Monumento naturale lago Ex Snia, per l'anniversario del centro sociale scatta la mobilitazione: "Espropriare tutta l'area"
Un gruppo di attivisti ha esposto uno striscione fuori dal cancello dell'area privata rimasta esclusa dal perimetro della tutela: "Scongiuriamo la cementificazione"
"Per tutta l'ex Snia monumento naturale. Ora l'esproprio". In occasione del 26esimo compleanno del centro sociale Ex Snia, nato nel 1995 nel bel mezzo della battaglia per la trasformazione dell'ex area industriale in un parco e contro la realizzazione di un centro commerciale, cittadini e attivisti del quadrante Prenestino tornano ad accendere i riflettori sul perimetro del Monumento naturale, chiedendo l'esproprio dell'area dove sorgono i manufatti dell'ex fabbrica, di proprietà privata e rimasta esclusa dal perimetro posto sotto tutela.
"Per l'anniversario dell'occupazione ci siamo ritrovati davanti all'ingresso della vecchia fabbrica, per avviare questa nuova fase cruciale della lotta", hanno spiegato con una nota. "Vogliamo che Virginia Raggi e Luca Montuori procedano ora con l'esproprio finale da parte di Roma Capitale, vogliamo la demanializzazione del lago e l'allargamento del Monumento Naturale da parte di Nicola Zingaretti e la Regione Lazio", hanno scritto.
Nell'ambito dell'approvazione del decreto di istituzione del Monumento naturale, in sede di approvazione in commissione Ambiente della Regione era stata infatti aggiunta una prescrizione: entro un anno dalla firma, gli enti locali coinvolti avrebbero dovuto valutare la possibilità di ampliamento del perimetro da tutelare anche all'area privata. Nei mesi seguenti, l'assessore capitolino all'Urbanistica, Luca Monutori, aveva affermato che i suoi uffici stanno valutando la possibilità di ricorrere all'esproprio. I cittadini, inoltre, stanno spingendo anche per la demanializzazione del lago, passaggio che farebbe scattare in automatico le tutele entro 300 metri dalle coste del lago. Secondo gli esperti e gli studiosi che hanno analizzato il valore naturalistico del monumento naturale, infatti, anche l'area dove sorge l'ex fabbrica è parte integrante dell'ecosistema del monumento naturale. E il timore degli attivisti è che, al contrario, l'area privata possa essere oggetto di futuri progetti immobiliari.
Così sabato pomeriggio è scattata la mobilitazione. I cittadini hanno ricordato la nascita del lago all'inizio degli anni novanta, fuoriuscito nel corso degli scavi per la realizzazione di un centro commerciale mai terminato, e la decisione di un gruppo di cittadini di dare vita al centro sociale ex Snia all'interno di uno dei capannoni dell'ec fabbrica. "L’obiettivo era quello di realizzare un grande parco, mettendo in gioco corpi e desideri per soddisfare l'estremo bisogno di verde nel territorio, un luogo autogestito per la socialità, la cultura, la creatività, lo sport e il benessere per tutti e tutte". Poi concludono: "Di fronte a un pianeta in emergenza ecologica e climatica, l'urgenza rimane quella di scongiurare definitivamente la cementificazione e completare il progetto partito negli anni '90, per preservare la biodiversità e avviare la riforestazione".
Sabato pomeriggio la mobilitazione in occasione dell'anniversario dell'ex Snia non ha riguardato solo il perimetro del monumento naturale. Prima di esporre lo striscione lungo la via Prenestina, la manifestazione si è ritrovata a piazza Malatesta dove sono stati rivendicati "spazi e risorse per lo sport sociale di base". Gli atleti del Lokomotiv Prenestino, che frequentano la palestra popolare dell'ex Snia, si sono simbolicamente allenati in piazza. Subito dopo, è stata attenzionata anche la casa della salute Santa Caterina, di via Forteguerri, a due passi da Largo Preneste. Qui, a difesa della sanità pubblica, è stato esposto lo striscione: "Garantire la cura. Abolire l'intramoenia. Requisire le cliniche private".