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Ponte Milvio Tor di Quinto / Viale di Tor di Quinto, 57

Tor di Quinto 57B, catene ai cancelli: il Comune sgombera ragazzi disabili

Chiuso lo spazio dove l'Anpet svolgeva laboratori e pet therapy. A pretendere legittimamente il terreno la società Real Fettuccina vincitrice di un bando emesso dal Comune nel 2006 quando però l'Amministrazione non era proprietaria dell'area

Sono rimasti fuori, inermi e sgomenti, a guardare gli agenti della Polizia Locale serrare i cancelli di accesso alla struttura dove da anni fanno terapia. Mattinata da incubo, quella di martedì scorso, per i ragazzi perlopiù autistici assistiti dall'Anpet (associazione nazionale Pet e Terapia), per gli operatori e le famiglie dei giovani che giunti in viale Tor di Quinto 57B si sono visti negare l'accesso.

Un provvedimento di Roma Capitale, datato 6 giugno, ha infatti disposto la chiusura dell'area negando a chiunque l'ingresso.
Dietro all'iniziativa del Comune anni di intrighi burocratici, incertezza sulla proprietà e tribunali.

Era infatti il 2000 quando l'Anpet, con il presidente Cardogna in prima linea, decise di rimettere in sesto quell'area allora fatta di rovi, incuria e abbandono: un terreno di proprietà di Unipol che, in seguito all'autodenuncia del numero uno dell'Associaione, non si oppose alla permanenza delle attività in quel di Tor di Quinto.

Nel 2006 il Comune di Roma mise però a bando l'appezzamento dove nel frattempo proliferavano le occupazioni - oltre all'Anpet pure US Boreale, il Trifoglio e il Ciack Village. A vincere la gara il Real Fettucina che nel 2011, visto il mancato sgombero dell'area e l'impossibilità di usufruirne, decise di denunciare l'Amministrazione capitolina condannata poi a circa 500milioni di euro di sanzione più 1000 euro per ogni giorno di ritardata consegna.

Nel 2015 uno dei passaggi fondamentali con Roma Capitale ad acquistare quegli ettari a Tor di Quinto dalla nota Assicurazione per 1,2 milioni di euro e il conseguente mandato di sgombero e chiusura dell'area. Eppure rimane da chiedersi come abbia fatto l'Amministrazione a mettere a bando un terreno di cui nemmeno era proprietario.

Vittime, di questa ingarbugliata storia, i ragazzi dell'Anpet rimasti di fatto senza un punto di riferimento fondamentale nella loro esistenza: "Siamo ostaggio dei soliti rimpalli di competenze e responsabilità" - ha detto il presidente Cardogna a Roma Today, sottolineando la bontà dei progetti di Tor di Quinto.

"Per i nostri ragazzi, qualcuno è arrivato che aveva cinque anni e ora ne ha venti, quel posto è come casa. Non è giusto - prosegue - cancellare così lo storico di un'Associazione che da 16 anni opera nel sociale mettendo in campo un'attività unica sul territorio romano senza chiedere alcuna sovvenzione pubblica".

Al fianco dei ragazzi disabili "cacciati dall’amministrazione Marino" pure il consigliere della Regione Lazio, Fabrizio Santori: "Il sindaco ancora una volta dimostra di non avere vergogna ad accanirsi contro l’associazione Anpet che da 15 anni svolge quotidianamente, attraverso laboratori e attività di pet-therapy con gatti, cani, pappagalli e capre, un servizio fondamentale per tanti ragazzi e per le loro famiglie" - ha detto annunciando un esposto in Procura.

Intanto a livello istituzionale - grazie alla caparbietà dell'Anpet, dei suoi operatori e delle famiglie dei ragazzi assistiti - qualcosa sembra muoversi e a giorni è previsto un tavolo attorno al quale dovranno sedersi tutte le parti. Una soluzione potrebbe essere rappresentata dall'assenso da parte del Real Fettuccina a far rimanere li l'Anpet, i ragazzi e i loro amatissimi animali.

"Un accordo che fra privati non avrebbe solide basi legali, per questo - ha concluso Cardogna - abbiamo chiesto che all'incontro sia presente anche la società vincitrice del bando affinchè finalmente si arrivi ad una soluzione e l'Amministrazione dopo anni di inerzia faccia la sua parte".

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