rotate-mobile
Prenestino Prenestino / Via Biordo Michelotti

Il futuro del lago ex Snia appeso a quello di Zingaretti

Il provvedimento che dovrebbe estendere la tutela data dall’istituzione del monumento ambientale anche alla parte privata dell’ex area industriale attende ancora la firma del presidente dimissionario

“Nicola mettici la firma”: l’appello arriva da associazioni e comitati che da anni si battono per salvare la riserva del Lago Bullicante Ex Snia, ancora in attesa che il provvedimento che dovrebbe estendere la tutela data dall’istituzione del Monumento Ambientale anche alla parte privata dell’ex area industriale, quella dove sorgono i manufatti della fabbrica, venga firmato.

Il timore degli attivisti, riuniti nel Forum Parco Energie, è che le annunciate dimissioni di Zingaretti da presidente della Regione Lazio possano mettere un freno - se non stoppare del tutto - un provvedimento atteso per anni, annunciato nel maggio del 2021 e di fatto rimasto fermo, frutto di una lotta finalizzata a tutelare uno dei più grandi esempi di rigenerazione urbana di Roma. È nell’area dell’ex fabbrica Snia, infatti, che sorge l’unico lago naturale di Roma, alimentato dalle acque sorgive dell'antico fosso della Marranella, caratteristica che che ha impedito che la zona cedesse davanti a progetti di cementificazione e l’ha trasformata in un ecosistema naturale dalle caratteristiche uniche.

Le tappe dell'iter

Il primo passo per proteggerne la valenza paesaggistica, ambientale e naturale è stato eleggerla monumento naturale, ma la battuta d’arresto è arrivata quando la Regione ha deciso di escludere dai confini che fanno parte del monumento la parte privata dell’area, che fa capo una società riconducibile al gruppo Pulcini. Dal perimetro del monumento, quelli tutelati, è quindi ancora escluso il terreno dove sorgono i manufatti dell'ex fabbrica, circa il 40% della superficie totale, per timore di ricorsi. Con il rischio che possano essere presentati, e vi possano essere realizzati, nuovi progetti edilizi.

Gli attivisti del Forum del Parco delle Energie erano tornati a mettere pressione su Zingaretti chiedendo che il provvedimento di allargamento venisse firmato entro il più breve tempo possibile, e ad aprile la Regione aveva promesso di chiudere la bozza entro un mese. A oggi però ancora nulla è stato firmato, e l’orologio sta correndo inesorabile: con l’annuncio delle dimissioni di Zingaretti il rischio è che il provvedimento resti carta, ed è per questo che gli attivisti del Forum del Parco delle Energie giovedì mattina hanno organizzato un presidio davanti alla sede della Regione Lazio insieme con i rappresentanti di diverse organizzazioni delle lotte ambientali, abitanti e realtà territoriali.

Una rappresentanza del Forum è stato invitato a incontrare il capo della segreteria della regione Lazio, Massimiliano Baldini, in rappresentanza della presidenza, la responsabile della segreteria dell'assessora all’Ambiente Lombardi e i consiglieri Marta Bonafoni e Marco Cacciatore, che sulla questione avevano presentato un’interrogazione. E il bilancio dell’incontro è agrodolce.

“Pur confermando la volontà del presidente Zingaretti di concludere positivamente il procedimento di allargamento del Monumento Naturale, il capo segreteria Baldini ha affermato la necessità di svolgere ulteriori approfondimenti dell’istruttoria ricorrendo ad una valutazione dell’Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale, come indicato dalla Direzione Ambiente a seguito delle contestazioni opposte dal proprietario dell’area - spiegano gli attristati del Forum - Abbiamo contestato questo ulteriore aggravio di istruttoria sia nel metodo, in quanto le osservazioni presentate dalla Società Ponente ’78 s.r.l sono giunte oltre il limite di 30 giorni previsto dalla normativa regionale, sia nel merito, in quanto le argomentazioni contrarie all’ampliamento del Monumento Naturale erano già state confutate dall’Ispra nel dicembre 2021. Oltretutto non sono assolutamente dati i tempi di risposta ed elaborazione di questo parere”.

Nuovo presidio il 3 novembre

La proposta è stata quella di tenere aperto il tavolo di confronto sino al 4 novembre, giorno delle dimissioni di Zingaretti ma per il Forum i rischi corsi sono eccessivi. Tradotto: il provvedimento avrebbe dovuto essere firmato molto prima, senza attendere gli ultimi giorni di legislatura del presidente della Regione. “Un atto improprio e irresponsabile che pone in serio pericolo la conclusione dell'iter dell’ampliamento del Monumento Naturale”, sottolineano gli attivisti, che hanno organizzato per il 3 novembre un nuovo presidio sotto la sede della Pisana “per portare definitivamente il presidente Zingaretti a mantenere l’impegno preso con la città di Roma”.

Il V Municipio approva una risoluzione

Alla mobilitazione ha deciso di partecipare anche il V Municipio, approvando una risoluzione che impegna il sindaco Gualtieri a “porre in essere tutte le azioni utili all’acquisizione al demanio pubblico dello specchio d’acqua del Monumento Naturale”, e ad attivarsi presso la Regione Lazio affinché l’iter avviato da Zingaretti nel maggio del 2022  venga concluso.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Il futuro del lago ex Snia appeso a quello di Zingaretti

RomaToday è in caricamento