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La Roma "de core e de panza" / Tor Pignattara / Via dei Savorgnan, 99

Addio a Sora Mary, icona della romanità e della trattoria “Betto e Mary”

È scomparsa all’età di 83 anni la storica proprietaria della trattoria di Certosa. Gli abitanti lanciano una raccolta fondi per piantare un albero a suo nome nel quartiere

Chiunque abbia messo piede almeno una volta nella vita da “Betto e Mary”, storica trattoria di Villa Certosa, si sarà sentito a casa. Tra tovaglie a quadrettoni e i piatti tipici della cucina romana, gran parte del merito era sicuramente di Sora Mary, fondatrice e proprietaria che per oltre 50 anni ha reso il locale tra via del Mandrione e Torpignattara un’istituzione, per il Prenestino così come per chi cerca la “Roma vera”, quella de core e de panza.

Un pezzo di quell’autenticità è scomparsa però insieme a Sora Mary, venuta a mancare durante la notte tra il 29 e 30 novembre, privando così il quartiere di uno dei simboli della veracità tipicamente romana.

Mary, romana “come una volta”

Dopo aver tentato la fortuna a San Francisco, Betto e Mary, lei casalinga e lui chef, hanno realizzato invece il loro “grande sogno” a Roma, fondando la trattoria che oggi reca il loro nome, in via dei Savorgnan 99. Dal novembre del ’69 a oggi è diventata un punto fermo per il Pigneto. Tant’è che Mary è stata anche protagonista del documentario di Antonella Sabatino, “Mary & Rosy”, dedicato alle matrone del Quadrante Est.

“Era burbera e schietta, alla Anna Magnani – ripercorre il figlio, Marco Spoletini, con Roma Today – Era piccoletta, ma si sapeva far rispettare e se serviva ti scacciava scherzosamente dal locale con un coltellaccio”. Che fosse in cucina o servisse ai tavoli, Mary si faceva sentire. “Anche se mio padre ha fatto per 11 anni pugilato, non ha mai avuto problemi con mia mamma al fianco, pronta a farsi valere persino negli anni difficili della Banda della Magliana. Era piccoletta, ma quando perdeva il lume della ragione non c’erano santi, le suonò anche a diversi personaggi molesti che misero piede nella trattoria”, scherza Spoletini, uno dei 3 figli di Betto e Mary. Il più grande, ha gestito per anni il locale al fianco della madre.

Passione e veracità, un santuario della cucina romana

Lavoratrice instancabile e dalla battuta sempre pronta, sui piatti della cucina romana però Sora Mary non transigeva. “Era tignosa sì, se non le piacevano le materie prime le rimandava indietro ai fornitori, così i piatti se non erano così come li voleva lei. Non ce n’era un solo che non le riusciva bene, tant’è che il presidente dei pescivendoli di via Ostiense ammise che era più brava anche di sua mamma. Non c’era partita con Mary in cucina”, ammette Marco.

Tranne quando qualcuno le rimproveravano i piatti, lì dava sfoggio di tutta la sua veracità. “Non sopportava i vegani, diceva erano l’antitesi del cliente tipo – ricorda il figlio – E chi non apprezzava la sua cucina era scherzosamente invitato a mangiare in ospedale o ad andare in rosticceria”.

Un santuario della cucina romana che per anni ha attratto tutta la città,soprattutto filmaker e personaggi del mondo dello spettacolo, come Mario Merola, Ezio Bosso e persino Billy Corgan, frontman degli Smashing pumpkins.

Una trattoria familiare, di nome e di fatto, in parte per le espressioni proverbiali attaccate alle pareti o all’ingresso, a suon di “lasciate ogni speranza voi che entrate” o tra i tavoli in legno dove, tra una coda alla vaccinara e un’amatriciana, spunta un avviso. “Qua se magna insieme ma nun se scrocca”. Da due anni però, il Covid-19 ha reso la vita amara anche a Mary, “La pandemia l'ha fatta riposare un po', ma le ha tolto linfa vitale. Lontana dai fornelli si è sentita privata di uno scopo, non si è più ripresa del tutto”, conclude Marco Spoletini.

Mentre gli abitanti hanno lanciato una raccolta fondi per piantare un albero in suo onore a Villa Certosa, i famigliari fanno sapere che la funzione dedicata a Mary si terrà giovedì 2 dicembre alle ore 10.00, presso la chiesa di Santa Giulia in Viale Filarete 227.

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