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Voragine via Zenodossio, sit-in dei residenti: "Serve prevenzione contro il dissesto idrogeologico"

Tra le richieste dei residenti anche un consiglio straordinario. Boccuzzi al presidio: "Non si conoscono i tempi per la riparazione della voragine"

Un consiglio straordinario sulla fragilità del sottosuolo nel V municipio. Un piano di investimenti per effettuare le indagini per individuare le criticità. Stop alle licenze dei negozi all’ingrosso. Un progetto complessivo di riqualificazione del quadrante. L’istituzione di un osservatorio civico per la previsione e la prevenzione dei fenomeni di sprofondamento del suolo legati alla presenza di cavità sotterranee. Sono solo alcune delle richieste avanzate nel pomeriggio da un gruppo di comitati del V municipio, nel corso di una manifestazione che si è tenuta nel pomeriggio di lunedì 31 maggio, a a pochi metri di distanza dalla voragine che si è aperta martedì scorso in via Zenodossio, nel tratto tra la via Casilina e via Maggi. Uno squarcio di diversi metri, che ha inghiottito due auto e che ha visto la strada franare all’interno del garage sottostante a una palazzina.

“Questo non è un incidente o un evento eccezionale. Ce l’aspettavamo e poteva essere una tragedia”, la denuncia di Enzo Salvitti del comitato di quartiere TorPigneto Almagià, elencando i nomi delle strade dove nei mesi e negli anni scorsi si sono aperte simili voragini: via Ruga, via Dulceri, via Bufalini. Tutte distanti poche centinaia di metri. “Non è più possibile minimizzare e sostenere che l’unica causa sia un problema alle tubature, addossando tutte le responsabilità politiche su Acea, senza riconoscere che quanto accaduto è da ricercare in anni e anni di mancati investimenti sul problema dei dissesto idrogeologico”.

Non solo. Nel mirino dei cittadini anche il costante passaggio dei mezzi pesanti che ogni giorno riforniscono i negozi all’ingrosso aperti nel quadrante, senza alcuna pianificazione pubblica in merito a carico e scarico delle merci. “Per questi motivi, già un anno fa, avevamo presentato al V municipio oltre 600 firme a sostegno di una petizione per chiedere un’interdizione temporanea al traffico dei tir”, spiega Ilaria Corbo, del comitato di quartiere TorPigneto Almagià. Al loro fianco anche i comitati di Torpignattara, Certosa e Quadraro, perché la fragilità del sottosuolo accomuna tutto il territorio del V municipio. “Non è un semplice dato dovuta esclusivamente alla qualità geologica del terreno, ma è un sistema generato da azioni naturali e antropiche. 

Fino a quando questa analisi complessiva non verrà fatta, non ci sarà coordinamento tra i vari attori che gravitano attorno, il problema del dissesto idrogeologico del territorio il rischio di incorrere in altre voragini e sprofondamenti è altissimo”, scrivono i comitati in un comunicato diffuso tra i cittadini nel corso del presidio. “Il caso di via Zenodossio è emblematico. È palese che è in territorio di per sé fragile nel quale, ad esempio, le mappe Ispra indicano almeno quattro accessi in cava proprio nel sottosuolo sottostante non si può non pianificare una diversa mobilità e un investimento di prevenzione e monitoraggio”. 

Il video del presidio: "Chiediamo risposte e sicurezza"

Il 2 giugno, dalle 23, l’Enea monitorerà con indagini georadar attraverso il passaggio di un’auto le vie della zona: via Zenodossio, via Maggi, via Bufalini, via Ruga, via Errera, via Bertacchi, via Dulceri, via Dei Zeno, via Perigete, via Marin Sanudo. Le indagini non sono però finanziate dall’amministrazione capitolina. Il presidente del V municipio, Giovanni Boccuzzi, ha preso parola nel corso del presidio: “È aperto ormai da diverso tempo un tavolo inter-istituzionale tra i vari dipartimenti per arrivare alla soluzione. Ora attendiamo di capire cosa diranno le indagini”. Tempi per capire quando verrà riparata la voragine e riaperta la strada, però, “non ce ne sono”, ha confermato Boccuzzi, che ha dovuto rispondere alle domande di diversi residenti arrabbiati oltre che per le voragini anche perché il quartiere è pieno di rifiuti ammassati ai lati dei cassonetti.

E se “il Campidoglio ha stanziato 3 milioni di euro che verranno messi a bando (per tutti i municipi che presentano problemi di dissesto idrogeologico, ndr) dal dipartimento Lavori pubblici”, ha spiegato Boccuzzi, 180mila euro stanziati dal V municipio a dicembre del 2019 per effettuare indagini nel sottosuolo non sono ancora stati spesi. “Il bando è andato deserto”, ha spiegato Boccuzzi. 

Nessuna certezza nemmeno sulla richiesta avanzata circa un anno fa dal comitato TorPigneto Almagià di riqualificare la zona attorno al parco con la creazione di marciapiedi allargati e una zona 30, per migliorare la vivibilità del quartiere. Oggi infatti tra i marciapiedi dissestati, i rifiuti sparsi a terra, la sosta selvaggia e il carico e scarico delle merci dai camion l’accessibilità attorno al parco Alamgià è spesso compromessa. “Ho chiesto ad Agenzia per la mobilità di realizzare il progetto, dobbiamo concedere il tempo necessario”, ha detto Boccuzzi.
Al presidio erano presenti anche i candidati a presidente alle primarie del centrosinistra nel V municipio: Mauro Caliste, Maurizio Mattana e Stefano Veglianti che, da consigliere di Sinistra per Roma, attualmente all’opposizione, ha detto di “accogliere con favore la richiesta di consiglio straordinario”. 

In attesa che venga convocato e dei risultati delle indagini nel sottosuolo, i cittadini mantengono ferme una serie di richieste: dichiarare il Municipio V “territorio a forte rischio idrogeologico” e avviare un piano di investimenti serio sulle indagini del sottosuolo che evidenzino le zone a rischio sulla base di criteri precisi e scientifici; interdire preventivamente il transito dei mezzi pesanti su tutto il quadrante almeno fino alle indagini sul sottosuolo; stop alle licenze di negozi all’ ingrosso sul quadrante e verifica della concordanza tra le destinazioni d’ uso e la tipologia delle attività commerciali; verifiche di sicurezza sugli impianti di tutti i locali commerciali e le merci immagazzinate, il rispetto delle norme di sicurezza, sul lavoro e norme  contrattuali; un progetto complessivo di riqualificazione del quadrante, che preveda un diverso piano di mobilità e viabilità; l’immediata acquisizione delle strade private a uso pubblico delle strade attigue al Parco Almagià; istituzione di un osservatorio civico per la previsione e la prevenzione dei fenomeni di sprofondamento del suolo legati alla presenza di cavità sotterranee.

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