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Venerdì, 19 Aprile 2024
Appio Latino Ardeatino / Via Appia Antica

Caffarella, il Campidoglio si sveglia e reclama gli undici ettari per allargare il parco

Commissione congiunta sul destino degli 11 ettari espropriati e da quasi 10 anni lasciati in detenzione agli ex proprietari. I Dipartimenti capitolini hanno ricevuto il via libera per recuperare queste aree, da annettere al parco della Caffarella

Ci sono 11 ettari tra via dell’Appia Antica ed il fiume Almone che il Comune vuole riprendersi. Si tratta di una superficie  di grande pregio archeologico e naturalistico che consentirebbe di completare l’ampliamento del Parco della Caffarella. Permetterebbe, quindi, di concludere un’operazione avviata dal Sindaco Rutelli nel lontano 1998 e proseguita da Walter Veltroni.  Gli espropri realizzati per un totale di 110 ettari, non hanno portato al Comune tutte le superfici attese. All’appello, ha scoperto  il Comitato Parco della Caffarella,  mancano infatti ancora  11 ettari.

GLI UNDICI ETTARI - Le aree su cui si sono riaccesi i riflettori, sono quelle dove si trova la zona del laghetto, il sepolcro di Geta, l’Acquataccio. Siamo tra il primo ed il secondo miglio dell’Appia Antica. Un posto dove, secondo l’archeologa Dubbini, è presente il santuario di Marte Gradivo. Scavando, quindi, si potrebbe trovare “Una piccola Pompei”. Ebbene su tutte queste aree, per nove anni, è calato l’oblio. Perché il Comune di Roma, dopo averle espropriate nel 2007, le ha lasciate in “detenzione precaria” agli ex proprietari. Che ne hanno approfittato per sviluppare attività commerciali, senza pagare alcuna forma di affitto al Campidoglio. La novità è che grazie al lavoro del Comitato, il Comune è tornato ad interessarsi della vicenda.

LA NOVITA' - In una seduta congiunta della Commissione Ambiente e Patrimonio svoltasi martedì 6 dicembre, i Dipartimenti capitolini interessati da questi espropri, hanno chiarito qual è stato il vulnus dell’operazione. Gli 11 ettari espropriati e lasciati in detenzione precaria egli ex proprietari non sono più stati rivendicati, perchè “è mancato l’indirizzo politico”. Im altre parole quei terreni sono stati dimenticati dall’amministrazione comunale.  Ed anche dai Dipartimenti che sono tornati ad occuparsene soltanto il 2 dicembre. Dopo gli articoli di stampa con cui, Romatoday, ha dato spazio alle denunce del Comitato. “Adesso l’input è palese – ha concluso la sedeta il Presidente della Commissione ambiente – perchè abbiamo dato chiaramente l’indirizzo politico”. Il prossimo tavolo tecnico, fissato per il 12 dicembre, dovrà necessariamente tenerne conto: il Comune vuole restituire gli 11 ettari, già pagati, al parco. E la richiesta di rientrare dei beni, che in quanto oggetto di una “detenzione precaria” devono essere “riconsegnati bonariamente”, sarà conseguente.

SCENARI FUTURI - Poi si porrà il tema , sollevato tra gli altri dal Consigliere Pietro Calabrese (M5s) di “come fare per  valorizzare i beni” una volta che siano stati riacquisiti. La risposta l’ha fornita  la Presidente dell’Ente Parco: “E’ importante che venga risuscitato il progetto di riqualificazione delle ville storiche, in modo che parallelamente alla presa in possesso di questi beni, si possa procedere a riqualificarli”. Le risorse, secondo il Comitato della Caffarella, sono cospicue: sul piatto c’è un milione di euro.

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