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Venerdì, 29 Marzo 2024
Monumento al degrado / Labaro / Via Monti della Valchetta

Spenta e ricoperta di muffa: così è ridotta la fontana di Labaro

Per riqualificare l'opera donata da Acea nel 1999 servono 300mila euro: doveva essere un simbolo, è un monumento al degrado

Uno stanziamento di 300mila euro per la fontana di Labaro. E’ questa la richiesta al Campidoglio contenuta in una proposta di risoluzione presentata dai consiglieri Pd del Municipio XV. Il finanziamento dovrà servire per gli interventi di ripristino delle condizioni di funzionamento e decoro di quello che da tempo è un monumento al degrado nel cuore del quartiere.  

La fontana di Labaro spenta e ricoperta di muffa

Una fontana senza acqua, spenta e ricoperta di muffa. Il bianco originario è ormai ricoperto di colature nere, intorno muretti e gradinate sono sfregiati da murales, scritte ingiuriose e tag. “Uno stato di totale abbandono e degrado” - sottolineano nel documento i consiglieri Rossana Betulia, Stefania De Angelis, Claudio Marinali e Giovanni Castrignanò. Anche la targa che, quasi come una beffa, dedica la fontana ai cittadini di Labaro è ormai invisibile: sporca e imbrattata.

Da monumento a simbolo dell'incuria

Inaugurata nel 1999 doveva rappresentare il simbolo del quartiere ed essere per i residenti luogo di incontro e socializzazione, invece la Fontana di Labaro donata da ACEA alla periferia, da oltre vent’anni è l’emblema dell’incuria. L'ultimo intervento di riqualificazione nell'ottobre 2015: 92mila euro spesi per rimettere in sesto la Fontana con il progetto, poi naufragato, di trasformarla nella piazza che manca al quartiere. Un punto di incontro tra la borgata, la parte residenziale di Colli d'Oro e i palazzi popolari di Galline Bianche. Nulla da fare: quel monumento ancora oggi lega la zona solo su critiche e sguardi di perplessità sulle pessime condizioni in cui si ritrova. 

Il Municipio XV chiede 300 mila euro per la riqualificazione

Da qui la richiesta al Campidoglio: risorse per far rinascere la fontana e l’inserimento dell’opera, progettata dagli architetti Paolo Angeletti e Gaia Remiddi che ripropone in negativo il profilo della fontana di Sant’Andrea della Valle, nell’elenco di quelle “monumentali”. Perchè i setti in travertino e laterizio tornino bianchi, irrorati da cascate d’acqua con la vasca illuminata trasformando il simbolo della vergogna, in un vanto. 

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