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Lo 'sciopero alla rovescia' di Villa Certosa, nuove strisce pedonali e pulizie: "Le istituzioni latitano, ci organizziamo"

L'iniziativa si è tenuta sabato mattina a partire dalle 10

Come negli anni sessanta i disoccupati protestavano contro la propria condizione lavorando, uno ‘sciopero alla rovescia’ appunto, sabato scorso i cittadini di Villa Certosa hanno manifestato il proprio dissenso contro “l’assenteismo dell’amministrazione” rimettendo in sesto il quartiere. Un’ottantina di persone, a partire dalle dieci del mattino, si è riunita e ha ridipinto le strisce pedonali ormai scomparse, ripulito le strade, recuperato le aree abbandonate e segnalato ‘zone 30’, parte di un progetto di viabilità più sicuro per il quartiere, caratterizzato da strade strette e case basse con ingressi diretti sul marciapiede, “depositato ma mai preso in considerazione dal V municipio”. Il tutto con un solo obiettivo: “Migliorare la vita dei cittadini”. E partendo da un presupposto semplice ma radicale: di fronte ad una amministrazione assente il quartiere è capace di “autogestirsi”.

I cittadini l’hanno spiegato così: “Se le istituzioni si comportano esattamente all’opposto del loro mandato e non tutelano gli interessi della cittadinanza, abbandonando la città e soprattutto determinati quartieri ‘periferici’, noi ci organizziamo”, si legge in una nota del comitato di quartiere. “Siamo sommersi dai rifiuti, chiediamo la zona 30 da oltre dieci anni, gli alberi ci crollano addosso, la viabilità è impazzita a causa dei lavori in corso per la Metro C e l’allargamento dei binari delle Ferrovie dello Stato”. E ancora. “Numerosi edifici e porzioni di verde pubblico abbandonate, prezzi delle case troppo alti, licenze commerciali fornite senza criterio, mancanza di luoghi dedicati alla cultura ed alla socialità”, continuano.

Non è la prima volta che il comitato di quartiere di Certosa si organizzano per restituire a tutti uno spazio abbandonato. Come accaduto alcuni anni fa con il piccolo parco lungo via Alessi che sarebbe dovuto essere la compensazione per i lavori per la realizzazione di un parcheggio sotterraneo. “I parcheggi sono stati venduti ma il parco è rimasto chiuso”, ricordano dal comitato. Così ci hanno pensato i cittadini che ancora oggi curano l’area verde che è spesso teatro delle inziative del quartiere e che chiamano il quartiere 'parco liberato'.

Così anche quella di sabato è stata solo la prima di una serie di iniziative “predisposte per raccogliere firme ed energie e vivere una reale autogestione di quartiere”. L’evento è stato sostenuto da diversi artisti. Non è mancata una parata di quartiere della Malamurga e il sound di All Tribe Sound Sistem, Baracca Sound e ed il concerto di Filuccio e Fattacci.

“Ci organizziamo da soli per sottrarre il quartiere all’abbandono, alla speculazione edilizia, alla gentrificazione e al disagio sociale. Sono troppe le mancanze che subiamo quotidianamente e che arrecano disagio ai cittadini”, continuano. Così l’iniziativa di sabato è diventata una denuncia contro “l’assenza delle istituzioni, esigendo da esse la presenza sul territorio con interventi pianificati e mirati. Intendiamo progettare insieme nuovi spazi e servizi a misura degli abitanti, creare luoghi di socialità laddove c’è solo abbandono ed incuria”.
 

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