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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Via Albalonga: è tornata la luce ma si brancola ancora nel buio

Rimane aperta la lunga vicenda che vede la protesta dei no-PUP per l'abbandono del cantiere per la costruzione del parcheggio multipiano

Tra dicembre e gennaio scorso, i residenti di Via Albalonga sono rimasti per più di un mese al buio fino a quando, dopo tutta una serie di (vani) esposti all' ACEA e mancati interventi da parte degli uffici del Comune e del Municipio, un cittadino ha provveduto personalmente a risolvere il guasto elettrico, armeggiando in prima persona con i cavi e la centralina dell'impianto. L'iniziativa dell'anonimo presunto tecnico, per quanto pericolosa e assolutamente illegale, ha però alle spalle una esasperata e minimamente comprensibile giustificazione. Il motivo per il quale tutta la strada si trovasse infatti senza luce, causando così oltre al disagio dei residenti anche un grave pericolo per i passanti e per la circolazione stradale, è in realtà solo una nota all'interno di una vicenda ben più lunga e complicata.

LA VICENDA - Tutto è cominciato due anni fa, quando vennero avviati i lavori per la costruzione di un parcheggio sotteraneo ad opera dell'impresa "Del Sole e Del Mare" guidata da Michele Di Veroli, coinvolto in quello stesso anno nell'inchiesta legata all'ex presidente di Confcommercio Pambianchi. I membri del Comitato di Via Albalonga, insospettiti, chiesero a due ingegneri bolognesi, Fiorenzo e Tiziano Meneghetti, di fare delle valutazioni su tutti i rischi possibili legati alla concreta realizzazione dei lavori. Gli esperti, pagati circa 30.000 euro direttamente dagli stessi residenti della via, diedero il loro responso dichiarando una forte perplessità nonchè "preoccupazione per le falde acquifere medio-superficiali",  la "mancanza assoluta di un rilievo geometrico sistematico del paramento fondale su ciascun edificio", e la "mancanza di una relazione geotecnica e geologica dettagliata". E anche senza l'ufficiale parare degli ingegneri, agli occhi dei cittadini era già da tempo evidente il terreno di riporto della via e gli edifici costruiti non col cemento ma a pozzi e barulle.

LE PROTESTE - Il parcheggio, a maggior ragione, non s'ha da fare, ma i lavori sono già iniziati, il cantiere già aperto, i secolari alberi a contorno della storica via romana già abbattutti. Seguono allora numerosi incontri e scambi di lettere tra i residenti e i vari rappresentanti di Roma Capitale, ottenendo solo qualche sollecito nei confronti dell'azienda edilizia a una maggiore cura della sicurezza del sito e alla disposizione di alcune strutture di monitoraggio per la falda acquifera e per tutti i fabbricati coinvolti. Mentre la società "Del Sole e del Mare" fallisce, delegando la concessione dei lavori alla sopraggiunta "Ramaso Srl" (con la sospetta stessa sede legale della precedente azienda), le proteste aumentano fino all'intervento del Municipio che, alla fine del 2011, sospende per far poi cessare i lavori.

LA SITUAZIONE ATTUALE - Arriviamo così ai giorni nostri, nella surreale situazione in cui per la rimozione del cantiere occorre (ancora una volta) l'intervento del Municipio, ma per far sì che questo avvenga c'è bisogno che arrivino i soldi incassati dal Comune di Roma per la fideiussione dell'originaria società di edilizia. Oltre all'intoppo burocratico, si aggiunge poi il fatto che il cantiere vige in uno stato di assoluto degrado, con accumuli di rifiuti sparsi un pò ovunque, il problema dell'illuminazione pubblica compromessa e la strada non ancora ripristinata. Il Comitato punta il dito contro il Comune e il Piano Urbano Parcheggi, riscontrando "l'ennesima prova che questo PUP, trascinantesi da vent'anni, fa acqua da tutte le parti" e che "non è più rimandabile la revisione dello Schema di Convenzione per la Concessione del diritto di Superficie, che da anni il nostro Coordinamento chiede e propone, inascoltato."

"Neppure l'intervento del sindaco Alemanno, che lo scorso luglio alzava le mani e prometteva a breve la risoluzione della questione, ha poi di fatto sfondato il muro della totale assenza di iniziative e la non curanza da parte della pubblica amministrazione nei confronti delle condizioni dei cittadini" ci racconta Monica De Pinto del IX Municipio, per Cambiare Davvero. "Alcuni di loro si sono fatti promotori di un esposto con la descrizione dettagliata del cantiere e della strada, firmato e consegnato poi alle autorità competenti. Altri, esausti ed esasperati, hanno anche più volte chiesto l'intervento dell'Ama per lo sgombero almeno della spazzatura in eccesso ma che tuttavia, trovandosi all'interno delle transenne, risulta di fatto di esclusiva competenza comunale".
 

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