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La Storta Via del Casale di San Nicola

Profughi a Casale San Nicola, la fiaccolata "di chi non si arrende"

Il fronte degli intransigenti e i militanti di Casapound hanno sfilato sulla Braccianese contro il centro di accoglienza nel quartiere: "No ai finti profughi e alla finta integrazione, manganelli non ci fermano"

"No ai finti profughi a San Nicola, i manganelli del Prefetto non fermeranno la nostra volontà" - questo il grande striscione che ieri sera ha aperto la fiaccolata nel quartiere di Roma Nord dove una parte dei residenti non si arrende all'idea che li, in una ex scuola privata, sia stato aperto un centro di accoglienza.

CONTRO L'APERTURA DEL CENTRO - Una battaglia, quella del quartiere tra La Storta e Olgiata, iniziata lo scorso 5 maggio quando - del tutto casualmente - alcuni abitanti hanno appreso della volontà della Prefettura: da li manifestazioni, rimostranze, proteste in Campidoglio e nei Municipi XIV e XV, veemente poi la contestazione al Prefetto Gabrielli in occasione della sua visita alla struttura scelta appena 24 ore prima di dare l'ok che ha aperto le porte di Casale San Nicola ai richiedenti asilo. 

SCONTRI ALL'ARRIVO DEI PROFUGHI - Venerdì scorso una giornata spartiacque: all'arrivo del pullman con a bordo i primi 19 ragazzi ospiti è stato duro lo scontro tra alcuni residenti in sit-in; i militanti di Casapound, da maggio parte della protesta, e le forze dell'ordine che così hanno scardinato il blocco stradale. Feriti e contusi da ambo le parti. 

LA SCISSIONE DEL PRESIDIO - Da li la scissione nel Presidio. Da una parte coloro che hanno scelto la via del dialogo con la Prefettura ottenendo alcune garanzie su controlli, tempi e sicurezza: nella ex Socrate massimo 60 migranti, chiusura del centro al 31 dicembre 2015 come già indicato nel bando e un presidio fisso h24 delle forze dell'ordine davanti alla scuola. 

Dall'altra il fronte degli intransigenti con pure Casapound, un gruppo di residenti "che - spiegano - non accetta questa resa incondizionata".

LA FIACCOLATA DEGLI INTRANSIGENTI - Ieri nonostante la pioggia quasi 200 persone hanno sfilato, fiaccole alla mano, da Casale San Nicola per un tratto della Braccianese: un modo per tenere alta l'attenzione sulla vicenda, qui infatti nessuno - soprattutto dopo gli scontri della settimana scorsa - intende arrendersi. 

"Una manifestazione che ha come fine quello di far capire che il popolo di casale San Nicola non si arrende, che i residenti non accettano questa resa incondizionata imposta e su cui non c'è mai stata alcuna trattativa" - ha spiegato Andreia Ruggeri, residente e portavoce degli "intransigenti", che ha pure tenuto a sottolineare come nessuno ce l'abbia con i migranti arrivati "ragazzi che nulla hanno a che vedere con il discorso di business che abbiamo portato avanti sin dall'inizio".

Casale San Nicola, fiaccolata dei residenti: "No ai finti profughi"

ACCOGLIENZA IMPOSTA - Il rammarico del quartiere riguarda soprattutto il fatto che il centro di accoglienza sia stato calato dall'alto senza alcuna forma di consultazione e senza che chi quella zona la conosce e la vive tutti i giorni sia stato ascoltato: "Non c'è stato alcun dialogo con i residenti ai quali è stata imposta una presenza che, a maggior ragione proprio perchè obbligata, non viene accettata".

STRUTTURA E CONTESTO NON IDONEI - Poche e del tutto irrisorie, secondo questa parte del Presidio, le rassicurazioni e i provvedimenti che il quartiere ha ottenuto grazie al fronte del dialogo. Garanzie dunque che non bastano e che non risolvono nemmeno la grande questione, quella vera portata avanti da maggio, sull'idoneità di struttura e contesto: "Riteniamo che la ex Socrate ancora oggi non sia perfettamente consona: non c'è un adeguato sistema antincendio e molte altre sono le criticità che non sono state risolte. La strada che porta al casale è sempre buia e sconnessa, la prima stazione è a chilometri di distanza così come il primo bar o la farmacia. Questa - ha concluso Ruggeri - non è di certo la via più adatta per l'integrazione".

CASAPUOND A SAN NICOLA - Fiaccole alla mano anche i militanti di Casapound, indesiderati dall'ex Presidio ora seduto al tavolo con la Prefettura, e invece ben accetti, vista la presenza costante e fattiva negli ultimi tre mesi, dagli intransigenti. 

"Continuiamo a stare al fianco di chi continua questa battaglia di buon senso e di civiltà. Una battaglia che non è contro qualcuno ma finalizzata a sottolineare l'inadeguatezza della gestione di questa situazione" - ha detto il vicepresidente di Casapound, Andrea Antonini, sottolineando come la richiesta concreta della fiaccolata sia quella di chiedere di portare via da Casale San Nicola il centro di accoglienza.

"Se esiste una percentuale di sostenibilità nel resto d'Italia deve esistere applicata anche qui: questo è un comprensorio isolato, privato e distante da ogni servizio è evidente - ha chiosato - che qui può starci un numero limitatissimo di persone e non certo sessanta in probabile aumento".

Insomma a Casale San Nicola, nonostante nella struttura siano già 58 i migranti ospitati, una parte del quartiere non si arrende: la vicenda, insieme a quanto accaduto venerdì scorso, arriverà a breve anche in Parlamento. 


 

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