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Pedane e dehor abusivi, non tutto fila liscio: in II Municipio ancora nessuna rimozione

Nel centro storico da febbraio è partita l'opera di ripristino della legalità, mentre da Corso Trieste al Flaminio sono ancora una decina i locali fuori legge che non hanno adempiuto alle richieste degli uffici

Ristoranti, pizzerie e bar di Roma fino al 30 giugno 2022 continueranno a non pagare l’occupazione di suolo pubblico relativa a tavolini, pedane e dehor, come deliberato dall’assemblea capitolina a metà marzo. Il problema, però, è che in non pochi casi le attività tendono ad allargarsi, letteralmente. E se nel I Municipio già hanno iniziato a punire i “furbetti”, rimuovendo le strutture non in regola dopo 7 giorni dalla prima comunicazione degli uffici, sembra che in II le tempistiche vadano più a rilento. 

Il caso del dehor abusivo a via Ancona

Qualche settimana fa avevamo raccontato di un caso specifico, ovvero un dehor in via Ancona allestito da un ristorante asiatico e denunciato da decine di residenti: per montare la struttura – chiusa su tutti i lati, anche se con superfici rimovibili – l’esercizio aveva addirittura spostato i cassonetti Ama, campana del vetro inclusa, facendoli finire a ridosso delle strisce pedonali, come segnalato dalla stessa azienda municipalizzata al Municipio. In quell’occasione l’assessora alle Attività Produttive, Valentina Caracciolo, aveva fatto sapere che il locale non aveva ricevuto alcuna autorizzazione, già a gennaio. Da quanto è possibile sapere, sembra che il dehor si trovi ancora lì. 

L'assessora: "Procedimenti iniziati"

In comune, come riferisce oggi Il Messaggero, non gradirebbe i ritmi “blandi” del II Municipio. Ma la stessa Caracciolo a RomaToday smentisce: “Non è vero – dichiara – non abbiamo ricevuto alcun sollecito dal Campidoglio. Gli uffici hanno emanato gli atti nei confronti di chi non è in regola, imponendo l’adeguamento da parte delle attività. Se questo non accadrà, allora ci sarà la rimozione in danno”. Una decina, quasi tutti al Trieste-Salario, i locali raggiunti dall’ingiunzione degli uffici tecnici. “Ma abbiamo ricevuto segnalazioni anche dal Flaminio” fa sapere l’assessora. 

Nessuna rimozione 

Ad oggi, però “non abbiamo proceduto a nessuna rimozione - conferma Caracciolo – anche perché in alcuni casi i titolari hanno fatto autonomamente”. Non a viale Ippocrate, però, dove dai cittadini arriva la segnalazione di pedane che hanno quasi inglobato la fermata dell’autobus e soprattutto si trovano sulla viabilità principale, in violazione del codice della strada. 

Le direttive del dipartimento comunale

Da gennaio la direzione del dipartimento attività produttive di Roma Capitale ha ribadito a tutti i 15 Municipi quanto veniva già dato per scontato, ma in assenza di comunicazione ufficiale era stato ignorato o equivocato: essendo in vigore la cosiddetta “Osp Covid”, che permette una procedura estremamente semplificata a favore degli esercenti i quali, in sostanza, possono allestire pedane e dehor nel momento stesso in cui presentano domanda, anche la procedura di rimozione deve essere svolta con modalità semplificate.

Una procedura semplificata contro i furbetti

Questo significa saltare gli almeno cinque passaggi amministrativi precedentemente previsti (due interventi dei vigili, due comunicazioni dell’ufficio commercio e quella finale dell’ufficio tecnico), che fino a fine 2021 permettevano ai locali di aspettare anche più di due mesi, a volte il doppio, prima di rinunciare a quanto allestito per far consumare i clienti all’aperto. Nel centro storico, per esempio, l’amministrazione locale ha stipulato un accordo quadro con una ditta, dopo regolare gara, che agevola la rimozione di pedane e dehor irregolari già dopo il 7° giorno dalla prima comunicazione, come imposto dalla circolare dipartimentale inoltrata il 20 gennaio. Lì, da Monti a Campo de’ Fiori, già a febbraio sono iniziate le operazioni di ripristino della legalità. 

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