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INTERVISTA | Elezioni Municipio II, Francesca Del Bello: "Nella nuova giunta spazio ai meriti e alla novità"

La presidente uscente sfida Di Tursi per prolungare di 5 anni il suo mandato: "Vorrei dare seguito a quanto di buono fatto finora". E tra i primi atti da realizzare cita "il laboratorio della cittadinanza"

Francesca Del Bello il 17 e 18 ottobre si gioca la possibilità di prolungare di altri cinque anni il suo mandato da presidente del II Municipio. A sfidarla c'è Patrizio Di Tursi, figura di spicco di Forza Italia, consigliere di lungo corso, che fino all'ultimo ha rischiato di vedersi scippare il secondo posto da Caterina Boca della lista Calenda. In vista del "duello finale", Roma Today è tornata a parlare con l'esponente del Pd, partendo da un fatto di attualità e arrivando al dato politico emergente su tutta Roma: l'alleanza con Azione e Italia Viva è una necessità, sia per le urne sia per il governo dei territori. 

Presidente Del Bello, partiamo da un fatto di stretta attualità: il campo da calcio di via dei Sabelli a San Lorenzo rischia di sparire, perché la Fondazione dei Cavalieri di Colombo vorrebbe realizzare un parcheggio e dei campi da padel. Qual è la posizione del Municipio? 

"Abbiamo incontrato sabato le associazioni sportive del territorio, il comitato di quartiere e la scuola. Loro hanno sempre rappresentato la necessità di affrontare il problema, perché era già nell'aria da tempo che la proprietà portasse avanti questo progetto, ovvero un parcheggio con campi da padel e uno da calciotto. Andando indietro nella storia, ricordo che quel campo come altri a Roma è stato realizzato su input del Vaticano da parte della fondazione dei Cavalieri di Colombo, di origine americana, allo scopo di creare spazi di socializzazione gratuita per i giovani del quartiere, un po' come gli oratori. La loro intenzione adesso è di eliminare il campo a 11 e dividerlo in due, una metà adibendola al calcio a 8 e l'altra con i campi da padel, realizzando 100 posti auto nella restante area sacrificando dunque gli attuali spazi verdi e gli spazi aperti. Noi come Municipio abbiamo contestato diversi punti, ho già chiamato i Cavalieri e faremo un incontro a metà settimana: innanzitutto quell'area, così come dovrebbe essere ovunque a Roma, essendo stata realizzata quasi cent'anni fa e di proprietà di un ente benefico, rientra complessivamente in due articoli del codice dei Beni Culturali, il 10 e 12, che riconoscono che gli spazi con più di 50 anni e soprattutto di proprietà di enti ecclesiastici, sono considerati beni culturali per legge, così come sono. Inoltre, potrebbero esserci le condizioni per chiedere il vincolo, perché sempre il codice dei Beni Culturali, all'articolo 14, prevede che si chieda la verifica di interesse culturale e noi questo lo vogliamo fare. Se loro volessero portare avanti il progetto, questo ci aiuterebbe perché il ministero potrebbe esprimersi favorevolmente al vincolo dato dall'interesse. L'altro elemento è la funzione sociale, che verrebbe snaturata. I Cavalieri sostengono che il campo a 11 non serve, ma non è così, non serve smantellarlo per avere il campo a 8 basta dividerlo con strutture temporanee. Piuttosto, a chi servono 100 posti auto? Ormai a San Lorenzo non c'è più questa necessità, non è uno dei problemi principali. Se il problema dei Cavalieri è recuperare risorse, sediamoci e ragioniamo su investimenti che arrivino dal pubblico, noi abbiamo risorse per le attività sportive, già le eroghiamo per esempio alla Vis Nova. La Fondazione si sta aprendo al dialogo, sono disponibili ad incontrarci, in ogni caso noi non faremo passare questo progetto. Tutto il quartiere è contrario e si è unito alla chiamata alla difesa del campo da parte dell'Atletico San Lorenzo. La missione dei Cavalieri di Colombo è quella di fare in modo che tali spazi siano aperti a tutti, non ci si può mettere in contrapposizione. Se la fondazione americana sapesse di questo problema sicuramente interverrebbe, non escludo di contattarli".

