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La Storta Via del Casale di San Nicola

Casale San Nicola, Presidio con arrestati Casapound : "Loro dove istituzioni assenti"

Alcuni residenti rimasti feriti negli scontri hanno presentato denuncia contro agenti e funzionari della Polizia, poco dopo sono stati indagati. Il legale: "No a giustificazioni per vergognosa gestione ordine pubblico"

A poco più di tre mesi dagli scontri di Casale San Nicola - quando i residenti del Presidio con alcuni esponenti di Casapound vennero a contatto con la Polizia intenta ad abbattere le barricate, umane e metalliche, erette contro l'arrivo dei migranti nell'ex scuola Socrate - nove esponenti del movimento di via Napoleone III sono stati fermati dalla Digos. 

Sei di loro sono finiti agli arresti domiciliari, per gli altri tre è stato disposto l'obbligo di firma: a carico di tutti gli indagati il Questore di Roma ha già disposto l'avviso orale mentre per sei di loro è stato adottato anche il Daspo. I fermati sono accusati di essere responsabili, in concorso tra loro, di resistenza aggravata a pubblico ufficiale, nonché, a vario titolo, di lesioni a pubblico ufficiale, porto di oggetti atti ad offendere e utilizzo di casco in occasione di manifestazioni in luogo pubblico.

"Si infiltrarono tra i residenti del quartiere romano Casale San Nicola che il 17 luglio scorso stavano protestando contro il trasferimento di un gruppo di migranti in un centro di accoglienza allestito in una ex scuola della zona. A volto coperto e con caschi da motociclista, spranghe, bastoni, lancio di sassi e sedie, innescarono la guerriglia con la polizia provocando il ferimento di 14 poliziotti e l'arresto di due manifestanti" - ha scritto la Polizia di Stato.

Una versione dei fatti assolutamente respinta dai residenti di Casale San Nicola rimasti al Presidio anche dopo quella giornata di violenza e follia: un fronte di "intransigenti" non disposto a trattare con la Prefettura quella che hanno sempre definito "una resa incondizionata", ossia accettare l'arrivo dei migranti in cambio di alcune garanzie. 

Abitanti della zona che non rinnegano quei giovani di Casapound che li al Presidio hanno passato giorni, 90 circa, e pure notti: mesi fatti di blocchi stradali alle sei e trenta del mattino, presenza costante al Presidio, nottate e manifestazioni in Campidoglio.  

"Abbiamo appreso delle misure cautelari applicate ad alcuni attivisti di Casapound, presenti fin dal primo giorno di presidio e per oltre novanta giorni a fianco della cittadinanza. Esprimiamo, pertanto, la nostra vicinanza a tutti i ragazzi che con noi hanno camminato dove le istituzioni si sono dimostrate disertrici, sostenendo una causa che avrebbe dovuto essere bandiera di uno Stato giusto ed imparziale" - hanno detto dal Presidio degli "intransigenti" sottolineando pure come alcuni residenti rimasti feriti negli scontri abbiano nei giorni scorsi presentato formale denunzia querela contro alcuni funzionari ed agenti delle Forze di Polizia venendo indagati poco dopo per i reati di resistenza a pubblico ufficiale e rifiuto di fornire generalità, proprio durante gli scontri.

"Tempistica e fatti - ha detto da Casale San Nicola, l'Avv. Andreia Ruggeri, sottolineando pure come molte siano state le difficoltà riscontrate nel presentare le denunce - che sembrano suggerire giustificativi per la vergognosa gestione della Ordine Pubblico, con azioni violente ed ingiustificate, da parte di alcuni funzionari e agenti della Polizia di Stato durante gli scontri dello scorso 17 luglio". 

Insomma la vicenda di Casale San Nicola - con la regolarità della struttura di accoglienza ancora messa in dubbio dal Presidio, le denunce dei residenti rimasti feriti negli scontri e il recente arresto degli esponenti di Casapound - è tutt'altro che conclusa. 
 

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