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Flaminio Villaggio Olimpico / Via Danimarca

Ater invia decine di cartelle a inquilini morti da 30 anni, tutte nello stesso quartiere

L'azienda sta contestando debiti agli abitanti Villaggio Olimpico, quasi tutti proprietari di immobili ex popolari, ormai riscattati da metà anni '80

I loro padri e nonni hanno riscattato gli immobili a metà anni '80 dopo oltre vent'anni da affittuari, pagando tutto fino all'ultima lira. Adesso, però, figli e nipoti si ritrovano nella buca delle lettere una raccomandata dell'Ater che li diffida a pagare la morosità maturata per il mancato pagamento di "canoni e/o oneri accessori". In un'unica soluzione ed entro 60 giorni. 

Le richieste di Ater agli ex inquilini del Villaggio Olimpico

Succede al Villaggio Olimpico, quartiere confinante con il Flaminio, costruito a fine anni '50 al posto della baraccopoli di Campo Parioli per le atlete e gli atleti che avrebbero preso parte ai Giochi Olimpici del 1960 e subito dopo assegnati a migliaia di dipendenti pubblici, dagli insegnanti agli impiegati delle poste passando per militari e ministeriali. Ovviamente a canoni calmierati, almeno rispetto al mercato del tempo. Poi Ater, subentrata a Iacp (l'istituto case popolari) che a sua volta aveva fatto lo stesso con Incis (istituto nazionale per le case agli impiegati statali), decide di vendere il vendibile e dà la possibilità agli assegnatari di acquistare con lo "sconto", scalando dall'importo tutti gli affitti pagati negli anni precedenti. 

Le presunte morosità arrivano a 6.000 euro

Va da sé che per diventare proprietari, gli ex assegnatari dovevano forzatamente essere in piena regola con locazioni e altri oneri. Nonostante ciò, da qualche giorno a decine e decine di abitanti tra via Olanda, via Danimarca, piazza Grecia, via Jugoslavia e via Svizzera tra le altre, l'azienda ha chiesto indietro tra le più svariate cifre: a chi 300 euro, a chi addirittura 6.000. Senza spiegare per quale inadempienza e in quale periodo. L'ulteriore particolarità, che ha lasciato tutti di stucco, è a chi sono state indirizzate le missive: nonni e genitori deceduti, chi a inizio anni '90, chi addirittura prima. In alcuni casi anche a precedenti inquilini, ovviamente non più su questa Terra. 

La raccomandata al nonno morto 30 anni fa

"La raccomandata di Ater è indirizzata a mio nonno, Aroldo Ceroboni, morto nel 1993 - racconta a RomaToday Roberta, dipendente di una cassa previdenziale che vive a via Danimarca - , era un impiegato del ministero della Difesa. Pagava sempre tutto, con regolarità, erano 35.000 lire al mese, parecchio per l'epoca. Poi l'11 marzo 1986 ha rogitato, pagando circa 50 milioni. Adesso vogliono 319 euro, a quanto pare di rate di condominio non pagate, ma è molto strano. Anche perché parliamo di servizi per pulizia e sfalcio dell'erba mai avuti, nonostante questo ogni mese li corrispondevamo". A Roberta non va bene anche la modalità di comunicazione dell'azienda: "Una diffida senza alcuna firma - conclude - in cui si chiedono soldi in un'unica soluzione, senza alcuna spiegazione, senza date di riferimento. Senza tener conto, aggiungo, della prescrizione che interviene sui debiti di questo genere". 

"Un debito di 6.200 euro dell'ex inquilina"

Patrizia, invece, è un'insegnante residente a via Olanda, assegnataria regolare e in attesa da un anno di ricevere la lettera d'acquisto, quella che inizia l'iter per il riscatto dell'immobile. A lei l'Ater ha chiesto la bellezza di 6.200 euro, tutti maledetti e subito: "Senza specificare il motivo - racconta - e li devo pagare entro due mesi. La cosa peggiore è che secondo l'azienda è un debito maturato dalla precedente assegnataria, deceduta oltre trent'anni fa. Ho chiesto un appuntamento, me lo hanno dato telefonico: il 12 settembre". Quel giorno, tra cinque mesi, Patrizia saprà cosa dovrà fare di questo debito non suo, anche se vorrebbe sapere quando potrà acquistare i 45 mq in cui vive con il compagno dal 2001, a 70.000 euro. 

"Mi chiedono tre mensilità della pensione"

Il padre di Sergio era usciere al ministero dell'Aeronautica. Con non pochi sacrifici ha riscattato casa al Villaggio Olimpico pochi anni prima di morire, era il 1988. "Pagò in contanti 46 milioni di lire - ricorda Sergio, in pensione dal 2006, ex impiegato in una industria farmaceutica - ed è la prima volta in tutto questo tempo che l'Ater ci scrive. Ho chiesto di avere l'estratto conto relativo a mio padre e ho scoperto con enorme sconcerto che al 1994 risultano quasi 3.000 euro di debiti. In pratica è come se mio padre avesse riscattato avendo una situazione debitoria, ma non è possibile, perché altrimenti non avrebbe potuto firmare il contratto. Per me sono tre mesi di pensione, è una cosa più grande di me. Ma se non si risolve a breve, dovrò pagare, ho paura che la cartella raddoppi o triplichi tra qualche anno". 

"Abbiamo già pagato un debito 36 anni fa"

Piero, ex impiegato delle Poste, vive a piazza Grecia e a lui la postina (che sembra abbia girato per giorni tra le "palafitte" del Villaggio Olimpico con una mazzetta di raccomandate da consegnare, disperata) ha fatto avere la pessima notizia di 1.750 euro di mora. "Papà comprò nell' '86 - spiega - uno dei primi. E mi ricordo che ai 38 milioni pattuiti con Ater, dovette aggiungerne 9 di presunti canoni e oneri accessori che vennero contestati. Non ci risultava, pagavamo regolarmente con la trattenuta dallo stipendio, ma pur di acquistare pagammo. Poi mio padre è morto nel 2002 e in vent'anni mai una lettera, una mail, una telefonata dall'azienda. Dalla compravendita sono passati 36 anni, se c'erano altri debiti avrebbero dovuto dircelo 15 giorni dopo la firma del contratto, non adesso". 

"Papà è morto nel 2014 e non è più proprietario dal 2001"

Infine Anna Maria, a via Svizzera. Anche in questo caso c'è un padre che ha riscattato nel 1986, è morto nel 2014, nonostante ciò "Ater mi chiede 1.097 euro - racconta - senza specificare a quale periodo si riferiscano e per quali somme non pagate. Tra le altre cose papà, nel 2001, ha venduto a me. E pagammo anche 20 milioni di lire per il diritto di prelazione. Non è neanche più lui il proprietario, da 21 anni". 

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