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Martedì, 16 Aprile 2024
Cassia Cassia / Via Gradoli

Via Gradoli, le istituzioni ai cittadini: "Noi impotenti"

L'incontro richiesto da tempo dal Comitato per Via Gradoli con le istituzioni c'è stato, ma oltre al confronto non si è raggiunto nessun accordo su quelle che potranno essere le azioni possibili

Dopo lettere, diffide, fiction e appelli, finalmente il Comitato per Via Gradoli è riuscito a farsi ricevere dalle autorità capitoline per un incontro di confronto sui numerosi problemi di sicurezza e abusivismo che ci sono in quella via. 

La prima audizione è avvenuta il 12 luglio con la Commissione Urbanistica del XX° Municipio. La stessa commissione ha poi deciso di chiedere all'Ufficio Tecnico i dati e le informazioni necessarie per permettere la valutazione dell'operato dell'Ufficio stesso nonché di indire una riunione con la stessa Unità Organizzativa Tecnica e con l'Ufficio di Polizia Edilizia del XX° gruppo di Roma Capitale.
 
Un secondo incontro tra istituzioni e comitato c'è stato due giorni fa, il 17 luglio alla presenza dell'on. Ludovico Maria Todini. Il Comitato ha incontrato, congiuntamente anche altri funzionari e dirigenti, il direttore dell'Ufficio Condono Edilizio di Roma Capitale, ing. Rodolfo Gaudio.
Le richieste erano chiare: "la revoca degli eventuali condoni edilizi concessi, ritenendo che tale misura costituisca il presupposto necessario per la rimozione degli impianti tecnologici che rendono possibile l'uso abitativo delle cantine". Insomma il problema per il comitato non è solo legato all'immagine della via ma soprattutto alla sicurezza degli stabili che sarebbero vulnerabili con le cantine utilizzate come case senza essere a norma.

Le case negli scantinati di via Gradoli / di Gorrasi

Dal canto loro le istituzioni si sono mostrate impotenti, e hanno dato luce alle difficoltà di giungere ad un accordo "in ragione del parere reso dall'Avvocatura capitolina nel quale si afferma la derogabilità della normativa in materia igienico-sanitaria".  Cioè i condoni concessi non possono essere ritirati, e se ci si appella a normative igienico sanitarie la palla bollente passa alle Usl.
 
Fumata nera insomma, se da un lato il comitato è soddisfatto che finalmente ci sia stato un confronto, dall'altro non si da per vinto e spinge verso ordinanze comunali che obblighino i proprietari a demolire gli impianti tecnologici che rendono abitative le cantine in questione, e contestano l'amministrazione che vorrebbe emettere solo delle ordinanze di sgombero che secondo il comitato fin ad ora non hanno portato da nessuna parte.
 
 
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