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Sabato, 20 Aprile 2024
Trionfale

Mercato dei fiori, gli operatori si preparano a lasciare Trionfale: andranno sulla Togliatti

La nuova sede è "una soluzione provvisoria" per garantire la prosecuzione dell'attività

Gli oltre cento operatori che lavorano a Trionfale stanno per lasciare la storica sede del mercato dei fiori. Saranno trasferiti, ma solo temporaneamente, al centro carni di viale Palmiro Togliatti.

La sede individuata non è quindi quella che, nelle ultime settimane, era stata prospettata. Ma non la esclude. La nuova Fiera di Roma, per l’assessorato alle attività produttive, resta la destinazione finale più gettonata. E’ però in corso una manifestazione d’interesse, proprio per decidere dove trasferire i grossisti ed i produttori che finora hanno operato nella zona di via Trionfale. Dalle risposte che il provvedimento otterrà, sarà più chiaro il destino di questi lavoratori.

Perché ora il trasferimento

Perché però gli operatori lasciano il municipio I proprio ora? L’idea di trasferire il mercato è presa in considerazione dall’amministrazione da almeno una decina di anni. Il motivo per cui questo spostamento avviene adesso, è legato alle condizioni dell’edificio che, per quasi sei decenni, ha ospitato grossisti e produttori. Ad inizio ottobre, a seguito del crollo di alcune porzioni di soffitto, è stato dichiarato inagibile. E questo ha comportato il trasferimento degli esercenti all’esterno, su sede stradale.

Una soluzione provvisoria, nata per garantire il proseguimento dell’attività lavorativa. Per oltre tre settimane, lamenta Massimo, un produttore del mercato “abbiamo lavorato in condizioni disumane, praticamente al buio”. Lo hanno fatto avendo comunque accesso all’edificio, in maniera contingentata e con il caschetto. Da ora non è più possibile nemmeno quella formula perché, la commissione stabili pericolanti, ha decretato che le condizioni dell’edificio non sono tali da garantire la sicurezza di chi lo frequenta. Da qui l’idea di procedere al trasferimento.

Il vantaggio del trasferimento a centro carni

L’idea di spostare gli operatori  al centro carni della Togliatti non è nuova. Se ne era già discusso in occasione di una commissione commercio di Roma Capitale. “Un mercato all’ingrosso deve stare in un mercato all’ingrosso ed il centro carni lo è” è tornato a ripetere Andrea Alemanni, il presidente di quella commissione commercio che ha più volte ribadito anche l’utilità di un’opzione del genere: appartenendo al patrimonio pubblico, lo spazio di viale Palmiro Togliatti consente al comune di non dover pagare un canone di locazione ad un privato. Condizione che invece diventa necessaria nell’ipotesi di un trasferimento alla nuova Fiera di Roma. L’ipotesi che, per l’assessorato alle attività produttive, è ancora in campo. L’esito della manifestazione d’interesse, già pubblicata, servirà a determinare se è quella la strada da percorrere.

“La soluzione del centro carni è provvisoria” fanno sapere proprio dall’assessorato di Lucarelli. Nasce dall’esigenza di continuare a garantire l’operatività di un settore che, in previsione della giornata dei morti, registra un picco di attività lavorativa. Nella sede della Togliatti troveranno uno spazio piccolo, di circa 2mila metri quadrati (la sede di Trionfale si aggira sui 7500) ma distanziato rispetto ai locali dove sono presenti gli animali da avviare al macello. Fino a quando resteranno al centro carni? Non è dato sapersi, dipenderà dall’esito della manifestazione d’interessi. Ma si trasferiranno lì da sabato. 

Le proteste per lo scarso preavviso

“Dopo il crollo del solaio lo scorso 4 ottobre, gli operatori del Mercato dei Fiori hanno ricevuto ieri sera la notizia che saranno trasferiti da via Trionfale al piazzale del Centro Carni, sulla Palmiro Togliatti. Questo già da venerdì 28, dunque con un preavviso di nemmeno tre giorni, in una sede priva di allestimenti e di un regolamento che disciplini lo spazio – hanno sottolineato Linda Meleo e Federica Festa, rispettivamente capogruppo in Comune ed in municipi I del M5s –  Questa modalità di gestione, confusa e scarsamente partecipativa, rischia di destabilizzare delle persone già provate dalla perdita della loro sede storica. Auspichiamo che l'attuale amministrazione riprenda un dialogo ed eviti di calare decisioni su chi chiede solo di poter continuare a lavorare in una sede dignitosa e attrezzata”. 
 

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