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Ostia: concessioni degli stabilimenti a rischio, chiesta la revoca al presidente dei balneari

Sotto la lente di ingrandimento Renato Papagni titolare dello stabilimento Le Dune e presidente di Federbalneari

Tremano gli stabilimenti di Ostia. Dopo il lungo lavoro di indagine fatto durante il periodo della Commissione Straordinaria dal prefetto Domunico Vulpiani e dall'ex direttrice tecnico del X Municipio Cinzia Esposito, si sta passando all'azione. E così dopo la richiesta di revoca della concessione per il titolare dello stabilimento Med, a finire nell'occhio del ciclone lo stabilimento Le Dune di Renato Papagni

Il presidente di Federbalneari, balzato agli onori della cronaca anche per aver aggredito il giornalista di Report ad Ostia, è sempre stato visto come il numero uno degli imprenditori balneari del mare di Roma. La richiesta partita dal X Municipio, a cui capo ora c'è l'architetto Nicola De Bernardini, è chiara: o Papagni si adegua, oppure rischia la decadenza. 

Secondo le indagini risulterebbero omessi versamenti del canone demaniale di oltre 97mila euro l'anno 2016 e di oltre 86mila euro per il 2017. Due anni fa, infatti, seconco le carte prodotte del X Municipio Papagni avrebbe versato poco meno di 27mila euro rispetto agli oltre 112mila dovuti per il canone demaniale. L'anno scorso, invece, la società di Papagni versò circa 40mila euro sui 114mila circa dovuti.

Mancati pagamenti, contrari al Codice della Navigazione, che si sommano ad una gestione anomala del locale ristorante a cui, nel 2015, furono messi temporaneamente i sigilli. Antonio Di Giovanni, capogruppo del M5S nel X Municipio spiega che "si tratta di un avvio del procedimento amministrativo che avrà la sua conclusione nei tempi tecnici necessari. Tengo a precisare che l'impianto dell'atto è stato impostato affinché si concluda nei tempi previsti e con la revoca della concessione certa. Il fatto che questo iter si sia avviato e troverà la sua giusta conclusione è un segnale di legalità importante per il X municipio che fa ben comprendere come questa Amministrazione non arretrerà nemmeno di 1 centimetro nei confronti di chi fino ad oggi si riteneva intoccabile", ha poi concluso.

Il gestore dello stablimento Le Dune, contattato, non ha voluto rilasciare dichiarazioni. Nel mirino dell'amministrazione locale e comunale ci sono però tutte le licenze balneari a cui si è arrivati dopo un lavoro svolto in collaborazione con la Polizia Locale che, nel 2015, portò a rendere noti abusi edilizi con ampliamenti non consentiti e mancato rispetto delle concessioni stesse.

Operazioni che l'ex assessore alla Legalità di Roma Alfonso Sabella, davanti alla Commissione parlamentare Antimafia, commentò: "Le ho fatte verificare tutte e 71 le concessioni, ho trovato tantissime irregolarità e violazioni palesi, che dovrebbero portare alla revoca o alla decadenza di concessioni".

Tra gli altri, furono ispezionati gli stabilimenti SalusMed NetTibidabo Beach, il Lido, il Kursaal, il V-LoungeLa Casetta, lo Shilling-La Rotonda, il Bettina e appunto Le DuneQuesto non significa che gli stabilimenti chiuderanno immediatamente. Anzi si preannuncia una lunga battaglia legale.

Nel frattempo Ostia sta vivendo una estate partita con il freno a mano tirato, soprattutto nelle spiagge libere gestite dal Comune di Roma. Alcuni tratti sono ancora sporchi e pericolosi, come quello dell'ex Amanusa, con assi di legno e oggetti contudenti rimasti in spiaggia dopo l'abbattimento della struttura tre mesi fa. Questo perché il bando per la pulizia degli arenili non è ancora stato assegnato.

Nelle stesse condizioni dell'ex Amanusa ci sono anche altri ex chioschi storici di Ostia come La Spiaggetta, trasformata in un ammasso di assi di legno rotti e chiodi arrugginiti e l'ex Happy Surf, vicino al Porto. I Cinque Stelle, che tanto avevano promesso sulla riqualificazione del litorale e delle sue distese di sabbia, sono al centro di attacchi trasversali ma la sindaca Virginia Raggi anche oggi ha voluto sottilineare: "Stiamo ripristinando la legalità sulle spiagge di Roma. Per anni c'era un sistema colluso di politici e imprenditori che ha permesso la spartizione del litorale come fosse cosa loro. Noi abbiamo iniziato gli sgomberi, la distruzione dei chioschi, stiamo in sostanza abbattendo decenni di illegalità".  

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