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Flaminio Flaminio / Via Guido Reni

La Maxxi rivoluzione sostenibile a via Guido Reni: così raddoppierà il museo del Flaminio

In arrivo 15 milioni di euro per costruire un nuovo hub polifunzionale e rendere tutto il complesso energeticamente autosufficiente, in collaborazione con il Ministero della Difesa

Una vera e propria rivoluzione culturale, energetica, urbanistica. Il Maxxi di via Guido Reni, il museo del Flaminio che custodisce un'ampia collezione di opere d'arte contemporanea, ha lanciato oggi giovedì 10 febbraio il progetto "Grande Maxxi", finanziato con 15 milioni di euro dal piano strategico del ministero della Cultura approvato il 9 febbraio. 

Un'idea nata durante il lockdown

A illustrare la nuova visione è stata la presidente della Fondazione che gestisce il polo, Giovanna Melandri. "Oggi comincia un'avventura ambiziosa - le parole dell'ex Ministra - , una sfida audace ma molto concreta. L'intelligenza collettiva di questo luogo presenta il Grande Maxxi, che rappresenta la base per una proiezione più avanzata del museo, una prospettiva più matura della capacità attrattiva di questo laboratorio di futuro. Non per dire che finora sia stato altra cosa da un polo di ricerca, luogo di sperimentazione artistica e intellettuale, perché è la strada su cui abbiamo camminato per un decennio. Il Maxxi è un'istituzione strumentale alle politiche nazionali per il contemporaneo". Melandri poi spiega le origini del progetto di ampliamento della struttura: "E' nato nella pandemia - racconta -, quando eravamo chiusi ma non spenti. La pandemia ci ha fatto imparare molto, abbiamo capito quanto i nostri contenuti fossero preziosi, visualizzati da 16 milioni di persone durante il lockdown. Abbiamo varcato i confini di questo edificio arrivando a via Oslavia dove abbiamo restituito alla città la casa di Giacomo Balla. Nel 2021 abbiamo registrato il record storico di accessi, senza i turisti americani. Questa è una grande impresa inter-istituzionale".

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Il nuovo hub polifunzionale

Alla presenza del Ministro della Cultura Dario Franceschini, del Ministro della Difesa Lorenzo Guerini, del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e del sindaco Roberto Gualtieri, Melandri è poi scesa nel dettaglio del nuovo edificio che verrà realizzato a fianco di quello già esistente, aperto al pubblico dieci anni fa e progettato da Zaha Hadid: "Sarà un edificio completamente sostenibile che ospiterà un hub per la ricerca e la sperimentazione - spiega la presidente - per la rigenerazione urbana, un vero e proprio centro al servizio della città. Inoltre ci sarà un centro di eccellenza per il restauro contemporaneo". 

La galleria "green"

Il giardino pensile dell'hub sarà collegato tramite una galleria "green" con l'edificio di via Masaccio, con orti urbani produttivi che forniranno i punti di ristoro, ma anche orti didattici per le scuole. "Sostenibilità, innovazione e inclusione - aggiunge Melandri - sono le tre parole chiave per descrivere il Grande Maxxi e combaciano con i tre obiettivi principali del Pnrr, che finanzia in parte questo progetto. 

Obiettivo "carbon-free"

Imponente sarà anche l'upgrade energetico e tecnologico dell'intero polo museale: l'obiettivo della Fondazione è quello di raggiungere la carbon neutrality, quindi impatto zero a livello ambientale, tramite azioni dirette e indirette: "Tremila metri quadri si riconvertiranno in un grande impianto fotovoltaico - annuncia Melandri - con vetri fotovoltaici verticali e tegole fotovoltaiche invisibili. Elimineremo i gas sostituendo le caldaie con pompe di calore e insieme alla sede del Demanio, quindi con il Ministero della Difesa, costituiremo una grande comunità energetica autosufficiente". E ancora: sostituzione di tutta l'illuminazione esterna e interna con lampade al led, un sistema domotico per l'ottimizzazione dei consumi energetici, programmi di riciclo e riuso, recupero delle acque meteoriche per irrigare le aree verdi e gli orti.  L'ultima grande novità riguarda i depositi del Maxxi, che diventeranno una vera e propria sala espositiva in più, aprendo al pubblico e alla ricerca. 

Il progetto del "Grande Maxxi" si svilupperà anche grazie ad un comitato di indirizzo che affiancherà quello scientifico del polo museale e tra i membri figurano Francesca Bria, presidente del Fondo nazionale per l'innovazione e Antonella Polimeni, rettrice dell'università La Sapienza. 

Un quadrante in fermento

Il quadrante del Flaminio (e in particolare via Guido Reni) sarà dunque uno dei più attivi e coinvolti da interventi urbanistici nei prossimi anni. Alla realizzazione del nuovo edificio nel complesso del Maxxi si affiancherà infatti anche la costruzione del Museo della Scienza all'interno dell'area delle ex caserme, atteso da anni a Roma, annunciato dall'assessore all'Urbanistica Maurizio Veloccia. Verrà finanziato con 43 milioni di euro da Cassa Depositi e Prestiti. 

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