Beni Comuni: durante l'eventuale secondo mandato, pensa sia tempo di applicare la legge regionale e far partire esperienze di gestione condivisa tra Municipio e associazioni nel territorio?

"Noi avevamo provato già ad approvare il regolamento per la gestione dei beni comuni, ma ci è stato impedito dai Cinquestelle, perché sostenevano che il regolamento - prima dell'approvazione della legge regionale - fosse di competenza capitolina. Anche il direttore dell'epoca gli diede retta e non potemmo forzare. L'intenzione è riprendere il discorso. Il primo principio su cui si basa questa legge è la sussidiarietà orizzontale: se un'amministrazione non riesce ad intervenire su tutti i livelli di governo e c'è la possibilità di coinvolgere la cittadinanza perché vengono sviluppate progettualità, questo trasferimento di competenze dev'essere favorito. Questo principio è applicabile in particolare quando si tratta di gestire spazi pubblici, dalla cura e gestione delle aree verdi per animarli con manifestazioni e iniziative a quella di determinati edifici. Si fa un regolamento secondo il quale si stipulano dei patti di collaborazione con cittadini disponibili a farlo, anche su aree di proprietà privata, l'importante è che i progetti siano approvabili e a quel punto entra in gioco il Municipio che gestisce in condivisione gli spazi e viene costituito un ufficio dei beni comuni che segua amministrativamente il percorso". 

Via dei Lucani: l'amministrazione Raggi ha annunciato l'esproprio dello stabile, ma non è ancora avvenuto e difficilmente avverrà nell'immediato. Lei si è già espressa contrariamente. Le chiedo dunque quale sia l'idea per sbloccare la situazione e recuperare l'edificio riconsegnandolo alla cittadinanza.

"Bisogna prendere il masterplan elaborato dal dipartimento urbanistica del Comune, perché gli elementi di qualità ci sono. Penso alla realizzazione della piscina pubblica, degli atelier per gli artigiani e la grande area verde. Questo è ciò che il Comune dovrebbe avere ambizione di realizzare, dopodiché vanno chiamati i proprietari e con loro concordare, sulla base delle attuali previsioni di piano regolatore senza andare in variante, la loro esigenza. Bisogna fare un programma integrato di interventi (Print) in cui l'area mantiene lo stesso livello di peso contrattuale previsto dalle varie proprietà, visto che si sono concorziate, avendo loro necessità di fare un investimento. Vogliono realizzare degli appartamenti che ricevano famiglie, non altri studenti universitari, perché il quartiere va popolato di famiglie con costi in linea con il mercato attuale favorendo la stanzialità. Nelle aree restanti vanno realizzati, come detto, i servizi mancanti e necessari al quartiere. Io penso che in sei mesi tutto questo si può fare, così il consorzio non realizzerà solo gli appartamenti ma tutto e poi lo cede all'amministrazione pubblica". 

Ha già avuto modo di parlare Caterina Boca, fino a poco fa interna al Pd e uscita dal primo turno con un eccellente risultato che le ha fatto sfiorare il ballottaggio proprio con lei?

