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Giovedì, 18 Aprile 2024
Torpignattara Pigneto / Via Augusto Dulceri

Crollo in via Dulceri: “I fondi per gli evacuati finiranno il 2 febbraio”

Entro quella data la ditta proprietaria del cantiere dovrebbero ottemperare alla messa in sicurezza dell'area. Ma ancora il progetto è in fase preliminare

Su un punto la convergenza è totale: con via Dulceri non si scherza più. A tre settimane dal collasso del cantiere e dal crollo della palazzina l’operazione da fare è una e urgente: mettere in sicurezza l’area e riconsegnare le case, agibili, agli evacuati. Tutti i presenti alla commissione congiunta di ieri mattina lo hanno detto e ridetto. Dal presidente del VI Municipio, Giammarco Palmieri, all’assessore ai Lavori Pubblici municipale Stefano Veglianti al consigliere di opposizione Mauro Corsi all’onorevole Gemma Azuni, che ha richiesto l’incontro tramite una mozione. Tutti d’accordo. Già, ma non è così semplice.

Nel migliore dei casi la messa in sicurezza ordinata alla ditta proprietaria del cantiere verrà effettuata dalla stessa entro il 2 febbraio, scadenza fissata nel verbale redatto dalla Commissione Stabili Pericolanti. E sempre nel migliore dei casi l’intervento seguirà le normative scongiurando qualunque pericolo per i residenti che potranno tornare nelle loro case nuovamente sicure. Il tutto se ci saranno quei controlli da parte dell’amministrazione, che per molti sono mancati fino ad ora. Così dovrebbero andare le cose. Ma il condizionale è d’obbligo.

La prima paura è che il 2 febbraio sia troppo vicino. Ricordiamo che l'area è sotto sequestro per le indagini della magistratura, che l’impresa ha comunicato sì la presa in carico dei lavori da parte di uno studio tecnico specializzato ma che il progetto ancora non c’è.  “E’ arrivato oggi sul tavolo una bozza che però non è ufficiale, non è ancora protocollato - spiega il presidente Palmieri - quindi è come se non ci fosse”. Certo, “è un segnale che ci si sta lavorando” suggerisce il consigliere Corsi, ma non basta a tranquillizzare gli animi. E d’altronde i precedenti del cantiere non fanno ben pensare.

Crollo palazzina via Augusto Dulceri

Dell’11 ottobre il cedimento del manto stradale in via Orlandini (sul lato nord), la prima messa in sicurezza con rifacimento della palatie, che doveva avvenire entro fine novembre ma che non è stata mai certificata,  e l’esplosione di una tubatura il 23 dicembre, a quattro giorni dal crollo. Insomma, per quanto i tempi di lavoro non siano lunghi e stimati in poco più di una settimana (almeno quelli di interramento), il pericolo di assistere a un copione già visto c’è.  “Perché nessuno ha controllato il cantiere dopo il primo cedimento? E perché se non è stato monitorato fino ad oggi qualcuno dovrebbe farlo adesso?”. Così i cittadini, costretti in albergo da tre settimane, si fanno sentire dall’altra parte del tavolo, nella sala commissioni di via Petroselli. La domanda spiazza e le risposte stentano.  

“L’ordinanza del sindaco sulla messa in sicurezza prevede che il municipio verifichi la presenza di un tecnico specializzato alla guida dei lavori - spiega il minisindaco - ma il tecnico, unico a seguire di fatto il cantiere passo passo, chi lo controlla?”. Nessuno. Nessun ufficio tecnico è nominato per seguire i vari step dei lavori. E’ il direttore degli stessi a certificarne il regolare svolgimento. Niente di diverso dalle procedure passate. Questa volta però, l’ha detto chiaramente l’onorevole Azuni, “non si può scherzare” e la vigilanza deve essere a tutto tondo, anche a carico di chi sulla carta non l’avrebbe. “Faremo tutto quello che è in potere del municipio per far si che la messa in sicurezza avvenga nei tempi previsti e sia fatta a regola”. Ma se qualcosa non dovesse andare? C’è un piano B.

“Il Municipio si sta preparando ad intervenire nell’eventualità che il costruttore non ottemperi a quanto richiesto” spiega il minisindaco. “Siamo disponibili ad avviare un piano di esecuzione a partire dal 3 febbraio”. Sì, ma le casse sono vuote. “Per farlo è necessario l’intervento del gabinetto del sindaco e degli uffici comunali preposti, noi non abbiamo la copertura finanziaria”. E ad esaurisi, dal 2 febbraio, sarà anche la copertura per pagare gli alloggi agli evacuati. “Ho richiesto un incontro ad Alemanno- continua Palmieri - più volte, ancora non ho ricevuto risposta”. Se si dovesse sforare il 2 febbraio i cittadini dove andrebbero?

La speranza è che possano restare nell’albergo attuale, quello trovato dal Municipio al Pigneto. In alternativa Azuni proponeva l’opzione  appartamenti sfitti, strada già sperimentata con successo in una situazione simile nel XIX municipio. Da scongiurare invece, come sottolineato da Palmieri, “soluzioni di fortuna tipo il camping Fabulus a Ostia (inizialmente vagliata tra le possibili, ndr). Sono condizioni improponibili e lontanissime dal quotidiano delle famiglie”. L’appello è rivolto nuovamente al Comune perché metta a disposizione le risorse necessarie per garantire un alloggio decoroso ai cittadini. E comunque, precisa il presidente, “non possiamo che parlare di pochi giorni”. Anzi, sulla carta non dovrebbero servire neanche quelli.

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