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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Sgombero River, le maestre dei minori rom: "A rischio studio e inclusione"

Lettera aperta di docenti ed ex docenti dell'IC Castelseprio: "Sgombero senza alternative credibili richia di vanificare lavoro di anni"

Al Camping River, il campo rom di via della Tenuta Piccirilli, prosegue la demolizione dei moduli abitativi e l'allontanamento delle famiglie dall'ex villaggio della solidarietà. 

Al River casette dei rom distrutte 

Il Campidoglio ha infatti fissato al 30 giugno la data di chiusura del campo con la dismissione avviata proprio dalle casette di proprietà comunale, comletamente distrutte e rese inagibili.

Fuori donne, uomini e bambini che, senza un'alternativa, ed avendo rifiutato l'accoglienza in altre strutture con la separazione dei nuclei familiari, donne e bambini da una parte, uomini da un'altra, sono destinati all'addiaccio. A spostarsi in alloggi di fortuna, spesso in quelle baracche tirate su sotto i ponti della Flaminia o lungo gli argini del Tevere, tra fango e pericoli. 

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Uno sgombero "disumano"

Uno sgombero "disumano" e "brutale" lo hanno definito le associazioni umanitarie che in una lettera alle istituzioni europee hanno condannato fermamente le azioni promosse dal Comune di Roma "perché lesive dei diritti fondamentali". Una missiva in cui le oltre 100 associazioni firmatarie esprimono profonda preoccupazione "per l’impatto che le azioni del Campidoglio potranno avere in futuro sulle comunità rom coinvolte" chiedendo alle istituzioni europee "una chiara presa di posizione". 

Circa 150 i minori del River

Investiti dalla dismissione del campo, dalla distruzione delle casette e, in qualche caso, anche degli averi ci sono i minori del River: circa 150. E' per loro che docenti ed ex docenti dell'IC Castelseprio,  scuola che da anni accoglie bambini e ragazzi provenienti dal River, si sono appellati alla Sindaca con una lettera aperta. 

La lettera delle maestre dei rom

"Da tempo lavoriamo, con impegno e dedizione, al processo di scolarizzazione, integrazione e socializzazione dei nostri alunni che vivono nel campo. Si tratta di un lavoro complesso, pieno di difficoltà ed ostacoli, segnato anche da battute di arresto e fallimenti (ma quale docente non incontra tali problemi sul suo cammino?) ma, ne siamo molto contenti, anche da diversi successi formativi e culturali" - scrivono le maestre sottolineando come diversi alunni del loro istituto, residenti nel campo, nel corso degli anni abbiano proseguito con successo gli studi, ben oltre la scuola dell’obbligo, giungendo in alcuni casi perfino alla laurea.

"I successi di cui andiamo 'orgogliosi', inoltre, non sono esclusivamente legati ai risultati scolastici dei ragazzi ma al faticoso processo di inclusione che spesso riusciamo ad offrire loro" - sottolineano nella lettera spiegando come nelle scuole del quartiere, negli anni, siano passate intere famiglie di alunni residenti al campo River, "contenti di come sono stati accolti e seguiti durante tutto il percorso scolastico, grazie anche alle iniziative di lotta contro la dispersione scolastica che lo stesso Miur ha finanziato".

"Sgombero rischia di vanificare lavoro di anni"

"Tutto questo lungo lavoro, che ha richiesto impegno, costanza, capacità di mettersi in gioco e di superare le, pur sempre presenti, difficoltà comunicative legate a differenze culturali evidenti, rischia di essere vanificato dallo sgombero, senza alternative credibili, che le famiglie dei nostri alunni stanno subendo in queste settimane" - hanno scritto le maestre evidenziando come già  durante l’anno scolastico appena concluso, abbiano constatato come la situazione di allarme e precarietà crescente che si viveva nel campo destinato alla chiusura, abbia allontanato molti ragazzi dalla scuola "vanificando il faticoso lavoro, loro e nostro, degli anni precedenti".

"Lo sgombero definitivo del campo, senza che moltissime famiglie abbiano potuto trovare soluzioni alternative in una zona dove, peraltro, risiedono da anni, - ne sono certe le docenti - allontanerà definitivamente questi ragazzi dalla scuola, ricacciandoli nell’invisibilità e nell’ignoranza. Non spetta a noi trovare soluzioni amministrative relative ai dettagli legali della vicenda, ma siamo convinti che spetti a noi - scrivono ancora - segnalare i rischi e la dispersione di esperienze, impegno ed energia, che la situazione attuale sta determinando. Come educatori - hanno concluso da Castlseprio - abbiamo il dovere di difendere il diritto all’istruzione di tutti i nostri ragazzi, perché, come scriveva Don Milani: 'Se si perdono i ragazzi più difficili, la scuola non è più scuola. E’ un ospedale che cura i sani e respinge i malati'."

Docenti ed ex docenti firmatari: Valentina Bellini, Carmen Brancatelli, Patrizia Casagrande, Ileana Conte, Alice Croce, Valentina D'Amico, Flavia D'Angeli, Giulia David, Lina De Salvo, Piera Diaco, Tatiana Di Dio, Clementina Fontanella, Daniela Gizzi, Isabella Macarini, Chiara Monti, Michela Orazi, Giuseppina Pandini, Manuela Pattarini, Annalisa Penzo, Ornella Piani, Patrizia Pierini, Antonietta Raimo, Roberta Rossi, Andrea Santilli, Veronica Pulvirenti, Daniela Severino, Pompea Tretola, Carmelina Urso, Emanuela Viggiano, Rachele Vittoria. 
 

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