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Cinema Aquila, vincono i vecchi gestori e monta la polemica: "Comune faccia chiarezza"

La difesa dell'amministratore unico della Cinema mundi: "Noi in regola con il bando, mai coinvolti in Mafia Capitale"

"Con il M5S per partecipare e vincere un bando pubblico basta cambiarsi d'abito". Il bando è quello per la gestione del Nuovo Cinema Aquila, e la polemica sollevata dalle forze di opposizione, in Comune e municipio, riguarda il vincitore. La coop Cinema Mundi l'ha spuntata sulla Kshot, prima in classifica ma esclusa per irregolarità contributive, e si occuperà della programmazione del cinema (bene confiscato alla banda della Magliana nel 2004) per i prossimi sei anni. La sala di via L'Aquila riaprirà, finalmente, al pubblico entro primavera. Cosa non quadra nell'assegnazione della gara? Lo evidenzia il consigliere comunale dem Orlando Corsetti. 

"Il cinema è stato affidato alla stessa società che lo aveva gestito per anni e a cui era stata revocata la concessione per una serie di irregolarità accertate". Già. Lo confermano le visure richieste da Corsetti. Stesso codice fiscale, stessa partita iva, stesso amministratore, nome diverso. La Cinema Mundi è la ex NCA, cooperativa che ha gestito la direzione artistica del cinema tra il 2014 e il 2015, una costola della coop Il Sol.co, gestita dal presidente Mario Monge che ha subappaltato all'allora NCA la gestione della programmazione, senza rispettare la normativa in materia e senza comunicarlo all'amministrazione capitolina. Qui sta l'irregolarità che ha fatto scattare, sotto l'ex giunta di Ignazio Marino, la revoca della concessione. 

"Nessun appunto è stato mai mosso dal Comune nei confronti della Cinema Mundi (già NCA), avendo quest’ultimo disposto la revoca solo ed esclusivamente per la mancata comunicazione, in capo al consorzio Sol.Co., della circostanza dei servizi di direzione artistica e tecnica svolti dalla cooperativa della quale sono l’amministratore unico". Ai taccuini di RomaToday, Domenico Vitucci, amministratore unico della Cinema Mundi, si difende così, approfittando per smarcarsi da un'altra accusa frutto di un fraintendimento più volte spiegato dai membri della coop. Mario Monge è stato coinvolto anche in Mafia Capitale in un filone legato all'appalto per l'acquisizione del servizio Cup (poi condannato a un anno e 4 mesi di reclusione). Ma la Cinema Mundi ha sempre ribadito l'estraneità a qualunque vicenda legata al Mondo di Mezzo. Si è anzi costituita come parte civile e il tribunale l'ha riconosciuta parte lesa nel processo: "Siamo stati i primi a subire danni dall'accaduto".

Lasciando dunque da parte la maxi inchiesta, se, come sostenuto dai nuovi gestori, è tutto regolare sul piano giuridico - "potevamo partecipare al bando e lo abbiamo fatto nel rispetto della normativa" - la polemica si sposta sul piano dell'opportunità politica, complice la campagna elettorale che entra nel vivo. Vedere tra i vincitori del bando gli stessi nomi del passato consente alle opposizioni di attaccare il Movimento Cinque Stelle sul loro terreno: regolarità e linearità nelle procedure di affidamento dei beni pubblici. "Al prossimo consiglio chiederò che venga fatta chiarezza su questa vicenda perché la tanto sbandierata trasparenza del M5S non può rimanere solo una parola di cui riempirsi la bocca" tuona Corsetti. Il messaggio è chiaro: cosa sarebbe successo a parti invertite? Qualcuno forse avrebbe gridato a complottismi e immobilismo. 

"Per garantire davvero un rinnovamento bastava restringere le maglie del bando" attacca il consigliere municipale del movimento Riva Destra Fabio Sabbatani Schiuma, che sul tema ha presentato un'interrogazione diretta al presidente del parlamentino a trazione M5s, Giovanni Boccuzzi. "Pretendo trasparenza e legalità dai 5 stelle. Avevo proposto di far partire da qui il progetto del Distretto del Cinema, peraltro approvatomi e inserito nelle Linee Programmatiche, per aprire una nuova pagina e riqualificare in primis il quartiere Pigneto. Il progetto è rimasto nel cassetto". 

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