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VIAGGIO TRA I COMITATI | Intervista al Cdq Torpignattara

È tra i comitati di quartiere più attivi della Capitale ed ha al suo attivo tante battaglie sul territorio, molte delle quali vinte. Ecco in che modo

Nato almeno trent’anni fa il Cdq di Torpignattara è senza dubbio tra i comitati di quartiere più attivi della Capitale, di certo il più combattivo del neonato quinto municipio grazie alle decine di battaglie e alle tante iniziative organizzate sul territorio. Esempi? L’idea di un orto sociale, le feste di giugno nel parco Almagià, la fantasiosa proposta di adottare aiuole,  le ‘spedizioni pulitive’, e i tanti sit in appellati ormai icasticamente “occupy”. Tutto questo nell’ultimo mese e mezzo. Abbiamo parlato con Antonella Fioretti, membro stabile del Cdq, che ci ha raccontato delle battaglie combattute e di quelle che impegneranno il comitato negli anni a venire.

Come nasce il Cdq Torpignattara?

È nato molto tempo fa, si parla almeno di 30 anni, forse di più. Allora la presidente era la signora De Salazar e le riunioni avvenivano nella scuola Grazia Deledda. Col tempo, com’è fisiologico che sia, molti dei componenti sono cambiati e qualche anno fa è stata eletta presidente Luciana Angelini, che era già attiva nel Comitato.

Quanti sono i componenti del Cdq? E in che modo vi organizzate?

Diciamo che ad impegnarci attivamente siamo una ventina di persone, ma con le nostre iniziative coinvolgiamo tanti altri cittadini. Peraltro col tempo si sono creati dei piccoli gruppi all’interno dello stesso Cdq: magari ci sono i residenti della Marranella che si organizzano da par loro per un’iniziativa, e così via. Insomma, i cittadini hanno preso coscienza. Per quanto riguarda l’organizzazione tutto avviene in maniera molto spontanea. Non abbiamo impegni fissi e ci teniamo in contatto sui social network.

Quali sono le lotte che vi hanno visti protagonisti in questi anni?

Una battaglia vinta che mi fa piacere ricordare è quella per il rifacimento del Parco Almagià. Il Comune non voleva sbloccare i fondi perché non la riteneva una priorità ma alla fine l’abbiamo spuntata noi sopratutto grazie al consigliere Valeriani che si era impegnato per farceli avere. E poi la lotta per fermare le colate di cemento nell’area del Comprensorio Casilino. Infine l’Ecomuseo: all’inizio sembrava un sogno mentre ora ne parlano in tanti, anche Zingaretti si è dimostrato interessato al progetto.

E i progetti che vi impegneranno di più negli anni a venire?

La riapertura del Cinema Impero è una nostra priorità. Marino ha parlato di un museo della Scienza a Roma: perché non farlo nell’ex Cinema Impero? Ho parlato poco fa con il proprietario, lui si dice disponibile ma il Comune deve investire del denaro. La riqualificazione delle periferie non si fa solo con le chiacchiere ma con investimenti concreti. Poi c’è la petizione per aprire un varco tra Marranella e Villa de Sanctis  che ha già raccolto più di mille firme. Un’altra priorità è il cantiere di via Alò Giovannoli che ha ottenuto l’ennesima proroga. I residenti sono avvelenati perché l’area è da tempo un ricettacolo di degrado.

Che rapporti avete con i politici del territorio? Vi sentite più vicini ad uno schieramento?

No, anzi, sfido chiunque ad andare nella nostra pagina facebook e trovare un solo post politicamente schierato. Poi ovviamente tra i componenti ognugno ha le sue idee ma come comitato abbiamo fatto battaglie con  tutti. Per la riqualificazione del parco Almagià, ad esempio, ci siamo rivolti a Sel come agli ex AN.

E la politica è capace di ascoltare i cittadini?

Devo dire di sì. Il Presidente Palmieri si è sempre dimostrato disponibile, così come lo sono stati i consiglieri di opposizione da Rinaldi a Verdecchia. Nessuno ha mostrato alcun tipo di pregiudizio nei nostri confronti. Poi non è sempre facile realizzare ciò che si promette, nè si possono attribuire ad una sola persona tutti i meriti o tutti i demeriti. Come sempre le cose sono più complesse, ma noi non abbiamo mai fatto sconti a nessuno.  

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