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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Allarme taglio degli alberi all'ex Snia, negato l'accesso alle istituzioni per un sopralluogo: "Torneremo, rischio abusi"

Lo ha detto l'assessore all'Urbanistica, Luca Montuori, che ha spiegato che lunedì dipartimento Pau, Municipio V, Soprintendenza e Polizia locale hanno tentato di entrare nell'area: "Dobbiamo verificare, è un'area vincolata"

Dopo le immagini del ‘prima’ e del ‘dopo’ di un rudere dell’ex fabbrica della Snia da cui si spuntava la chioma di un pino d’Aleppo, che dalla scorsa settimana non c’è più, si è alzato il livello di attenzione delle istituzioni in merito ai lavori avviati circa un mese fa nell’area privata a ridosso del monumento naturale del Lago Bullicante. Lunedì mattina una delegazione formata da funzionari del dipartimento Urbanistica di Roma Capitale, del V municipio, della Soprintendenza di Stato e della Polizia locale, ha tentato di effettuare un sopralluogo congiunto “per verificare cosa stia accadendo in un’area, ricordiamo, sottoposta a vincolo”, ha scritto in una nota l’assessore all’Urbanistica del Comune di Roma, Luca Montuori. 

Il sopralluogo, però, non si è tenuto perché “la proprietà (una società riconducibile gruppo Pulcini, ndr), pur convocata, non ha voluto permettere l’accesso all’area”, ha spiegato ancora l’assessore che ha annunciato il prossimo passo: “Richiederemo il permesso nelle sedi opportune segnalando ancora una volta il rischio che si stiano commettendo degli abusi e ribadendo che tutte le attività devono essere verificate e controllate”.

Intanto, questa mattina i residenti che abitano nei palazzi che si affacciano su largo Preneste hanno diffuso nuove immagini di ruspe intente a rimuovere la vegetazione. In seguito al nuovo allarme lanciato della cittadinanza, sul posto si è recata una volante della polizia locale, che è però rimasta all’esterno del perimetro dell’ex fabbrica. Presente anche l’assessore all’Ambiente del V municipio, Stefano Cicerani. I funzionari e gli agenti della polizia locale hanno spiegato a Romatoday di essere in attesa del nulla osta da parte della Procura di Roma, necessario per poter effettuare un’ispezione all’interno di un’area privata senza il consenso del diretto interessato. 

L’obiettivo del sopralluogo è quello di stabilire se siano stati effettuati interventi che andavano preventivamente autorizzati e, nel caso, verificare l’esistenza di queste autorizzazioni. Pur essendo all’esterno del perimetro del monumento naturale, infatti, tutta l’area è sottoposta al vincolo paesistico Ad Duas Lauros, vincolo che prevede che non possano essere attuati interventi di taglio degli alberi senza autorizzazioni e supervisione della Soprintendenza. Secondo quanto apprende Romatoday, in alcuni casi urgenti, come per esempio di fronte a un rischio crollo, è possibile procedere anche con il solo via libera del dipartimento capitolino Ambiente. 

Le prime segnalazioni in merito al taglio della vegetazione, come raccontato da Romatoday il 22 aprile scorso, sono scattate il 10 marzo. Il 31 marzo il Forum territoriale permanente del Parco delle Energie ha inviato una richiesta di accertamento a tutti gli enti competenti. Tra le immagini allegate, anche quella dalla quale si vede una striscia di terra completamente priva di vegetazione. L’allarme della cittadinanza è stato alto fin da subito. Nei ruderi dismessi, infatti, negli ultimi vent’anni la vegetazione è cresciuta indisturbata con tratti di macchia mediterranea, alcuni habitat di pregio tutelati dalle Direttive europee, come le alberature monumentali di pino d'Aleppo e gli allori di alto fusto, divenuti luogo di nidificazione e rifugio per fauna selvatica ugualmente tutelata. L’area privata è rimasta esclusa dal perimetro del monumento naturale ma Roma Natura aveva annunciato l’intenzione di chiedere alla Regione Lazio l’ampliamento della zona vincolata. Le valutazioni tecniche sono in corso da mesi. 

Nel corso del sopralluogo effettuato dalla polizia locale in seguito alle prime segnalazioni al V municipio, non era stata riscontrata alcuna irregolarità: gli sbancamenti erano stati considerati come un’azione di pulizia di infestanti avviata in seguito alla richiesta del commissariato di zona di sfalciare i rovi per permettere un ingresso più agevole alle volanti delle forze dell’ordine in caso di necessità. I lavori di sradicamento della vegetazione, con il passare dei giorni, hanno riguardato porzioni sempre più estese. Per questo è scattato il tentativo di effettuare un nuovo sopralluogo congiunto con polizia locale e Soprintendenza.

