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Flaminio Flaminio / Via Cardinale de Luca, 7

Un palazzo al posto del deposito Atac: "Ma lì c'è un serio rischio idrogeologico"

Al Flaminio, dove prima sorgeva una struttura dell'azienda del trasporto pubblico, è stato appena chiesto un permesso a costruire. I residenti sono preoccupati e chiedono chiarezza al comune

A settembre 2021 l'area edificabile di via Cardinal de Luca al Flaminio è stata venduta all'asta e negli scorsi mesi, precisamente il 28 luglio 2022, è arrivata al dipartimento urbanistica di Roma Capitale una domanda di permesso a costruire. Lì dove prima c'era un deposito Atac, qualcuno vorrebbe tirare su una palazzina. I residenti, però, sono contrari: 17 anni fa alcuni gravi problemi di stabilità costrinsero all'evacuazione un intero condominio e il fenomeno potrebbe ripetersi. 

I residenti del Flaminio preoccupati per il nuovo palazzo

Una trentina di residenti della zona, a due passi dal Tevere, da piazza del Popolo e dal ministero della Marina, si sono riuniti in un comitato spontaneo e il 21 settembre hanno ottenuto una commissione trasparenza in comune, convocata dal presidente e consigliere di Fratelli d'Italia Andrea De Priamo. In questa occasione, alla presenza degli uffici del Pau (il dipartimento programmazione e attuazione urbanistica), della Sovrintendenza capitolina ai beni culturali e della polizia locale di Roma Capitale i cittadini hanno potuto esprimere le perplessità e le preoccupazioni relative al possibile progetto edilizio finito sul tavolo del Campidoglio.

"Nel 2005 evacuarono un edificio perché instabile"

Uno di loro è Andrea Luccardi, residente al civico 1 di via Cardinal de Luca da quasi tutta la vita. "Nel 2005 l'area fu oggetto di un tentativo di trasformazione in parcheggio multipiano - spiega a RomaToday prima di entrare in commissione - ma quando l'azienda eseguì le escavazioni, venne trovata l'acqua. D'altronde il fiume è a poche centinaia di metri. La ditta quindi drenò l'acqua, ma così facendo andò a seccare il fango nel quale affondano le fondamenta in legno dei palazzi, in particolare quello al civico 22. Per questo si sono creare delle crepe importanti e lo stabile si è inclinato".

Rischio idrogeologico a via Cardinal de Luca

Quell'anno per circa 4 mesi le famiglie di quell'edificio malandato restarono fuori casa, evacuate dai vigili del fuoco. Nel frattempo, come riferisce Luccardi "ogni proprietario, a spese proprie, partecipò alla messa in sicurezza del palazzo. Cifre dai 200 ai 300.000 euro per ogni nucleo". Poi Atac fece ricoprire tutto, il parcheggio rimase un'idea su carta e il lotto - 1.300 mq pianeggianti con alcune alberature al centro - venne cceduto a circa 4 milioni e 600.00 euro. "Ci chiediamo se chi vuole fare il palazzo sappia che ci sono problemi idrogeologici importanti" conclude Luccardi preoccupato. 

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L'esterno dell'area di via Cardinal de Luca al Flaminio

I chiarimenti del Pau e della Sovrintendenza capitolina

In commissione trasparenza l'architetto Barbara Lupi del Pau, responsabile dei procedimenti edilizi, ha fatto sapere che "abbiamo ricevuto una domanda di permesso di costruire, è un progetto edilizio di ricostruzione. Non abbiamo ulteriori informazioni perché la domanda è in fase istruttoria". Dalla Sovrintendenza specificano che "il bene è compreso nella fascia di rispetto del Tevere - spiegano - e c'è una sorta di vincolo per il quale andranno chieste opportune autorizzazioni. Non ci sono pervenute richieste di un permesso a costruire ma abbiamo risposto, nell'aprile 2022, a una CILA con richiesta di parere. Per quanto ci riguarda lì sarà la Soprintendenza di Stato a dover dire la sua per le indagini geognostiche, mentre per l'abbattimento degli alberi deve intervenire la commissione competente, perché vige il regolamento del verde pubblico e privato. Per qualsiasi altro atto urbanistico la risposta sarà la stessa: non abbiamo competenza per espressione di parere". 

Nel 2012 la Sovrintendenza ha individuato strutture murarie di età romana. Saranno dunque loro a dover dare il nulla osta in caso il procedimento dovesse andare avanti. Certo è che da parte dei residenti (circa il 30% delle unità immobiliari della strada sono abitate, il resto tutti uffici) sono in allarme e chiedono chiarezza. 

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