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Ex Snia, è allarme per il taglio degli alberi: ecco cosa sta succedendo intorno al lago Bullicante

Da metà marzo, all'interno dall'area dove sorgono i manufatti dell'ex fabbrica, sono al lavoro le ruspe. In una striscia di terreno la vegetazione è stata completamente asportata. Il Forum: "Il pino d'Aleppo non c'è più"

La testimonianza più visibile è l’assenza di un pino d’Aleppo che spuntava dall’alto di uno dei ruderi dell’ex fabbrica. Non c’è più. Ma questa immagine è solo il simbolo di un’operazione più estesa di rimozione della vegetazione cresciuta negli ultimi vent’anni all’interno dell’area dell’ex Snia. I lavori riguardano la parte privata, che sorge a ridosso del monumento naturale del lago Bullicante.

La prima segnalazione risale al 10 marzo: un residente in uno dei palazzi che si affacciano su largo Preneste riprende e fotografa una ruspa che sposta fogliame e rami, che spiana la nuda terra. Una fotografia aerea scattata nei giorni seguenti, mostra come nella fascia di terreno che va dai ruderi dei capannoni al muro perimetrale, che segue la ‘L’ formata da via Prenestina e via di Portonaccio, la vegetazione sia stata completamente rimossa. Da un lato il marrone chiaro della terra seccata dal sole, dall’altro il verde delle fronde di alberi e arbusti. In quell’immagine, scattata prima del 31 marzo 2021, i lavori lungo il perimetro, nel lato che si affaccia su via di Portonaccio, si erano fermati all’altezza della torretta visibile anche dalla strada, mentre oggi è possibile osservare come non ci sia più vegetazione anche oltre, fino al confine con il monumento naturale. I lavori di sfalcio hanno interessato anche il viale principale che corre in mezzo ai ruderi e alcuni spazi interni ai capannoni.

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A lanciare l’allarme i cittadini e gli esperti che da anni studiano l’ecosistema cresciuto attorno al lago, emerso nel ‘92 in seguito a degli scavi per la realizzazione di un centro commerciale. “La vegetazione che prima cresceva rigogliosa è stata completamente distrutta: niente più alberi, né grandi o né piccoli, niente più cespugli, nemmeno più l'erba. Il deserto”, la denuncia del Forum territoriale del Parco delle Energie che il 31 marzo 2021 ha chiesto accertamenti alla Soprintendenza Speciale, alla Sovrintendenza Capitolina, al dipartimento Ambiente del Comune di Roma, a Roma Natura e al V Municipio.

“Chiedevamo un intervento in difesa della macchia mediterranea che nella zona dei ruderi dismessi era cresciuta indisturbata sino a costituire degli habitat di pregio tutelati dalle Direttive europee, come le alberature monumentali di pino d'Aleppo e gli allori di alto fusto, a loro volta luogo di nidificazione e rifugio per la fauna selvatica ugualmente tutelata”. Eppure, continua il Forum, “ogni allarme lanciato dagli abitanti del quartiere verso le istituzioni preposte non ha sortito nessun effetto, la ruspa ha continuato a distruggere”. A chiedere verifiche alle istituzioni, anche il Gruppo Pigneto-Prenestino del Wwf di Roma che ha fatto sapere di aver segnalato la situazione all’assessore all’Ambiente del V municipio, Stefano Cicerani.

Sull’area, di proprietà di una società riconducibile al gruppo Pulcini, insistono alcune tutele, come quella paesistica, in quanto ricade nel comprensorio archeologico Ad Duas Lauros. Per questo motivo, prima di potare o tagliare le alberature presenti è necessario chiedere l’autorizzazione preventiva all’ufficio Verde privato del dipartimento Ambiente del Comune di Roma.

Ex Snia: Fotografie scattate il 22 aprile 2021

Eventuali lavori all’interno dei ruderi dell’ex fabbrica sono inoltre soggetti al parere della Sovrintendenza Capitolina, che ha definito l’area di “archeologia industriale”. Secondo il Forum, inoltre, “è stata ignorata la legge 157/92 (Norme per la protezione della fauna selvatica, ndr) che dispone tra marzo e settembre (per Roma, con alto rischio tra aprile e luglio, ndr), l'interruzione di ogni intervento su qualsiasi albero o boscaglia ritenuto luogo di nidificazione. E la vegetazione oggi distrutta lo era diffusamente per le numerose specie di uccelli protetti che vivono attorno al lago Bullicante”. 