Anche la Soprintendenza, la scorsa settimana, aveva confermato di aver effettuato un primo sopralluogo dopo la segnalazione dei cittadini del 31 marzo. Secondo quanto apprende Romatoday da fonti riservate, proprio la Soprintendenza di Stato ha inoltrato al Municipio V e alla Procura una segnalazione relativa al fatto che i lavori all’interno dell’area tutelata non hanno ricevuto autorizzazioni da parte dell’organo ministeriale. L'indiscrezione, però, non viene confermata dalla Sopritendenza.

ruspe ex snia-2
Immagine scattata il 28 aprile 2021

“Nelle ultime settimane si stanno verificando attività di ‘pulizia e bonifica’ degli edifici industriali dismessi”, ha scritto l’assessore Montuori. “Si tratta di attività private in aree private, rimaste purtroppo escluse dal perimetro del Monumento naturale approvato dalla Regione Lazio. Private però non vuol dire che al loro interno si possa agire senza regole”, continua l’assessore. “I lavori hanno cancellato una parte fondamentale della vegetazione che ha favorito in questi anni lo sviluppo dell’ecosistema emergente che caratterizza questa parte di città. Un nuovo ecosistema fragile, in un contesto urbano denso, una natura che si è riappropriata di un luogo che rappresenta oggi uno dei pochi polmoni verdi dell’area, un nodo strategico per garantire la continuità dei corridoi ecologici, la biodiversità, la rete dei sistemi naturali”. 

I cittadini del Forum considerano “positivamente l'azione di Roma Capitale e del Municipio V”, denunciando: “Ora il danno ambientale è fatto, va accertato e quantificato ma bisogna assolutamente impedire che si continui a colpire questo ecosistema”. Per questo si rivolgono alle istituzioni. A Roma Capitale e alla sindaca Virginia Raggi, che “riconosce il valore ambientale dell'area”, per il Forum “spetta la responsabilità di espropriare per pubblica utilità questo patrimonio in pericolo, per renderlo un bosco urbano necessario alla qualità della vita in questa città”. A RomaNatura, “spetta di esprimersi favorevolmente  sull'ampliamento della tutela ambientale”. Al Demanio dello Stato “spetta di riconoscere e acquisire definitivamente, senza più ostracismi, il Lago come bene idrico, per tutelarne in maniera prioritaria le acque e le sponde fino a 300 metri”. 

A chiedere un “intervento urgente da parte di tutte le Istituzioni interessate per fermare ulteriori manomissioni dell’area” è Italia Nostra di Roma che ha scritto un appello a Comune, Regione e Soprintendenza: “In questi giorni è in corso l’abbattimento della vegetazione sviluppatasi nel corso degli anni in questa area, compromettendo in modo irreversibile la natura dei luoghi”. E ancora: “Purtroppo il decreto (quello che ha istituito il Monumento naturale) non è stato accompagnato da provvedimenti di tutela dell’area in questione, quali l’adozione da parte di Roma Capitale di una variante urbanistica di salvaguardia o l’estensione della Rete Ecologica sull’area in questione”, scrive l’associazione ambientalista. 

In merito al percorso di demanializzazione del lago, secondo quanto apprende Romatoday, il nodo relativo al manufatto che sorge sulle sue acque non è stato superato al tavolo interistituzionale aperto sul tema. Due novità in merito sono però arrivate nei giorni scorsi dal Consiglio regionale. Le spiega la consigliera e capogruppo della lista civica Zingaretti, Marta Bonafoni.

Uno riguarda la demanializzazione: “L’aula ha accolto un ordine del giorno a mia prima firma, che impegna la Giunta a dare mandato alla struttura competente di procedere ad una formale diffida nei confronti dei proprietari dell`area, per la demolizione della struttura in cemento armato che svetta dall'acqua. Questo per garantire la piena integrità ed incontaminatezza degli habitat naturali presenti e la rapida conclusione del procedimento di demanializzazione dello specchio d'acqua”. Bonafoni ha inoltre informato che nel Piano territoriale e paesistico - il Ptpr - appena approvato è stato inserito “il neo monumento naturale Lago ex Snia, un fatto fondamentale che rafforza le disposizioni di tutela per questo straordinario miracolo di biodiversità che resiste in uno dei tessuti urbanizzati di maggior densità della Capitale” .

Il Forum ha lanciato un appuntamento al Lago Bullicante alle 16.30 di mercoledì 28 aprile. Alle 18 è in programma un'assemblea.

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