rotate-mobile
Ostia

Mafia Capitale e le mani su Ostia: "Ne devo parlare con Massimo per sta’ assicurato contro la malavita"

La "mucca" del Mondo di Mezzo si ingrassa anche sul litorale grazie a lavori di potatura e di pulizia delle spiagge. Merito dei soldi spostati da Comune e Regione e della complicità di Tassone che avrebbe ricevuto soldi per agevolare Buzzi&co

Ostia terra di conquista. Ostia terra d'affari. E' quanto emerge nell'ordinanza del Gip Flavia Costantini, nell'ambito dell'inchiesta di Mafia Capitale 2. Salvatore Buzzi e Massimo Carminati nel loro "Mondo di Mezzo" avevano trovato nel litorale romano terreno fertile per alimentare la loro "mucca". Terreni "irrigati" e coltivati con cura da politici e funzionari compiacenti che spostavano risorse da Comune o Regione verso il litorale. Soldi freschi e buoni affari che provenivano, uscendo dalla metafora, dai lavori di potatura e dalla pulizia delle spiagge.

"TASSONE E' NOSTRO" - "Tassone è nostro, eh...è solo nostro...non c'è maggioranza e opposizione, è Mio". Ribadisce Buzzi nel corso di una intercettazione riferendosi all'ex presidente del X Municipio finito agli arresti domiciliari questa mattina. Secondo quanto riportato nell'ordinanza, Tassone "grazie alla mediazione di Paolo Solvi"(anche lui ai domiciliari ndr) avrebbe ricevuto indirettamente denaro dal gruppo di Buzzi in cambio dell'assegnazione di un appalto. "Le indagini svolte hanno consentito di verificare l'esistenza di decisori pubblici remunerati dall'organizzazione riconducibile a Buzzi, Carminati e Testa".

30 MILA EURO - Somme di denaro "non inferiori a 30.000 euro" sono quelle che il sistema di Buzzi e Carminati avrebbe corrisposto a Tassone "per la sua funzione e perché ponesse in essere atti contrari ai doveri del suo ufficio, in violazione dei doveri d'imparzialità della pubblica amministrazione", si legge nell'ordinanza del Tribunale di Roma.

Fondi che sarebbero serviti per far "rivendicare la competenza del X Municipio in materia di lavori per "comunicare e riferire all'organizzazione notizie e informazioni sulla procedura di selezione" per lavori di "urgenza nel Municipio per la stabilità delle alberature stradali e le potature e per i lavori per la pulizia delle spiagge".

"Intermediario" era, a detta dei magistrati, Solvi. Un elemento di riscontro alla cifra di 30000 euro è fornito da una conversazione di Buzzi con uno dei suoi collaboratori, nel corso della quale, dopo un incontro con Solvi, dice che "gli erano stati chiesti 30.000 euro e 3000 per Solvi". 

IL RUOLO DI SOLVI - Presupposto storico per la contestazione è la circostanza che Solvi sia un "faccendiere che agiva e operava in nome e per conto di Tassone". Sul piano generale, che Solvi avesse un capo con cui interloquire in relazione alle vicende del municipio di Ostia che specificamente interessavano il sodalizio criminale si evince da conversazioni telefoniche che hanno come protagonista lo stesso indagato.

Significativa, circa la individuazione in Tassone del capo di Solvi, secondo il Gip Costantini "è la circostanza che sia stato delegato da Tassone al controllo di voti e preferenze per conto della lista civica Marino alle elezioni comunali". Inoltre, è significativa la circostanza che sia proprio Solvi a "fare da raccordo tra Buzzi e Tassone in vista dei loro incontri". 

Inoltre per parlare di lavori del X Municipio, Buzzi si rapporta con Solvi, che non ha alcun ruolo istituzionale presso il municipio di Ostia, "così rivelando la sua natura di intermediario con uomini delle istituzioni cui appartiene Tassone". 

IL SISTEMA - Il sistema descritto dal Gip Costantini era così strutturato: "Le risorse economiche pubbliche erano originariamente stanziate dalla Regione, attribuite al Comune, che, in parte, li smistava ai municipi. L'obiettivo dell'organizzazione era convogliare fondi regionali, stanziati con l'intervento del consigliere Luca Gramazio, partecipe dell'associazione, dunque considerati fondi di pertinenza esclusiva del gruppo, attraverso i referenti politici (Quarzo e Coratti) e amministrativi (Altamura) del Comune di Roma, verso quei municipi i cui rappresentanti istituzionali piegavano la loro discrezionalità all'utilità dei soggetti economici riconducibili al gruppo di Buzzi, come nel caso del X Municipio".

ANCHE SOLDI IN NERO - In questo contesto, si legge ancora nell'ordinanza, ci sono state "promesse di somme di denaro" e "conseguenti erogazioni verso la coppia Tassone-Solvi" che, stando al Gip, "avevano la funzione di remunerare l'attività funzionale del presidente del X Municipio", secondo l'ormai famosa metafora detta da Buzzi per la quale "se la mucca non mangia non può essere munta".

"Oggi il presidente m'ha chiesto il 10% in nero". Dice, inoltre, Buzzi riferendosi proprio a Tassone rispetto all'aggiudicazione di una gara d'appalto sul territorio lidense. Remunerazioni queste, secondo il giudice Costantini, che "evidentemente non bastavano, posto che Buzzi, qualche giorno dopo, riceve da Tassone una ulteriore richiesta di denaro, pari al 10% del valore di un affidamento".

TESTA, CARMINATI E LA MALAVITA - Non si parla solo di Tassone, Buzzi e Solvi. Ostia fa gola a tutti. Nell'ordinanza si legge che si deve inoltro tener conto che Fabrizio Testa (ex Presidente del Consorzio di Casalpalocco ndr) nel corso della perquisizione effettuata nei suoi confronti il 2 dicembre scorso, è stata individuata la 'gara di Ostia', relativa all'alberatura nei "Lavori a somma urgenza per indagini sulla stabilità delle alberature stradali e conseguenti interventi di potatura. Via di Castel Fusano – via del Mare - Cineland", ad Ostia. 

Senza dimenticare, come viene più volte sottolineato, la capacità di "interlocuzione di Carminati con la criminalità organizzata insediata a Ostia che ha trovato nelle parole di Buzzi una conferma". Il 6 ottobre, a partire dalle 18:14, veniva intercettato all'interno dell'ufficio di via Pomona 63, nel corso del quale Buzzi, nel riepilogare a Garrone, a Guarany e a un soggetto non meglio identificato le gare che si erano aggiudicati, ripartendole per società aggiudicataria (Formula Sociale, 29 Giugno, 29 Onlus, ABC) e settore, evidenziava "la possibilità di prendere in concessione uno stabilimento di Ostia e la necessità di parlare con Massimo Carminati allo scopo di evitare problemi con la criminalità locale". "Ne devo parlare con Massimo per sta’ assicurato contro la malavita" è la frase con cui Buzzi spiega la necessità di andarci piano.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Mafia Capitale e le mani su Ostia: "Ne devo parlare con Massimo per sta’ assicurato contro la malavita"

RomaToday è in caricamento