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Ostiense chiusa per buche, la mamma Elena Aubry: "Ora lì non si può più morire"

La mamma della ragazza morta sulla via Ostiense: "Era una promessa fatta a te, era quello che sono sicura avresti voluto tu"

"Ora lì non si può più morire". Così Graziella Viviano, mamma di Elena Aubry, la ragazza morta in un incidente stradale sulla via Ostiense lo scorso 6 maggio, commenta la presa di posizione di Giuliana Di Pillo, presidente del X Municipio, che d'accordo con la Polizia Locale, ha chiesto la chiusura della strada fino ad Ostia Antica. 

Il motivo è semplice: la strada non è sicura. Una scelta quasi obbligata, anche perché i fondi per la manutenzione stradale scarseggiano. I vigili, infatti, a causa di dossi, avvallamenti e buche su molte strade e marciapiedi, hanno già chiesto e ottenuto l'istituzione di un limite massimo di velocità di 30 km/h per 102 strade del X Municipio (qui l'elenco completo). Una decisione anche questa presa dopo l'incidente mortale del 6 maggio.

"Ieri è successo qualcosa di importante. Quella strada, quella maledetta strada che ti ha ucciso, verrà chiusa alle moto e nessuno potrà più cadere e morire lì, come è successo a te", ha commentato Graziella Viviano sui social postando una foto di lei con la figlia: "Ora lì non si può morire più. Era una promessa fatta a te, era quello che sono sicura avresti voluto tu. C'è molto ancora da fare, ma con l'aiuto di tanta brava gente, persone con cuore e dignità, con il tuo aiuto, andremo avanti".

La signora Viviano, a Radio Cusano Campus, ha confessato di aver fatto i complimenti alla presidenti Di Pillo perché "ha preso una decisione importante" dice: "Prima di essere un amministratore pubblico una persona deve avere un cuore e una dignità e questa signora ha dimostrato di possedere queste due qualità. E' una scelta importante e lo dico da cittadino", ma come madre di Elena dico che se "questa cosa fosse stata fatta quattro mesi fa mia figlia a quest'ora sarebbe qui".

Nel frattempo la battaglia legale prosegue. "Mia figlia era una sportiva, frequentava una palestra. Ho chiesto immediatamente di andare sul luogo dov'è morta e allora mi sono permessa di dire che era colpe delle condizioni della strada. C'erano le cataste a destra e sinistra della strada, guardrail fuori norma e degli aghi di pino dell'altezza di 40 centimetri con sopra l'erba ricresciuta. Quindi un livello di manutenzione inesistente. Era facile, anche a causa del manto stradale, ammazzarsi anche a 40 km orari. Quella è una trappola mortale. Sono ben contenta che la presidente del X Municipio abbia preso questa decisione", conclude nel programma 'Legge o Giustizia'.

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