associazione di volontariato “Comitato per il parco della Caffarella”.

L’urgenza è data dalle dimissioni ma anche dal prossimo passaggio in consiglio regionale di una proposta di legge che è stata già approvata (la 346/2022). E’ stata già sottoscritta, lo scorso 7 ottobre, dalla giunta Zingaretti. Prevede il trasferimento di alcune competenze, dalla regione al Comune, anche in materia ambientale. “Con l’approvazione di quel documento, il Comune finirà per prendere in consegna anche l’Almone. Che però, oggi, non è riconosciuto come un fiume” fanno sapere dal “Comitato per il parco della Caffarella”.

Inserire l'Almone nell'elenco dei fiumi del Lazio

Nell’elenco dei fiumi che, nell’ambito della provincia di Roma, vengono monitorati dall’Arpa Lazio, figurano il Tevere, l’Aniene, il Mignone, l’Arrone. Non c’è però l’Almone. Da qui la richiesta dei cittadini che stanno scrivendo a Zingaretti, per chiedere d'inserirlo nell’elenco dei fiumi regionali. “L’Almone non è una fogna, ma il fiume del parco dei Castelli Romani e del parco dell’Appia Antica e la regione, con la risoluzione 123 del 2019, si era impegnata  a inserire questo fiume fra quelli da manutenere” ha ricordato Rossana De Stefani. Farlo ora, prima della fine della consiliatura, significherebbe coronare anche 15 anni di iniziative che i volontari, tra raccolte firme, stesure di libri, e iniziative pubbliche, stanno organizzando in difesa del corso d’acqua.

Il monitoraggio ed il controllo degli scarichi

Introdurre l’Almone nell’elenco dei fiumi regionali, significa renderlo oggetto dei ciclici monitoraggi che Arpa Lazio effettua sulla qualità delle acque. Per ora il fiume che attraversa il parco della Caffarella è stato analizzato solo in sporadiche circostanze e con alterni risultati. Un controllo costante consentirebbe invece di avere un quadro più chiaro, in vista di successivi interventi di salvaguardia e valorizzazione. Non solo.

C’è anche un altro obiettivo che gli attivisti del comitato perseguono. “L’ex provincia, negli anni, ha autorizzato una serie di scarichi fognari nell’Almone, pari a circa 4,5 milioni di metri cubi all’anno. La normativa però prevede che, nei fiumi, gli scarichi autorizzati debbano essere controllati” ha spiegato Roberto Federici. A quel punto sarebbe facile intercettare anche l’origine di quelle concentrazioni fecali che, l’ultima rilevazione eseguita, ha mostrato essere presenti in grandi quantità. Monitoraggi costanti e controlli sugli scarichi, segnerebbero il passo in avanti definitivo nel rilancio di un corso d'acqua a cui, centinaia di cittadini, dimostrano di tenere particolarmente. Un passo in avanti promesso ed in parte realizzato. Ma mai portato a completamento.

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