Elezioni Municipio II, intervista a Paolo Alecci candidato presidente per Potere al Popolo
Appena diciott'anni, è tra i più giovani candidati in assoluto alle elezioni del 3 e 4 ottobre
Paolo Alecci è nato nel 2003 e studia Giurisprudenza a Roma Tre. Alle prossime elezioni del 3 e 4 ottobre correrà per la presidenza del II Municipio tra le fila di Potere al Popolo.
Lei è tra i più giovani candidati presidente: come mai ha deciso di mettersi in gioco a soli 18 anni in un municipio importante come il Secondo?
"Ho deciso di candidarmi come presidente del II Municipio con Potere al Popolo! per dare voce alla mia generazione, per costruire riscatto e indipendenza dall'invisibilità a cui è sottoposta da anni di politiche, dalla destra al centrosinistra, egualmente antipopolari e che ci hanno letteralmente rubato il futuro. Nel II Municipio ci sono esempi lampanti, come la grande presenza di studenti fuorisede privi di studentati pubblici e costretti a pagare affitti costosi, studenti-lavoratori e giovani precari che non hanno mai visto un contratto o una garanzia di tutela nel lavoro. Un modello di città e di municipio insostenibile per l'ambiente e per chi vi abita, tra una gentrificazione sfrenata e un servizio di trasporto pubblico inadeguato. Per questo e per molti altri motivi, oggi credo sia necessaria una scelta radicale per invertire le priorità a Roma e ho deciso di mettermi in gioco con Potere al Popolo! per costruire l'alternativa, che per noi è Roma Città Pubblica".
Uno dei temi che sta più a cuore alla cittadinanza del territorio è quello della cura del verde: da presidente come affronterebbe la manutenzione ordinaria dell’ampio patrimonio di parchi, ville e alberi del territorio?
"Il diritto ad un ambiente sano e al verde pubblico è fondamentale per la collettività tutta e in quanto tale va gestito attivamente da parte dell'amministrazione e delle istituzioni territoriali. Spesso Roma ha inteso questo tema come una sorta di impegno civico individuale, delegabile ad associazioni o anche a singoli cittadini, quando non al volontariato. Per noi questo non funziona. Credo che per garantire la cura del verde sia necessario un controllo popolare costante e permanente su parchi, ville e vegetazione in generale, con un piano di assunzioni per Roma giardini degli abitanti in stato di disoccupazione sul territorio, adoperando dunque attivamente le istituzioni per rendere tali luoghi degli spazi pubblici a misura e al servizio di chi li vive".
Piazza Bologna, San Lorenzo, Corso Trieste sono i principali luoghi della movida del Municipio: come si gestisce il fenomeno, facendo incontrare gli interessi delle attività commerciali con quelli dei residenti che chiedono quiete e sicurezza?
"Le tre zone menzionate, soprattutto San Lorenzo, sono state oggetto di propaganda di bassa lega sulla questione della "malamovida", dove noi giovani siamo stati scelti come i colpevoli assoluti. Personalmente, da giovane che frequenta proprio questi quartieri, vorrei capire quale "buonamovida" possa esistere in luoghi dove non esistono spazi pubblici di aggregazione, centri di attività collettive, momenti di dibattito e di confronto, mentre in ogni via ci sono solo bar e attività commerciali il cui unico scopo è far consumare il più possibile e trarne il maggior guadagno. Io credo che le situazioni sopra le righe siano frutto di tale mancanza, i cui responsabili sono gli stessi che credono di poter risolvere tutto mandando camionette e militarizzando interi quartieri. Crediamo che per gestire tale situazione bisogna costruire luoghi che appartengono alla collettività intera, che li animi di giorno e di notte nel rispetto di tutti, per fornire un'alternativa concreta all'idea di svago lasciato in mano al profitto privato e lavoro nero".
Progetto Grab: la ciclovia interessa Villa Ada e via Guido Reni. Lei è d’accordo con questo progetto e per quanto riguarda via Reni crede possa essere da intralcio ai progetti come il tram della musica, la riqualificazione della strada e l’imminente parcheggio sotterraneo?
"L'idea di fornire un collegamento ciclabile a disposizione di tutti per raggiungere ogni parte di Roma è sicuramente apprezzabile. La questione semmai è quali sono le priorità per un quartiere, un municipio o una città. Le nostre sono la messa al servizio della città ai bisogni di chi la abita, e quindi trasporti accessibili garantiti e universali, tutela dell’ecosistema, lavoro di qualità, fine della speculazione privata. Questo secondo noi riunisce lo slogan Roma Città Pubblica. Partendo da qui, troverà le risposte a tutti i progetti che verranno presi in considerazione.
Zone 30, ciclabili, intermodalità, parcheggi di scambio: qual è la proposta di Potere al Popolo per la mobilità in un territorio estremamente trafficato e con carenza di parcheggi?
"La questione va affrontata, minimo, al livello metropolitano. Quello che posso dire è che tante belle e nuove parole hanno poco senso se non garantiscono a tutti le stesse possibilità di spostamento, finendo per acuire le diseguaglianze di accesso ai servizi e di godimento della nostra splendida capitale. Il passato insegna che tale possibilità può essere garantita solo con una corretta gestione dei forti investimenti produttivi da parte del soggetto pubblico, che rafforzino il tpl reinternalizzando le tratte appaltate alle aziende private (questo fortunatamente non interessa il II municipio) e metta ogni abitante nella condizione scegliere di non passare ore intere in macchina nel traffico, né tantomeno di ammassarsi sulle poche linee a disposizione".
Secondo lei nel Secondo Municipio si dà sufficientemente spazio ai giovani? Come può l'amministrazione locale mettersi al fianco di questa generazione?
"Nessuno muove un dito, né al II, né altrove del resto, quando si parla di lavoro in nero, di affitti sproporzionati, di sfratti, di abbandono dei quartieri al degrado e alle logiche di profitto. Si prenda il caso della svendita dell'Ex-Dogana alla multinazionale degli Student Hotel di lusso. Ma che se ne fa uno studente o una studentessa che viene dalla Calabria o dalla Puglia di stanze a centinaia di euro al mese? A chi giova, chi serve lo studentato di lusso? Ci vorrebbero in perenne competizione interindividuale, sulla logica del tutti contro tutti, anche nelle università certo, ma per chi ha scelto il percorso di Potere al Popolo tutto questo deve finire. Noi vogliamo prendere la parola proprio come generazione e curare prima di tutto il bene collettivo. Vogliamo uno sportello gratuito municipale sui diritti del lavoro, per conoscere i nostri diritti; un osservatorio permanente sugli affitti, per contrastare i grandi palazzinari che speculano sulla rendita di posizione, magari con il ritorno all'equo canone; spazi dove noi giovani possiamo essere parte attiva e protagonista, contribuendo al benessere collettivo e alla costruzione di un'alternativa di città che oggi è più che mai necessaria".