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Prati Flaminio / Via Capoprati

Ponte della Musica, ciclabile ancora chiusa. Legambiente: "Ritardo mostruoso"

La ciclabile di via Capoprati è ancora chiusa. Legambiente lo definisce "un ritardo mostruoso e inammissibile", parlando dei numerosi disagi che devono afrontare i pedoni e i ciclisti

Nove mesi dall'inaugurazione, dopo due rinvii e tante polemiche. Il Ponte della Musica, che collega il Municipio II con il XVII, fa ancora discutere. Legambiente fa notare come dopo tutti questi mesi dall'apertura della struttura, la ciclabile del Lungotevere di via Capoprati è ancora chiusa, e denuncia "un ritardo mostruoso e inammissibile". Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio, spiega i numerosi disagi per i pedini e i ciclisiti. "I pedoni e i ciclisti che passeggiano lungo il Tevere devono fare un lungo slalom sul piccolo marciapiede che sta sul Lungotevere Maresciallo Cadorna tra le auto che sfrecciano, correndo seri rischi. Via Capoprati era una delle passeggiate sul Tevere più amate dai romani, va ripristinata subito, magari prima di inaugurare l'altro ponte, quello della scienza a Testaccio per evitare la beffa di passare da un'inaugurazione all'altra senza nemmeno preoccuparsi di chiudere i cantieri.”

"Da quasi quattro anni i ciclisti sono costretti a divincolarsi in mezzo al cantiere del Ponte della Musica, visto che sin dal 2008 la pista ciclabile di via Capoprati venne inglobata nell'area dei lavori. Legambiente conosce bene la vicenda legata al nuovo discutibile ponte sul Tevere, visto che la splendida area verde di Via Capoprati è parte dell'omonimo Parco che dieci anni fa, grazie al lavoro dei volontari ambientalisti del Circolo Legambiente Roma nord e dei cittadini, da discarica è diventato un bel giardino sul Tevere, frequentato ogni settimana da centinaia di persone, grandi e piccoli".

A quanto pare, i cantieri sembrano quasi abbandonati. “I cantieri a destra e sinistra del Tevere stanno ancora lì, sono completamente vuoti e da un paio di mesi non si vede nessuno all'opera, ma le recinzioni li tengono inutilmente ben chiusi – afferma Massimo Di Stefano, presidente del Circolo Legambiente Roma Nord -. Prima che iniziassero i lavori abbiamo chiesto che si adottasse un piano complessivo per l’area, facendo sì che il ponte fosse almeno un’occasione di riqualificazione dell'area fluviale, procedendo finalmente allo sgombero dell’autodemolitore bonificando l’area, realizzando la sistemazione a verde di tutto l’alveo fluviale in particolare delle due scarpate. Tutte proposte che, almeno per ora, sono lettera morta, mai raccolte dal Comune di Roma”.

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