Secondo quanto apprende Romatoday, dopo la segnalazione avanzata dal Forum alla fine di marzo, si sono tenuti alcuni sopralluoghi da parte delle istituzioni preposte. Fonti della Soprintendenza hanno confermato il sopralluogo dei propri funzionari. Anche la polizia locale ha avuto accesso all’area in diverse occasioni, le ultime delle quali ieri e oggi. Secondo quanto riferito a Romatoday dal comandante della polizia locale del Gruppo Prenestino, Mario De Sclavis, per accertare eventuali illeciti, i vigili hanno chiesto un intervento congiunto con i funzionari della Soprintendenza competenti per le autorizzazioni paesaggistiche e con un agronomo, al fine di poter valutare con le dovute competenze tecniche la natura degli interventi effettuati, anche con l’ausilio di una cartografia in grado di mostrare la situazione precedente. La data per effettuare questo sopralluogo non sarebbe ancora stata fissata. Dalla polizia locale fanno sapere anche che l’ispezione dei luoghi ha mostrato l’accatastamento di materiale di risulta, sterpaglie e rifiuti di varia natura.

Contattato sul tema, ieri, il V municipio ha fatto sapere che dai sopralluoghi effettuati nei giorni scorsi non è emersa alcuna irregolarità e che gli sbancamenti e lo sradicamento della vegetazione rientra in regolari azioni di pulizia di arbusti infestanti. Secondo quanto si apprende, alla fine di febbraio, in seguito a un caso di cronaca che aveva coinvolto l’area, il commissariato di zona aveva chiesto alla proprietà di sfalciare i rovi per permettere un ingresso più agevole alle volanti delle forze dell’ordine. In seguito alla denuncia dei cittadini in merito alla ‘scomparsa’ del pino d’Aleppo, accertata nel tardo pomeriggio di ieri, il V municipio ha fatto però sapere di aver chiesto ulteriori accertamenti alla polizia locale. 

Per capire fino in fondo il perché dell’allarme lanciato da attivisti ed esperti del Forum c’è un ulteriore elemento da considerare: i ruderi dell’ex fabbrica sono rimasti fuori dal perimetro del monumento naturale del lago dell’ex Snia, istituito dalla Regione Lazio nel giugno 2020, ma al momento sono al centro di un lavoro di “valutazione e studio” da parte di Roma Natura, in merito alla possibilità di includerli nell’area sottoposta a tutela ambientale. “Dal punto di vista naturalistico, ha tutte le caratteristiche per farne parte”, ha detto in un’intervista del 18 febbraio a Romatoday Maurizio Gubbiotti, presidente dell’ente gestore dei parchi regionali.

Anche gli esperti e i ricercatori che da anni studiano la zona non hanno dubbi: i ruderi dell’ex fabbrica sono parte integrante dell’ecosistema del lago. Anche lì sono stati individuati habitat vegetazionali dichiarati prioritari dalla normativa europea, tra i quali anche il pino d’Aleppo. Anche lì nidificano le specie che abitano il monumento naturale. Tra le rovine costruite con materiali tufacei dell’ex fabbrica, che per l’avifauna che frequenta il lago sono simili alle pareti rocciose delle campagne, nidificano specie di uccelli protetti dalle direttive europee, tra le quali il falco pellegrino.

Per questo il Forum, in attesa dei riscontri delle istituzioni in merito a eventuali illeciti, ha chiesto lo stop dei lavori. “Oggi Giornata Mondiale della Terra avremmo voluto festeggiare la strepitosa biodiversità del Monumento Naturale del Lago Bullicante. Oggi invece sopra le sue acque vola un gheppio che non ritrova più il suo nido, oggi non si sentono i fagiani nel loro canto. Oggi con rabbia dobbiamo celebrare un funerale, quello della giustizia ambientale in questa città”.

All'interno della fabbrica dell'ex Snia: le foto del sopralluogo della polizia locale

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