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Torpignattara Pigneto / Via Giovannoli Alò

Via Giovannoli, la resa dei conti sul cantiere "vergogna": "Pronti a misure drastiche"

L'assessore ai Lavori Pubblici del V municipio, Stefano Veglianti: "Sottoposto il caso al Prefetto e all'avvocatura comunale, stiamo lavorando per arrivare presto a misure risolutive, a un atto amministrativo che sia definitivo"

Stando a quanto comunicato dalla ditta al municipio, i lavori per il rifacimento della strada dovevano partire il 15 Settembre, ma ad affacciarsi dalle case di via Giovannoli, dell'opera non c'è traccia. Il panorama è lo stesso di sempre, desolante, e il cantiere "vergogna", così ribattezzato (e non è un caso) dai residenti del quadrante, rimane immobile, come dal 2001 a questa parte. Una storia complessa, a tratti torbida, fatta di abusi, permessi scaduti, case prive di abitabilità e condizioni di estremo degrado che permangono da anni a pochi metri dalle case dei cittadini. 

La ditta BTS che ha preso in concessione l'area compresa tra via Giovannoli e via Cartaro, ormai 14 anni fa, ha edificato delle palazzine (tutte vendute), senza "ripagare" il territorio con le dovute opere di compensazione. Una porzione di terreno da risanare e una strada di collegamento tra il quadrante e via della Marranella, questa di particolare interesse per la cittadinanza, mai arrivate. Nel mezzo una pioggia di atti inviati dal municipio al Comune rimasti sulle scrivanie degli uffici, denunce alle forze dell'ordine da parte dei cittadini, una proroga concessa dal dipartimento Urbanistica per chiudere il cantiere, scaduta nel giugno del 2013, un box abusivo acquistato dalla comunità bengalese e adibito a moschea, prima sequestrato, poi dissequestrato, ora da demolire. Un caos. 

"Abbiamo cercato per anni un'interlocuzione con il costruttore - spiega l'assessore ai Lavori Pubblici del V municipio, Stefano Vegliani - ormai siamo a un punto di non ritorno. Sottoposto il caso al Prefetto e all'avvocatura comunale, stiamo lavorando per arrivare presto a misure risolutive, a un atto amministrativo che sia definitivo". Il sequestro del cantiere? L'assessore non si sbilancia, ma i sigilli rientrano tra le ipotesi. Certo, il rischio è che per gli abitanti non si risolva molto. A pagare i lavori, a quel punto, sarebbero i residenti per l'area privata (il cortile del condominio utilizzato come deposito di materiali edili) e l'amministrazione per le opere pubbliche mancanti. Insomma, non sarebbe il costruttore a versare la somma dovuta. Oltre al danno, la beffa. 

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