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"Lo chef dei poveri" è sotto sfratto: a rischio i pasti per 700 persone

Quindici giorni di tempo per lasciare le cucine

Grazie ai cibi invenduti, donati da commercianti o da catene alimentari, la ONLUS RomAmor prepara ogni settimana pasti per 700 persone. La distribuzione avviene soprattutto a ridosso delle stazioni Tuscolana e Ostiense e, di recente, anche a San Pietro. L'iniziativa, pensata dallo "chef dei poveri" Dino Impagliazzo, è minacciata dalla possibilità che, la sua associazione, venga sgomberata dall'attuale sede di via dei Narni.

Una richiesta d'aiuto

“E' chiaro che a qualcuno ha dato fastidio il fatto che prepariamo da mangiare a dei poveri e così abbiamo 15 giorni per chiudere tutto – ha spiegato Dino Impagliazzo – chiediamo a Dio, a qualche anima buona o alle Istituzioni di aiutarci a trovare un locale adito ad uso cucine, possibilmente in una zona centrale o semicentrale, affinchè possiamo cucinare e portare i pasti ai senzatetto presso le stazioni Tuscolana e Ostiense nel giro di pochi munuti, senza che questi si freddino”.

Un rischio concreto

Impagliazzo, 88 anni a maggio, è il fondatore della ONLUS RomAmor ed è il padre del professor Marco Impagliazzo, attuale presidente della comunità  di Sant'Egidio. Grazie allo "chef dei poveri", negli ultimi 12 anni sono state aiutate migliaia di persone. Un'esperienza che, con la chiusura della cucina di via Narni 19, rischia di sparire. A meno che non venga indivudato, come richiesto dall'ultraottantenne, un altro locale dove preparare i pasti. Possibilmente subito, perchè a pagare le conseguenze dell'interruzione del servizio, sarebbero le persone più indigenti della Capitale.

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