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Parco della Caffarella, mille cittadini scrivono alla Sindaca: “Bisogna sgomberare i 14 ettari già espropriati”

Inviata in Campidoglio una petizione firmata da 1075 cittadini: pressano il Comune per ottenere l’ampliamento del parco della Caffarella

Non è la prima raccolta firme che il Comitato per il Parco della Caffarella organizza. Ma è sicuramente quella che ha riscosso la partecipazione più ampia. A testimoniare  quanto sia ormai avvertito, tra la cittadinanza, il desiderio di veder ampliare la superficie del prezioso polmone verde, sono arrivate 1075 firme. Le hanno apposte i romani che chiedono, all’amministrazione capitolina, di riprendere gli interventi di riacquisizione di beni e superfici che sono già di proprietà comunale. Non da oggi. Si tratta infatti di terreni che sono già stati espropriati nel 2005 ma che da allora sono stati lasciati in detenzione ai loro vecchi proprietari.

Le aree da recuperare

Nel complesso le aree che l’amministrazione dovrebbe recuperare e destinare all’ampliamento del parco della Caffarella, si aggirano intorno ai 14 ettari. La maggior parte di queste affaccia sull’Appia Antica e comprendono beni dall’alto valore archeologico, com’è nel caso del sepolcro di Geta, la tomba destinata al figlio dell'imperatore Settimio Severo assassinato da Caracalla nel 212 d.C. Nelle aree che si chiede di recuperare era stato edificato in epoca romana anche il tempio di Marte Gradivo. Sul piano naturalistico vale invece la pena sottolineare che, tra le superfici che dovrebbero essere annesse al parco, c’è anche la zona umida dell’Acquataccio.

Il costante pressing dei cittadini

“Questa amministrazione nel 2016, dopo una riunione congiunta delle Commissioni Ambiente e Patrimonio, ha istituito un Tavolo Interdipartimentale per la fruizione pubblica di queste aree” ha spiegato Rossana De Stefani, la presidente del Comitato per la Caffarella. Tuttavia l’attività di questo tavolo, a dimostrazione del costante pressing dei cittadini, è “ripresa solo dopo la presentazione di un’interrogazione d’iniziativa popolare”, in quel caso sottoscritta da 500 romani.

La decisione di restituire i beni già espropriati, ha però avviato un contenzioso legale. Gli ex proprietari si sono infatti appellati al Tribunale amministrativo del Lazio tuttavia, ha ricordato De Stefani “hanno perso il loro ricorso al TAR”. La decisione del giudice ha spinto l'amministrazione, nel luglio del 2019, a riprendere l'inizaitiva, stilando un calendario di interventi finalizzati al recupero dei terreni e dei beni presenti.

Sgomberi fermi da un anno

A dispetto delle premesse queste operazioni hanno sortito scarsi risultati visto che, ha ricordato la presidente del Comitato “il 30 ottobre 2019 è stato effettuato lo sgombero parziale soltanto del sito di via Appia Antica 43-45”. I cittadini chiedono pertanto di far ripartire l’acquisizione di beni che sono stati espropriati ormai 15 anni fa. Serviranno a coronare il sogno di molti romani: allargare i confini della Caffarella.
 

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