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Ostia, sgombero tra le polemiche all'ex scuola Sagittario

Le 15 famiglie che da un mese occupavano la scuola di viale Vega ad Ostia levante sono state allontanate delle forza dell'ordine. Sel e Cambiare Davvero denunciano l'atto di violenza

Ieri mattina, dopo un mese, c'è stato lo sgombero delle famiglie che occupavano la scuola di viale Vega ad Ostia levante. Cittadini rimasti senza occupazione e giovani famiglie senza un alloggio: la crisi morde e colpisce gli strati più vulnerabili della nostra società. I cittadini, scossi dalla "violenza" dello sgombero suggeriscono al XIII Municipio di avviare su scala locale una mappatura immediata di luoghi di proprietà pubblica da destinare a sistemazione alloggiativa. Le 15 famiglie che occupavano la scuola sono rimaste impaurite da un reparto di polizia in assetto anti sommossa ha trascinato con la forza gli occupanti fuori dall'edificio, tra questi molti bambini e donne incinta, provocando "panico e terrore".

SEL XIII, tramite una nota a mezzo stampa, "condanna questa metodologia autoritaria e violenta e denuncia l'incapacità di gestione di questa emergenza da parte del centro destra che governa Comune di Roma e XIII Municipio, che, soprattutto attarverso la figura dell'assessore alle politiche sociali, Pace, non è stato in grado di individuare una mediazione o una soluzione alternativa per evitare questa grave situazione. I problemi non si risolvono, anzi peggiorano, cacciando dagli edifici chi è stato costretto ad occuparli per sopravvivere. Occorre - conitnua il coordinatore di Sel Sandro Lorenzatti - una politica abitativa seria, quella che il centro destra non sarà mai in grado di mettere in campo: dobbiamo porre freno speculazione delle case sfitte e prevedere anche forme di acquisizione da parte dell'amministrazione e di affitto ad equo canone e porre freno anche alla inutile cementificazione del territorio, che crea edifici ma non case. Un primo passo potrebbe essere ad esempio la mappatura di tutti gli edifici pubblici non  utilizzati, da mettere immediatamente a disposizione di chi ha bisogno ma in ogni caso dobbiamo rifiutare la violenza ed opporci a chi usa le maniere forti solo con i cittadini più deboli e in difficoltà: non è tollerabile e accettabile un'amministrazione dura con i deboli e permissiva solo con i forti, come accade con quelli che continuamente e alla luce del sole commettono abusi edilizi e commerciali nel nostro territorio, senza ricevere alcuna sanzione".

L'occupazione era iniziato lo scorso 4 giugno quando le famiglie avevano preso possesso delle aule in disuso. Diversi bambini e donne incinte che fino a ieri abitavano l'ex scuola, in attesa dei lavori di riqualificazione da sei anni. Si erano tutti autodenunciati per occupazione abusiva più di un mese ma, nel frattempo, avevano persino pitturato e bonificato il plesso ormai immerso nel degrado più totale. Sul posto sono giunti anche le assistenti sociali del XIII Municipio ma il loro lavoro si è dimostrato inutile. Le case popolari scarseggiano, gli sfollati invece aumentano e più volte si è sfiorata la rissa tra i 'senza casa' e gli agenti della Polizia.

"Abbiamo assistito ad un’altra vicenda a dir poco triste del nostro territorio. L’emergenza abitativa è oggi più che mai una priorità alla quale è necessario dare risposta. L'occupazione, o l’auto-occupazione", dichiara Giulio Notturni di Cambiare Davvero del XIII Municipio. “Non è certo uno strumento o un modus operandi che ci appartiene e che ci sentiamo di avallare, ma senza dubbio la situazione è sfuggita di mano a chi avrebbe dovuto dare delle risposte a persone in stato di necessità. Sicuramente la questione case popolari dovrà essere oggetto di una forte accelerata: bisogna mettere in campo un nuovo piano di interventi e di programmazione per la costruzione di nuovi alloggi in edilizia residenziale pubblica per rispondere alla domanda crescente di persone in emergenza. Ora, sciolta ogni polemica, bisogna dare necessariamente delle alternative serie a queste famiglie. Il diritto alla casa e a vivere in un'abitazione dignitosa non può rimanere privo di tutela. L'amministrazione Vizzani-Alemanno dia delle risposte serie e prenda in considerazione la possibilità di assegnare a quanti ne hanno bisogno qualcuno di quei 250.000 alloggi sfitti presenti sul territorio comunale”.
 

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