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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Via Volusia, da 3 anni senza casa: "E' ancora allarme"

La Procura 'accusa' otto persone di "concorso in crollo colposo di costruzione". I residenti: "Anas finisca lo scarica barile". Intanto le case pericolanti "rischiano di cadere sul raccordo"

La Procura della Repubblica di Roma ha spiccato otto avvisi di chiusura degli accertamenti. Per ora niente di eclatante ma, spesso, il passo successo è la richiesta di rivio a giudizio. Destinatari degli avvisi otto persone fra dirigenti e funzionari dell'Anas e rappresentanti delle ditte appaltatrici. Sono queste le ultime notizie sulla vicenda degli edifici pericolanti di Via Volusia. Vicenda che viene da molto lontano e che ancora fa molta paura.

L'INIZIO DELL'INCUBO - Nel 2010 l'Anas apre tre cantieri, commissionando l'opera ad altrattante ditte appaltatrici, per i lavori di costruzione della galleria Cassia sul Grande Raccordo. I cittadini protestano immediatamente, temendo per l'incolumità delle loro case, come testimonia Sabatino D'Emidio, residente di zona. "Da gennaio 2010 ho mandato numerose raccomandate ad Anas avvisandoli della situazione, ma nessuno mi ha ascoltato", si è sfogato l'uomo. A maggio, però, un violento smottamento, provocato proprio dagli scavi per la galleria, rende pericolosi e pericolanti tre edifici di via Volusia. Da quel momento per i cittadini del posto comincia una vera e propria odissea.  

SENZA CASA E 'MINACCIATI' - Vigili del fuoco e Protezione civile immediatamente dichiarano inagibili le abitazioni e gli occupanti sono costretti a vivere lontano dalle loro case. Come se non bastasse, qualche mese dopo, il Comune di Roma intima loro di provvedere alla messa in sicurezza degli edifici. I condomini non ci stanno, subire la beffa oltre il danno sarebbe davvero troppo e decidono di ricorrere al Tar. Il tribunale amministrativo regionale gli da ragione in entrambi i gradi, chiarendo che il compito spetta all'amministrazione capitolina che, però, "da quel giorno non si è mai più vista nel XX Municipio".  

CASA NO, IMU SI - I problemi, però, non finiscono qua. Nel dicembre del 2012 si scopre che uno degli edifici inagibili, quello al civico 51, è occupato da un nucleo di extra comunitari. La polizia municipale sgombera le abitazioni e rimette i lucchetti alle porte. La beffa, però, è di nuovo dietro l'angolo. Negli ultimi giorni dell'anno, infatti, i residenti sono costretti a pagare l'Imu su una casa che letteralmente non possiedono e non occupano. E non per colpa loro. 

INDAGINI CHIUSE - Dopo più di tre anni di attesa e di speranza, per i cittadini di Via Volusia arriva un primo punto fermo. La Procura di Roma ha infatti chiuso le indagini con l'accusa di violazione dell'articolo 434 del codice penale. A otto persone, di Anas e ditte appaltatrici, è contestato il "concorso in crollo colposo di costruzione" per non avere eseguito la messa in sicurezza della zona circostante prima dell'inizio dei lavori. 

"LA RESPONSABILITA' E' DI ANAS" - Il signor D'Emidio accoglie con 'felicità' i rinvii a giudizio. "Se otto ingegneri sono state mandati al processo - ha spiegato l'uomo - vuol dire che qualcosa hanno fatto". Meno veloce, invece è la causa civile che vede contrapposti i cittadini e l'azienda stradale. "La causa civile va avanti da 3 anni - ha continuato D'Emidio - e siamo sempre al punto di partenza, con Anas che ha trovato ogni modo per fare slittare i tempi. A questo punto spero che ci convochino per cercare di trovare un accordo". 

"LA CASA PUO' CADERE SUL RACCORDO"  - La casa di Sabatino D'Emidio è ancora vuota, come tutte le altre degli edifici pericolanti. Anche ora che i cantieri non sono più all'opera "le case continuano a tremare e non sono abitabili".  Per di più "c'è il rischio che crolli sul Raccordo". L'Anas e i proprietari continuano a monitorare la situazione ma sarebbe il caso di intervenire.  "E' meglio che il Comune si assuma la responsabilità e prenda provvedimenti - ha concluso - prima che la situazione degeneri e che succeda qualcosa di veramente tragico". 

Via Volusia: i lavori del Gra e le crepe nelle case - FOTO GORRASI

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