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Torpignattara Pigneto / Via Giovannoli Alò

Tor Pignattara, il funerale islamico si fa per strada e i residenti insorgono

La denuncia degli abitanti di via Alò Giovannoli

Un convivenza sempre più dura quella tra la comunità islamica del territorio e i residenti delle palazzine che affacciano in via Alò Giovannoli, piccolo scorcio della sempre più multietnica Tor Pignattara. Un mese fa i vigili urbani hanno sequestrato (per abusi edilizi) un box auto trasformato in sala preghiera. Ma i fedeli si sono spostati in quello attiguo. E il 30 ottobre hanno celebrato un funerale in mezzo alla strada, con una bara adagiata sul marciapiede e oltre un centinaio di fedeli disposti in file ordinate sulla careggiata che hanno preso parte, silenziosi, al rito. Nel mentre i residenti, affacciati alla finestra, in molti sbalorditi e armati di telefonino, hanno immortalato gli istanti dall'alto, affacciati alla finestre. Ed è stato un attimo: dallo smartphone ai gruppi Facebook, ai commenti indignati. 

Antonella S. condivide le immagini sulla pagina Cittadini di Tor Pignattara, scrive che non si abituerà mai "a queste scene di vita quotidiane". Sandra N. risponde perplessa: "Cioè hanno messo una bara con dentro il morto sul marciapiede?". Rino P. cerca di calmare gli animi: "E' solo un ultimo saluto a una persona che non c'è più. Rispettiamolo tutti". Ma Salvatore G. rincara: "Pensate che spettacolo tetro che avremmo,se ognuno di noi del V municipio (circa 150.000 persone) esponessimo il nostro defunto in strada come in questo caso, e mi cadono le braccia quando sento dire che tutto ciò è anche Costituzionale!". 

Già, la Costituzione sancisce la libertà di culto e non si può vietare in questo senso la celebrazione di nessun rito, nemmeno se all'aperto. Lo ribadisce, raggiunto telefonicamente da RomaToday, il Comandante del V gruppo dei vigili urbani Mario De Sclavis. Le volanti della polizia Locale sono infatti intervenute sul posto, ma solo per una questione di sicurezza legata a traffico e codice della strada. "Non serve un'autorizzazione per celebrare un funerale. Non avrebbe avuto senso vietare una manifestazione del genere, la libertà di culto  è sancita dalla Costituzione". Ma la tassa di occupazione di suolo pubblico? "Formalmente non è una strada pubblica - precisa De Sclavis - è un'area di cantiere, chiusa". Ed è questo il nodo centrale della questione, la matassa che da anni politici, comitati, uffici tentano di districare senza risultato. 

Il cantiere è tristemente noto alle cronache locali. Una storia iniziata nel quadrante 14 anni fa, quando la ditta Bts ha preso in concessione l'area compresa tra via Giovannoli e via Cartaro, edificando palazzine (tutte vendute), senza però "ripagare" il territorio con le dovute opere di compensazione. Una porzione di terreno da risanare e una strada di collegamento tra il quadrante e via della Marranella che ancora aspetta il collaudo e la presa in consegna da parte del municipio con annessa apertura al traffico. Dovrebbe dunque essere pubblica, ma di fatto non lo è ancora. E mentre gli abitanti attendono quel che gli spetta, mal tollerano che il cantiere sia costantemente utilizzato da terzi per eventi, nel caso specifico, religiosi. Il funerale del 30 ottobre segue infatti una serie di riti e preghiere che hanno suscitato più di una protesta. Le forze politiche di centrodestra chiedono da tempo il sequestro.

"La mancanza di attenzione da parte del municipio e la volontà della comunità bengalese di continuare ad agire fuori dalla norma all'interno di un'area di cantiere che per definizione non dovrebbe essere accessibile, sta creando notevoli tensioni con i residenti -  commenta il consigliere comunale di FdI Maurizio Politi - acclarata poi la mancanza di qualsiasi forma di buon senso da parte del costruttore, con il collega Francesco Figliomeni, continueremo a procedere con tutte le azioni necessarie al sequestro dell'intero cantiere. C'é bisogno di un segnale forte di legalità, sul quale staremo con il fiato sul collo al sindaco Raggi. È ora di farla finita". 

Sulla stessa linea anche il consigliere del V municipio Fabio Sabbatani Schiuma, già candidato presidente della coalizione per Giorgia Meloni sindaco. "Non è la prima volta che vengono celebrati in mezzo alla strada, nelle piazze e nei cortili dei palazzi. Anche a inizio anno ne sono stati fatti svariati, con piccoli cortei partiti dalle abitazioni o da qualche centro culturale adibito a moschea. A nulla sono valse le interrogazioni per sapere se erano state richieste le dovute autorizzazioni, pagate le imposte di bollo e seguite le procedure". 


 

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