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Alberone, storia di una speculazione: il mercato è una chimera. Ecco perché

Due anni fa l'inaugurazione del centro Commerciale nell'ex Stefer. In cambio un mercato per il quartiere che, nel corto circuito politico amministrativo, rimane lettera morta

Tempi incerti. Le difficoltà di comunicazione tra la componente politica e  quella amministrativa hanno ingenerato un corto circuito. A farne le spese in questo caso sono i residenti dell’Alberone che, da 25 anni, attendono il trasferimento del mercato. Uno spostamento del quale si è tornati a discutere in occasione di una  Commissione lavori pubblici, svoltasi giovedì 16 febbraio. Una seduta utile per mettere intorno al tavolo cittadini, politici, amministrativi e presidenti di altre commissioni capitoline. Un appuntamento che ha consentito di ragionare anche sulla destinazione degli spazi pubblici dell’ex Stefer.

IN ATTESA DELL'ORGANO PROPEDEUTICO - Sul mercato, dopo l’ultima variante approvata anche in Conferenza dei servizi, si attende la nomina di un collegio di vigilanza. “E’ un organo propedeutico, il cui parere è necessario” è stato fatto notare da uno dei dirigenti capitolini presenti. Ma la sua nomina, nonostante la “riqualificazione” dell’ex Stefer abbia iniziato il suo iter dal 1995, deve passare per un’ordinanza sindacale. Il dipartimento Pau (programmazzione e attuazione urbanistica) sostiene di averla preparata e girata a Raggi. La Presidente della Commissione urbanistica replica che la Sindaca l’ha firmata già a dicembre. Ma al dipartimento, evidentemente non è tornata indietro. E quindi niente nomina dell’organo propedeutico.

LA CASA DI CRISTALLO - La seduta è andata avanti tutta sullo stesso leit motiv. Documenti che si perdono nel passaggio dal livello politico a quello amministrativo e viceversa. Come la memoria di giunta con cui il Municipio ha indicato l’utilizzo degli 800 metri quadrati a disposizione del pubblico. "E’ sul sito del Municipio – fa sapere il Comitato di Quartiere – è da lì che l’abbiamo presa” ma agli uffici non è arrivata.  “Ogni informazione ce la dobbiamo andare a recuperare da soli” lamenta Adriana Velardi, presidente del Comitato di quartiere “il Comune doveva essere una casa di cristallo, ma non abbiamo questa sensazione". Ovviamente non da oggi, visto che è dal 95 che la vicenda dell’ex Stefer si protrae.

RESIDENTI PENALIZZATI - I cittadini sono quelli che restano ai margini delle scelte che sembrano sfuggire ad ogni logica. Il centro commerciale Happio è stato realizzato anche dietro la promessa di regalare al mercato (e quindi al quartiere tutto) una nuova sede. Ma i banchi ad oggi, due anni dopo l'inaugurazione del centro commerciale, sono ancora su sede stradale. E al danno si aggiunge la beffa:  gli spazi dedicati al pubblico restano chiusi, i parcheggi continuano ad essere gestiti dal privato e “i cittadini non hanno avuto nulla da quest’operazione” ricorda la presidente del Comitato di Quartiere, preoccupata anche per le modifiche alla viabilità annunciate su via Vannucci. Disagi che si vanno a sommare a quelli causati dalle operazioni di scarico e scarico del centro commerciale, che continuano ad avvenire per strada, con intuibili ripercussioni sul traffico.

TEMPI INCERTI - In attesa che la macchina amministrativa e quella politica si allineino, il mercato resta quindi al suo posto. E nei mille metri quadrati non ci andrà la biblioteca pubblica, che i residenti stavano chiedendo.  Neppure la palestra che era stata progettata in un primo momento, scartata dal Comitato di Quartiere perché, nella zona “c’è una palestra praticamente in ogni via”. Al suo posto, come stabilito con la memoria di giunta municipale ancora non recepita dalla componente tecnica, ci saranno “start-up in modalità coworking” e molto altro. Quando? Difficile quantificare i tempi. Serviranno comunque due bandi di gara. Ma ancor prima, come la Presidente di Commissione Agnello ha sottolineato, bisogna migliorare la comunicazione. Provando a migliorare anche la trasparenza, in modo da favorire le richieste e le segnalazioni dei cittadini. Insomma, prima dello spostamento del mercato, serve creare quella casa di vetro di cui parlava il Comitato di Quartiere.
 

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