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Prima Porta Labaro / Via Veientana Vetere

Versi tra spazzole e spugne: a Labaro l'autolavaggio poetico

La poesia ricorda le origini del terreno sul quale oggi sorge l'attività e racconta una storia che è simile per tante famiglie arrivate nella borgata di Roma Nord da Calabria, Campania e Abruzzo

Aspiratori in funzione, spazzole all'ennesima potenza, schiuma, acqua e la fatica di coloro che tra tappezzeria e carrozzeria restituiscono linde e profumate le automobili ai clienti.

Un autolavaggio come tanti quello in via Veientana Vetere, nel cuore di Labaro, se non fosse per quei versi che allietano e incuriosiscono quanti nell'attesa di ritirare la propria vettura vengono rapiti da storia e paesaggi che, prima di macchinari e auto, regnavano in quell'appezzamento di terra.

Una storia di famiglia e di lavoro, un componimento che racconta il passato e le origini. Il pioppo, il fico e i pomodori un tempo coltivati dal contadino non ci sono più "ma il valore, l'onestà e l'amore sono rimasti gli stessi" - si legge nella poesia che spiega con romanticismo come il sudore dell'arare abbia aperto la strada alla moderna attività. 

A scrivere quei versi appassionati, dedicati al padre Salvatore e a quel che è stato di quel pezzo di terra di Labaro dagli inizi degli anni '70 ad oggi, Claudio Germanò: "La mia famiglia è arrivata a Labaro da un paesino dell'aspromonte calabrese portando con sé tutti i valori legati alla terra, alla coltivazione e alla genuinità. Dove ora sorge l'autolavaggio mio padre coltivava i nostri prodotti e per me che amo l'arte vederlo potare e fare l'orto era già poesia" - ha detto Claudio a RomaToday spiegando le origini dei suoi versi.

"I valori semplici e concreti che ci ha lasciato mio padre vivono ancora nella mia famiglia e caratterizzano questa attività. Per questo ho voluto dedicare quelle righe a mio padre e a quell'appezzamento di terra per noi così importante". 

La storia dei Germanò, dalla Calabria a Labaro, è simile a quella di tante altre famiglie che, giunte pure da Abruzzo e Campania, oggi abitano il quartiere e che forse, in quei versi così semplici, diretti e delicati possono ritrovare un passato che, seppur diverso, appartiene anche a loro.
 

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