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A Tor di Quinto abbandono, buio e pericoli: a nove anni dal delitto Reggiani nulla è cambiato

Ieri la commemorazione della donna violentata e massacrata nel 2007. Nell'area della stazione torna l'allarme sicurezza: "Illuminazione scarsa, niente bus e colonnine SOS malandate"

Sono passati nove anni dall'omicidio di Giovanna Reggiani, la donna violentata e massacrata dopo che, scesa alla stazione di Tor di Quinto, percorreva la via verso casa. Un delitto efferato per il quale Romulus Nicolae Mailat, all'epoca 24enne abitante di una vicina baraccopoli, è stato condannato all'ergastolo.

A nove anni di distanza la consueta commemorazione sul luogo del crimine con la deposizione di una corona di fiori e il raccoglimento da parte di esponenti politici, presenti Azione Nazionale e Fratelli d'Italia; delle forze dell'ordine e della comunità romena. 

BUIO E ISOLAMENTO - Una cerimonia che quest'anno riaccende i riflettori sulla questione sicurezza di quel sito sprofondato nuovamente nel buio più totale e nell'isolamento: "Una situazione assolutamente preoccupante" - ha sottolineato a margine della commemorazione l'ex Sindaco di Roma, Gianni Alemanno, evidenziando come in tale area siano sopravvissute solo quelle due colonnine SOS che la sua amministrazione aveva installato all'inizio del mandato. 

Stazione Tor di Quinto: a nove anni da delitto Reggiani "nulla è cambiato"

BUS SOSPESO - "L'illuminazione sull'unica strada di accesso alla stazione è di nuovo molto carente" - ha fatto notare Alemanno evidenziando anche la sospensione, avvenuta mesi fa, della navetta 332 istituita proprio all'indomani del delitto Reggiani. "Credo che oggi si debba lanciare un grido di allarme sulla situazione che sta tornando pericolosa e incontrollabile come un tempo. Non dimenticare la signora Reggiani deve servire anche a evitare in futuro nuove gravi violenze contro le donne" - ha concluso l'ex Primo Cittadino. 

SOPRAVVIVONO SOLO DUE COLONNINE SOS - Una linea di pensiero condivisa anche da Giorgio Mori e Fabrizio Ghera di Fratelli d'Italia: "Lo stretto budello di strada che connette Via Flaminia alla Stazione di Tor di Quinto non è mai stato allargato. Le colonnine SOS che sono state collocate nel 2008 nelle vicinanze del luogo della tragedia appaiono abbandonate e prive di manutenzione come l’intero percorso per arrivare alla stazione. Si tratta di un percorso che deve essere affrontato completamente a piedi di giorno e di notte  in quanto il bus 332 non ferma più presso la Stazione da circa sei mesi. Una imbarazzante scritta ingiallita sulla fermata recita 'fermata temporaneamente sospesa'. Ma neppure il bus 32 ferma più da tempo presso la rotatoria di Via Camposampiero" - hanno detto i due puntando pure il dito sulla nuova Stazione di Vigna Clara che a breve, almeno così era nei programmi, aprirà i battenti nel quartiere del Municipio XV. 

STAZIONE VIGNA CLARA - "L’ennesima cattedrale nel deserto: un capolinea di una ferrovia mai terminata, i cui lavori furono sospesi trenta anni prima, anche oggi nelle adiacenze di una serie di insediamenti abusivi, senza prevedere alcun parcheggio di interscambio, senza prevedere alcun reale collegamento alla rete esistente, senza alcun criterio.  Non si è appreso nulla dagli errori commessi. Noi siamo preoccupati - hanno concluso Ghera e Mori - i cittadini sono delusi". 

RIPRISTINARE FRUIBILITA' IN SICUREZZA - Intanto sull'abbandono della Stazione di Tor di Quinto e dintorni a breve sarà presentata un'interrogazione in via Flaminia 872: "Occorre fare luce su questa situazione inaccettabile" - ha infatti evidenziato la consigliera del Quindicesimo Isabella Foglietta chiedendo che si ripristini al più presto la fruibilità in sicurezza di quell'area. 
 

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