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Ex caserma Guido Reni, Berdini promette la variante: "Ma sulla Città della Scienza decidiamo insieme"

L'assessore all'Urbanistica ha partecipato insieme alla presidente del municipio Del Bello e all'assessore municipale Giovannelli a un incontro con i cittadini. "Su cosa fare della parte pubblica serve partecipazione"

Il progetto di trasformazione dell'ex caserma di via Guido Reni in un nuovo quartiere residenziale va avanti. Cosa finirà nello spazio pubblico che avrebbe dovuto ospitare la Città della scienza, invece, viene rimesso sul tavolo della discussione. Un semaforo verde e uno giallo, quindi, per il progetto avviato dall'ex amministrazione Marino. E' quanto emerso ieri nel corso di un incontro pubblico al Maxxi organizzato sul tema dai comitati della zona al quale hanno partecipato l'assessore all'Urbanistica e ai Lavori Pubblici Paolo Berdini, la presidente del II Municipio Francesca Del Bello, l'assessore ai Lavori pubblici municipalo Giampaolo Giovannelli e Giovanni D'Onofrio, funzionario della Cassa depositi e prestiti, proprietaria dell'area.

"Entro la fine di dicembre si concluderà la conferenza dei servizi e in tempi brevi seguirà la variante urbanistica necessaria" a modificare la destinazione d'uso dell'area, oggi pensata per 'servizi'. "Cosa ne facciamo dell'area del Museo della Scienza? Decidiamolo insieme" ha chiesto Berdini. Una posizione che ha visto favorevole anche la presidente Del Bello: "Abbiamo già ragionato con Berdini su come portare avanti insieme questo percorso salvaguardando il progetto di partecipazione". Poi ha spiegato: "Penso per esempio all'assenza di spazi per i giovani e per la fascia adolescenziale, decideremo insieme".  

Il progetto di riqualificazione dell'area, di circa 5 ettari, stretta tra via Guido Reni e viale del Vignola, è divisa in una parte pubblica (27 mila metri quadrati) e una privata (45 mila metri quadrati), suddivisa in residenze, strutture commerciali e ricettive alla quale si aggiugono aree destinate a verde. Ad essere rimessa in discussione, "aprendo alla partecipazione dei cittadini", è la destinazione delle aree pubbliche, soprattutto la più vasta che la precedente amministrazione aveva pensato dovesse ospitare la Città della Scienza. "Questo è un quartiere che si contraddistingue per l'alta qualità architettonica" ha continuato Berdini che ha rassicurato i cittadini presenti: "Nonostante l'aumento del carico urbanistico, sull'altro piatto della bilancia si riaprirà la discussione sulle prerogative pubbliche". Dall'operazione urbanistica portata avanti da Cassa depositi e prestiti su progetto vincitore dello Studio Viganò arriveranno anche 43 milioni di euro di oneri concessori straordinari, oltre a quelli ordinari per le opere del quartiere, che "verranno spesi sul territorio". Non solo per le strutture nei pressi dell'area, la sollecitazione dell'assessore municipale Giovannelli, "ma anche per altre realtà del quadrante come Piazza Mancini o lo Stadio Flaminio". 

IL BANDO PER IL PROGETTO

Berdini ha ricordato quindi le scadenze che il progetto dovrà superare per poter partire: "Entro la fine dell'anno verrà chiusa la conferenza dei servizi. Poi dovrà essere approvata in Aula Giulio Cesare una variante urbanistica che mi impegno a portare a termine nel più breve tempo possibile". Un provvedimento che dovrà essere approvato entro l'agosto del 2017, pena la decadenza dell'intero iter. Una volta approvata la variante "vedremo insieme cosa fare dell'area pubblica. Ricordo che questa amministrazione fa della partecipazione il suo tratto distintivo". Poi a chi ha sottolineato la necessità di rendere consultabili da tutti, i documenti relativi al progetto "come era stato detto inizialmente" ha promesso: "Mi impegno a chiedere ai miei uffici di pubblicarli tutti sul sito". 

L'ingegnere D'Onofrio della Cdp ha ricordato come "questo sia il progetto più bello tra tutti quelli del nostro patrimonio". Un nuovo quartiere che, secondo il piano iniziale, dovrà ospitare circa 200 alloggi. Case che Cassa depositi e prestiti non ha intenzione di mettere sul mercato per la vendita ma per la locazione. 'Smart housing' è il nome scelto, per il quale presto potrebbe essere aperto un fondo dedicato molto simile all'attuale Fia (Fondo investimenti per l'abitare). Per l'area dell'ex caserma di via Guido Reni si parla anche di 'smart working', ovvero la creazione di spazi condivisi per il lavoro. "Un investimento importante" ha ricordato D'Onofrio "dove la componente privata genererà le risorse necessarie al Comune per sostenere l'urbanizzazione degli spazi pubblici e per dare qualità alla Città della Scienza". L'ingegnere non ha nascosto però una preoccupazione in merito all'iter da completare: "Oggi l'area è destinata a servizi. Se l'approvazione del piano di recupero non avverrà entro l'agosto del 2017 tutto si fermerà e dovremo ricominciare tutto da capo". Ecco i passaggi: "Oltre alla conferenza dei servizi che si sta per chiudere è necessario concludere l'istruttoria del piano di recupero. Poi lo stesso piano di recupero dovrà andare in variante e potrà seguire un possibile accordo di programma. A quel punto il piano dovrà essere approvato definitivamente".

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