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Prima Porta, via Saronno spazzata via dalla furia della ‘marana’: “Abbiamo perso tutto”

Macchine da buttare, scantinati ancora sommersi e case in parte inagibili: nella traversa di via della Giustiniana situazione ancora ben lontana dalla normalità

Le prime luci del mattino regalano un po’ di sole alla Capitale e mentre su via della Giustiniana - l’arteria principale di Prima Porta - il traffico scorre regolare verso posti di lavoro e scuole, chi ha dovuto lasciare anche l’impiego per rimettere a posto la propria casa devastata dall’alluvione torna a faticare tra fango e detriti.


Una delle strade più colpite dal disastro è stata sicuramente via Saronno che sorge nelle immediate vicinanze della ‘marana’: quel torrente da cui, secondo molti, tutto ha avuto origine.


“I massi collocati sui lati, a causa della pioggia battente, sono franati nel fiumiciattolo facendo da ‘tappo’ ecco perché visto quel diluvio la ‘marana’ ha straripato riversandosi anche su questa parte di via della Giustiniana” – ci spiega un anziano signore che vive proprio li.


Ma le valutazioni più o meno tecniche, e più o meno attendibili, sulle cause dell’allagamento sono ancora un dettaglio insignificante per chi, in via Saronno, ha davvero perso tutto.


L’ingresso della strada ci dà parte delle dimensioni del disastro: tutti provano, senza molta speranza, a riaccendere le automobili invase dal fango dentro e fuori: “Quando sono riuscito a raggiungere la mia macchina – racconta un residente intento a riattivarla – era completamente allagata: dentro c’era un lago marrone dal quale emergeva solamente il semicerchio più alto del volante”.

Prima Porta, via Saronno devastata dalla furia dell'acqua


Un ‘lago marrone’ che il primo condominio si è ritrovato nel cortile: “Dalle finestre, sin dal primo mattino, abbiamo visto il fiume che è arrivato come una furia e ha allagato tutto. ‘Fortunatamente’ – raccontano i giovani inquilini – la pressione era talmente forte che ha abbattuto uno dei muretti laterali così l’acqua è defluita sul vicino campo”.


Ma quella furia non ha risparmiato nulla: automobili parcheggiate, scantinati e soprattutto i pian terreni ancora oggi invasi dal fango. “Abbiamo chiamato aiuto, ma – riporta un altro residente – giustamente sapevamo che i soccorsi erano da quelle persone che per sfuggire all’acqua hanno dovuto arrampicarsi sui tetti”.


Li in via Saronno - come in tante altre strade di Prima Porta - sono i cittadini ad essersi rimboccati le maniche nonostante tutte le difficoltà, prima fra tutte l’assenza - ancora dopo tre giorni - della corrente elettrica.


Facce esauste e disperazione, qui il lavoro da fare è ancora tanto e i danni – soprattutto quelli morali – sono inquantificabili.

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