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Comprensorio Casilino: sul muretto al Somaini il Mibac scrive al sindaco

Un muretto di cemento eretto intorno al Parco tra via dei Gordiani e via Castello (VI Municipio). Il Mibac ha chiesto ad Alemanno di verificare

Sul muretto 'sospetto' il Mibac chiede verifiche al sindaco Alemanno. Siamo al Parco Somaini, fra via dei Gordiani e via Belmonte Castello e, a quanto pare, le denunce, tante, del Cdq Torpignattara sono state finalmente ascoltate.  

Roma, Municipio VI Ex Borgata Gordiani, via dei Gordiani angolo via Belmonte Castello, Parco Somanini – Area gravata dalla dichiarazione di notevole interesse pubblico ai sensi della Legge n. 431/1985 art. 1, lettera m) con D.M. del 21/10/1995 (Comprensorio denominato “Ad Duas LAuros”); Bene del Patrimonio Culturale, Sistema dell’Insediamento Archeologico, Viabilità Antica (P.T.P.R.. Tav. C/24 va 0598 fascia di rispetto 50 mt.); aree di sedime della demolita Borgata Gordiani sottoposta a tutela ai sensi della Parte Seconda del D.Lgs. n. 42/2004 Art. 10 comma 1 e 3 lettera d).

Così il Ministero qualifica l’area del parco Somaini nella risposta inviata all’Osservatorio Casilino che ne ha sollecitato l’intervento a proposito del muro in mattoni edificato nel perimetro del parco. Nella stessa lettera, che tra i destinatari annovera anche la Procura della Repubblica, il MIBAC invita il Sindaco e il Municipio “a far effettuare gli accertamenti tecnici concernenti i lavori segnalati, considerato che sull’area insistono i beni culturali e paesaggistici citati in oggetto”.

"Ancora una volta - si legge in una nota stampa del Comitato - le istituzioni attestano inequivocabilmente l’inestimabile valore culturale e paesaggistico del Parco Somaini e quindi del Comprensorio Casilino (di cui il parco Somaini è parte integrante) tanto che, a seguito della diffida legale inoltrata dall’Osservatorio Casilino nel settembre 2012, nella quale si chiedeva la tutela dell’area, lo stesso MIBAC ha emesso un provvedimento di vincolo sulle due porzioni direttamente interessate dal ritrovamento di importanti reperti archeologici".

Resta da capire, continuano dal Cdq, "come il Dipartimento per la Riqualificazione delle Periferie, nella persona dell’architetto Francesco Coccia, abbia potuto progettare la variante al piano particolareggiato Casilino, ovvero lo scempio urbanistico, presentato nel maggio 2012 in una conferenza dei servizi tenuta al Comune, che prevedeva l’edificazione di circa 3.000 appartamenti su un’area dichiarata, a norma di legge, “di notevole interesse pubblico”.

"E’ giunta l’ora - conclude il Cdq -  che il piano venga ufficialmente e definitivamente ritirato, non solo perché devastante sotto il profilo culturale e paesaggistico, ma anche perché totalmente illegittimo".

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