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Il Pd chiude ai centristi, polemiche nel VI Municipio: "Primarie aperte solo a parole"

Bocciata la candidatura alle primarie dell'Assessore Massimo Piccardi: "Hanno scelto di escludere qualunque partito non fa parte del cartello Italia Bene Comune. Ma per Tabacci le regole furono diverse"

Alla fine la direzione romana del partito ha fatto quello che i militanti si aspettavano. Dopo le polemiche dei giorni scorsi che hanno visto diversi segretati locali in polemica con la dirigenza, la commissione di verifica del Pd ha scelto di escludere i candidati esterni alla coalizione dalle elezioni primarie del 7 aprile. Una scelta che ovviamente non è andata giù ai diretti interessati.

Nel VI il nome è quello di Massimo Piccardi, assessore al decoro urbano nell’attuale giunta Palmieri ma passato due anni orsono nelle fila dell’Api di Rutelli. Sebbene Piccardi abbia raccolto più di 900 firme valide il suo nome non compare nella lista diramata oggi dal Partito Democratico. "Mi hanno escluso – conferma Piccardi - perché il mio partito non fa parte del cartello Italia Bene Comune. La cosa che mi lascia perplesso è che in altre occasioni le regole sono state diverse".

Esempi? Uno su tutti, il nome di Bruno Tabacci, anche lui in quota Api prima di fondare il suo Centro Democratico ora alleato con il centrosinistra: "In quell’occasione decisero in un altro modo – spiega l'Assessore – visto che neppure allora l’Api era alleata con il Pd". Insomma per Piccardi si tratta di "primarie aperte solo a parole". "Ma non farò ricorso, - conclude - anche se avrei tutte le carte in regola. La politica non si fa con le carte bollate".

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