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Cinema l'Aquila, manca il bando ma non le polemiche: 20mila euro per il programma di un mese

E' l'impegno di spesa per affidare l'organizzazione della sala, dalle maschere agli impianti per la proiezione. L'ex minisindaco Palmieri: "Una vergogna, è più di quanto sia mai stato nelle disponibilità del municipio per un anno intero"

Una rassegna di film curdi, "Venti di Mesopotamia", il Festival del cinema latino americano, "La Trattativa" di Sabina Guzzanti con regista presente in sala. Al cinema l'Aquila prosegue la gestione cosiddetta transitoria, in capo al V municipio e frutto di riunioni settimanali nella struttura a cura di un gruppo di associazioni del territorio. Un fitto calendario di film la cui proiezione è stata resa possibile dal rilascio della licenza di pubblico spettacolo da parte del dipartimento Cultura e da una delibera, votata in Aula a ottobre, che ha fissato le tappe per arrivare al bando di gara. Tra queste anche la possibilità di aprire la sala nell'immediato, senza dover aspettare i tempi burocratici dell'assegnazione definitiva. Ai cittadini dunque, come promesso dai 5 Stelle in campagna elettorale, è stata fornita già da dicembre la possibilità di vedere film e partecipare a eventi e dibattiti. Ma se per i fruitori è totalmente gratuito, alle casse dell'amministrazione pubblica, questa parentesi gestionale, quanto costa? 

La programmazione dal 15 febbraio al 22 marzo vale 20mila euro. E' l'impegno di spesa richiesta dal municipio al dipartimento Cultura (con procedura di gara Cig ZED1D11955), "per individuare un fornitore abilitato che possa garantire mediante idonea apparecchiatura e risorse umane lo svolgimento degli incarichi". Considerando che la cifra a disposizione dell'ente locale per eventi e iniziative culturali, nel bilancio 2017, è di appena 17mila euro, come ci confermano dal municipio, c'è chi grida allo scandalo. La cifra per un mese appare esosa, per quanto "una tantum". 

"E' una cosa vergognosa" commenta senza troppi giri di parole l'ex minisindaco Pd, Giammarco Palmieri, "Mi preme sottolineare che 20 mila euro, che qui si spendono per un mese in una singola struttura, sono più soldi di quelli che il Municipio ha avuto mediamente a disposizione per la cultura ogni anno, naturalmente per tutto il territorio, negli ultimi anni". E poi c'è la questione degli "affidatari", che a Palmieri non è mai andata giù. A organizzare la programmazione un gruppo di associazioni di quartiere, per lo più legate agli ambienti dei centri sociali (dall'Ex Snia a allo Scup al circolo Arci Dal Verme a Link, coordinamento universitario). 

Le riunioni per avanzare proposte sui film da proiettare (che comunque devono passare per il municipio), possono essere formulate, almeno a detta dei comitati, da chiunque si presenti il giovedì alle 20 in via l'Aquila. Ma il timore che si tratti nei fatti di una sorta di "lasciapassare" per il bando definitivo è venuto a molti, al netto di precisazioni e smentite sia del municipio che del Campidoglio. Palmieri va dritto al punto: "Ora capiamo cosa intendeva Boccuzzi quando in campagna elettorale diceva che per riaprire il cinema ci voleva poco tempo: lo fai gestire agli amici tuoi, ci metti dentro un sacco di soldi, il bando per l’assegnazione lo fai nel 2035 e il gioco è fatto". 

Ma dalla giunta Boccuzzi arriva l'ennesimo controattacco: "Tutto è stato fatto nelle massima trasparenza prevista dalla normativa vigente e senza fare favori a nessuno" scrive il miniassessore alla Cultura, Mariateresa Brunetti, che chiarisce anche la questione dei costi con un lungo post su Facebook. "Le attività che si stanno svolgendo nel periodo transitorio sono gratuite per la popolazione ma svolgerle implica dei costi, costi che l’amministrazione sostiene per dare un servizio alla cittadinanza, per dare un segnale contro il degrado, l’abbandono e la mortificazione delle energie creative del territorio, affinché si possano dare le premesse per una rinascita socio-culturale in un paese in cui non si vuole sufficientemente investire nella cultura". 

Questo per quanto riguarda il mese di febbraio-marzo. E le programmazioni precedenti? "Era tutto gratuito, non ci sono state spese" precisano dal municipio. Assessori, consiglieri, attivisti si improvvisavano maschere nel foyer, aprivano e chiudevano il cinema, facevano le pulizie e qualcuno offriva gruitamente un proiettore per le pellicole. Ma era troppo dispendioso sul piano logistico. Ora sarà una ditta di professionisti, pagati dal Comune, a ovviare agli stessi compiti. Per quanto riguarda l'importo della gara, riportiamo una precisizione arrivata dal municipio: "Al ribasso le spese sono di 14000 euro" e non di 20mila. I restanti 6mila verranno utilizzati se dovesse esserci bisogno di un'eventuale allungamento della programmazione. 

Il tutto aspettando un bando che, a onor del vero, è un po' in ritardo rispetto alla tabella di marcia. Il primo termine annunciato dall'assessore capitolino, Luca Bergamo, era dicembre, poi gennaio. Sono uscite le linee guida frutto del processo di partecipazione dal basso che ha coinvolto i cittadini con in incontri e laboratori in autunno, ma la gara sicuramente non arriverà prima di aprile. Fino al 22 marzo infatti c'è già una programmazione, lautamente pagata. 

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