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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Cimitero Nomentana, fiori dove è morta Elena. Il quartiere chiede dossi

Lutto profondo nel quartiere Trieste Salario dopo la morte della studentessa del Giulio Cesare investita e uccisa su via Nomentana: è l'ennesima vittima nel tratto tra Porta Pia e Villa Blanc. Nel 2018 identico destino per il coetaneo Tommaso Mossa

Travolta e uccisa mentre attraversava la strada. Elena Baruti, la 18enne studentessa del Giulio Cesare, è l’ennesima vittima di via Nomentana. L’ultima di quella scia di sangue che negli anni ha segnato l’arteria della Capitale: due chilometri “maledetti”, da Porta Pia a Villa Blanc, sui quali nel tempo si sono susseguiti scontri e investimenti mortali. Sul ciglio della strada fiori, scritte, striscioni, sciarpe, lumini e fotografie raccontano le tragedie. Rendono indelebile la memoria di chi li ha perso la vita. 

E’ stato così nel 2008 per Alessio Giuliani e Flaminia Giordani investiti da un pirata della strada tra via Nomentana e viale Regina Margherita, lo stesso punto dove sette anni dopo morì Mauro Sbaraglia, per lui in scooter fu fatale lo scontro con un’autovettura. Nel febbraio scorso, sempre li, l’impatto mortale costato la vita a Luis Andriu Figueroa. Non meno pericoloso l'incrocio di Corso Trieste verso Villa Torlonia e viceversa. Qui nel settembre scorso morì Serena Greco, coinvolta a bordo del suo scooter in uno scontro con altri tre veicoli. Nello stesso punto perse la vita, il 20 aprile 2017, Francesco Di Terlizzi, giovane originario di Fiumicino. Nel mezzo altre decine di incidenti con conseguenze, fortunatamente, meno gravi. 

Elena come Tommaso: investiti e uccisi sulla Nomentana

La Nomentana sempre nell’occhio del ciclone. Tornata tristemente alla ribalta dopo l’investimento costato la vita ad Elena. Lei come il suo coetaneo Tommaso Mossa, investito nel 2018 all'altezza di via dei Villini e via Reggio Emilia. Quell’attraversamento pedonale, senza semaforo sebbene tra sei corsie, è stato inserito tra quelli da dotare di impianto semaforico: la messa in sicurezza è stata avviata proprio in questi giorni, ad un anno dall’annuncio.

“Via Nomentana è una strada pericolosa. Bisogna stare attenti ed essere prudenti in ogni suo tratto. Come Municipio ci impegneremo per approntare ogni sistema che possa garantire maggior sicurezza anche se fare di più, come nel caso dell’incrocio con Regina Margherita o Corso Trieste e via Spallanzani, è difficile quando c’è un semaforo che funziona in modo regolare. Non un caso che quegli impianti restino verde-rosso-giallo e non lampeggianti anche di notte” - aveva detto a RomaToday la presidente del Municipio II, Francesca Del Bello, l’indomani dell’incidente di Luis Andriu Figueroa.

Nomentana, fiori dove ha perso la vita Elena Baruti

Il Trieste Salario è piombato nel silenzio più assoluto. Sulle strisce pedonali dove ha perso la vita la studentessa del Giulio Cesare alcuni residenti hanno sparso delle rose, metafora di un fiore strappato via troppo presto. Più sicurezza, quanto invocato per la Nomentana: dissuasori di velocità in prossimità degli incroci pericolosi la richiesta inoltrata alle istituzioni. 

“Noi romani vogliamo i dossi su via Nomentana! Alla luce dei recenti tragici accadimenti, sempre più numerosi, noi cittadini romani chiediamo l’installazione di dossi per regolare la velocità su via Nomentana, nota per il traffico intenso e pericoloso. Non bastano i semafori, né le strisce pedonali, bisogna agire - si legge nella nuova petizione online - per regolare la velocità di automobilisti e motociclisti, che spesso si sono visti coinvolti in tragici incidenti purtroppo mortali”. 
 

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