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Caffarella, pressing dei cittadini sull’ampliamento del parco: “Vogliamo i 14 ettari già espropriati”

Domenica 15 novembre il comitato per la Caffarella ha lanciato una visita guidata sui terreni espropriati che consentirebbero l’allargamento del parco. Sono ancora in mano ai privati. Rossana De Stefani (Presidente comitato): “Siamo stufi di pazientare”

Una visita guidata a ridosso delle aree che, il Comune di Roma, ha espropriato e mai recuperato. Il Comitato per il parco della Caffarella, ha deciso di far ripartire il pressing sul Campidoglio. Alzando il tiro.

La visita guidata

Dopo aver partecipato a commissioni ed incontri, aver raccolto firme ed inviato email, i tanti estimatori del polmone verde dell’Appio Latino hanno pensato di organizzare un sopralluogo sul campo. Un forma per conoscere da vicino quelle bellezze che restano precluse ai cittadini. E che mortificano il sogno di riuscire ad ampliare il parco, aprendo al pubblico zone che, di fatto, già da molto tempo sono state acquisite al patrimonio comunale.

Espropri vecchi di 15 anni

Domenica 15 novembre, con mascherine e con la precauzione di restare opportunamente distanziati, i soci ed i simpatizzanti del Comitato si sono dati appuntamento alle ore 10 alla Casa del Parco. Da lì si muoveranno in direzione dell’Appia Antica. Per “fare il punto” della situazione relativa alle aree che il Comune ha espropriato nel 2005. Ma che per 15 anni ha lasciato, con la formula della “detenzione precaria”, ai vecchi proprietari. Con il risultato che, queste aree sono rimaste chiuse al pubblico.

La piccola Pompei sotto l'Appia Antica

Stanchi di aspettare

“L’Assessora all’ambiente Laura Fiorini ci ha assicurato notizie positive entro novembre per quanto riguarda gli sgomberi dei 14 ettari della Caffarella con accesso da via Appia Antica”ha spiegato Rossana De Stefani, presidente del Comitato. Le superfici espropriate nel 2005, secondo le stime più recenti dello stesso comitato, non si limitano agli 11 ettari inizialmente calcolati. Cosa che, evidentemente, alimentare il rammarico. “Intanto tutti gli occupanti hanno perso i ricorsi al TAR. Noi poi non smettiamo di premere per gli sgomberi, non siamo pessimisti anche se stufi di aver pazienza” ha dichiarato De Stefani.

Le aree da recuperare

Nel computo dei 14 ettari espropriati nel 2005, ci sono aree di pregio, tanto sul piano naturalistico quanto su quello archeologico. In uno dei siti già espropriati, ma lasciati in mano ai privati, è ad esempio il sepolcro di Geta: si tratta del figlio dell'imperatore Settimio Severo assassinato da Caracalla nel 212 d.C.  Un manufatto che ancora oggi, insieme ad altri 110mila metri quadrati, resta del tutto inaccessibile al pubblico. Sul piano naturalistico, invece, le zone su cui è previsto l’ampliamento includono un laghetto e la zona umida dell’Acquataccio.

La chiusura del cerchio

Il Campidoglio ha recentemente firmato una delibera che consente di destinare 1,6 milioni di euro al parco. Serviranno per sistemare panchine, sentieri, tavoli da pic-nic, aree ludiche. Era un obiettivo che, il Comitato per la Caffarella, perseguiva dai tempi dell'amministrazione Alemanno. Per riuscire a chiudere il cerchio sul prezioso polmone verde, occorre però sbloccare la partita sulle riacquisizioni delle aree. Solo a quel punto gli sforzi che da molti anni i cittadini stanno mettendo in campo, per valorizzare il parco, potranno dirsi davvero conclusi. 

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