"Vorrei cogliere l'occasione per fare chiarezza su quanto successo nei mesi scorsi. Quando il Pd ha aperto la discussione sulla mia ricandidatura, c'è stato un confronto franco tramite strumenti democratici di discussione come le assemblee, dalle quali però sono uscite interpretazioni non vere. Si è parlato di primarie in II Municipio come elemento trainante per la cittadinanza e per aiutare la candidatura di Gualtieri, sostenerla maggiormente, questi erano i termini iniziali. Nessuno nel Pd, come invece qualcuno ha sostenuto, ha fatto nomi alternativi al mio, anzi è stato detto che in caso di primarie il partito in toto mi avrebbe sostenuto perché il giudizio dei 5 anni di governo era positivo. Si è parlato di Lorenzo Sciarretta, di Caterina Boca, ma tutto a livello di voci. Se qualcuno avesse messo le cose sul tavolo ufficialmente, ci saremmo seduti a ragionare. Vorrei fosse chiaro che per me essere ricandidata significa dare continuità al lavoro svolto finora e preparare il terreno per il futuro, aiutare a formare la nuova classe dirigente portando elementi di novità importanti già da questa consiliatura, anche per evitare le turbolenze degli ultimi tempi, dando spazio a chi merita. Questa è la ragione per cui ho deciso di proseguire. Ma non ero obbligata a farlo, non ho velleità di carriera per arrivare chissà dove, ho quasi cinquant'anni avrei potuto farlo molto prima, l'impegno politico che ho è molto serio ma non ci guadagno nulla. Avrei fatto un passo indietro se necessario. Ma presentare alle primarie una persona che ha già espresso volontà di ricandidarsi è politicamente stupido, come è valso anche per Ciaccheri in VIII. Le primarie le fai quando devi scegliere. Sono una persona aperta al dialogo. 

Appunto, quindi ci dobbiamo aspettare un governo municipale allargato anche a Italia Viva e Azione in caso di successo?

"Siamo tutti all'interno di uno stesso perimetro che è quello del Centrosinistra, si possono decidere esperienze diverse come fatto da Renzi e Calenda, ma poi i confini sono gli stessi. Per me è del tutto naturale. Valerio Casini, primo degli eletti nella lista Calenda e futuro consigliere comunale, ad oggi è mio assessore. La rottura l'abbiamo sofferta in negativo, ma la ricomposizione è una cosa naturale. Nei prossimi 5 anni Calenda deve stare nella maggioranza, anche se sostiene l'opposto; Italia Viva si è già espressa a sostegno di Gualtieri e dei candidati presidente del Centrosinistra, come fatto anche da Più Europa, manca solo lui. In II Municipio dobbiamo certamente ragionare in questo senso, non si tratta solo di nominare assessori, ci sono anche i presidenti di commissioni, il presidente dell'aula consiliare. Io vado in questa direzione, ma non per opportunismo. Alla fine che differenze ci sono tra il nostro programma e quello di Calenda per il territorio, dove sono le divergenze? Penso al sindaco della notte che è un'idea espressa anche da Casini, penso alla gestione delle ville storiche tramite un ente unico del quale parla molto anche Calenda e siamo d'accordo. Il Centrosinistra deve cogliere l'occasione delle amministrative rafforzandosi all'interno e lo si fa aprendosi. Calenda ce l'ha con Mancini, Bettini e Astorre ma non è vero che questi tre influenzano le decisioni dei candidati, anzi nel Pd a Roma c'è un gruppo di esponenti che non 'appartiene' a nessuno di loro e dentro ci sono io, c'è Sabrina Alfonsi, c'è Valerio Casini che stava nel Pd, c'è Giovanni Zannola, Valeria Baglio. E non ce l'ha neanche Gualtieri questa appartenenza, è amico di Mancini ma è uno che ha fatto il Ministro e il parlamentare europeo, ha alle spalle tutti i sindaci europei, ha un profilo di altro livello che non ha bisogno di essere portato. Nel governo della città deve starci anche Calenda, la sua proposta politica sta a pieno titolo nel Centrosinistra. Sono stata contattata da Italia Viva e Azione, non direttamente con Boca, ma si sta lavorando". 

Quale sarà uno dei primi atti da portare in consiglio in caso di vittoria?

"Mi ispiro a quanto realizzato ormai nel 2014 da Sabrina Alfonsi presidente del I Municipio, ovvero l'istituzione dei 'Laboratori di Cittadinanza', una forma di partecipazione che sia un contributo costante, tramite ovviamente l'adozione di strumenti regolamentari opportuni, allo scopo di valorizzare e coinvolgere tutte le realtà territoriali del Municipio".

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