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La Storta Giustiniana / Via Riccardo Moretti

Una svastica vicino al monumento che ricorda l'eccidio de La Storta

La scritta è stata subito cancellata. Il Sacrario è a memoria dell'uccisione di 14 persone per mano dei nazisti il 4 giugno 1944. Tra loro anche il sindacalista Bruno Buozzi

A poche ore dalla Giornata della Memoria del 27 gennaio, momento centrale della settimana dedicata al ricordo delle vittime del nazi-fascismo nei campi di sterminio durante la Seconda Guerra Mondiale, una scritta shock e una svastica sono comparse a La Storta, vicino al monumento per l'eccidio di 14 persone consumato nel giugno del 1944 per mano dei soldati tedeschi.

La scritta con la svastica a La Storta

Un atto non solo di vandalismo, ma di sfregio alla memoria di chi venne passato per le armi da un plotone di SS, il 4 giugno di quasi 79 anni fa. A morire furono alcuni di coloro che precedentemente erano prigionieri nel carcere di via Tasso, dove oggi sorge il Museo della Memoria. 

svastica la storta cancellata

"Quando ho perso la memoria", l'insulto all'Olocausto

Il Sacrario si trova in via Riccardo Moretti ed è sul muro di quella via, in zona Giustiniana-La Storta, che ignoti con la bomboletta spray nera hanno scritto "27 gennaio, quando ho perso la memoria" aggiungendo una svastica, simbolo del Terzo Reich, fulcro della bandiera nazista sotto il regime di Adolf Hitler. Ricevuta la segnalazione, il XV municipio ha immediatamente allertato Ama e l'amministrazione ha provveduto alla cancellazione dello scempio.

La Cgil: "Forte preoccupazione"

A commentare la scritta anche la Cgil di Roma e del Lazio e quella di Civitavecchia Roma Nord Viterbo. Tra i 14 morti per mano nazista, quel 4 giugno 1944 a La Storta, c'era anche il sindacalista Bruno Buozzi: "Proprio il 27 gennaio, in diversi quartieri della città - denuncia la Cgil - sono apparsi adesivi raffiguranti Hitler con la maglia della Roma. Avere il 6,1% degli italiani che si dichiara apertamente antisemita, l'1,3% che nega la Shoah e organizzazioni politiche che esprimono posizioni ambigue, quando non si richiamano direttamente al fascismo, deve essere motivo di forte preoccupazione per le istituzioni e tutte le forze politiche che si riconoscono nei valori della democrazia"

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