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Ostia Ostia / Via Antonio Zotti

Ostia, cede la condotta fognaria e l'asfalto crolla: strada chiusa come in passato

L'assessore ai lavori pubblici del X Municipio: "ACEA deve intervenire immediatamente. Pronto un esposto alla Procura"

Come nel 2013. Stesso scenario. In via Antonio Zotti l'asfalto cede, o crolla addirittura, e così la strada viene chiusa. Il tratto è stato transennato all'incrocio con via Casana, all'altezza del civico 65 ad Ostia ponente. Residenti e commercianti sono costretti in quel tratto ad effettuare degli slalom fra tratti allagati o detriti. 

STESSO SCENARIO DUE ANNI FA - Nell'altro incrocio di via Zotti la situazione non è migliore. All'angolo con via Zambrini, a dicembre 2013, voragini e buche costrinsero la Polizia Municipale del X Gruppo Mare a chiudere la strada. Situazioni simili si sono verificate in via Costanzo Casana, in piazza Baroni, in via Zotti. Senza dimenticare le numerose buche in via della Martinica, in via Domenico Baffigo, in via Carlo Avegno. L'Amministrazione del X Municipio ha il compito di risolvere un problema diventato davvero profondo. 

IL PROBLEMA - Secondo il X Municipio la causa dei problemi in quel tratto è dovuto ad un cedimento della condotta fognaria. “Non è il primo crollo che si verifica nella zona – fa presente l'assessore ai Lavori Pubblici Antonio Caliendo - nel recente passato, lo stesso tratto di strada, all'incrocio con via Costanzo Casana, è stato oggetto di chiusure prolungate, ispezioni sotterranee e lavori straordinari. I residenti non possono subire nuovamente gli stessi disagi". 

ACEA "DEVE INTERVENIRE" - "In questi mesi abbiamo inviato numerose richieste di intervento ad ACEA, senza tutta via ricevere risposta. Ho scritto personalmente all'azienda il 23 dicembre e l'ultima comunicazione inoltrata dagli uffici risale ad appena 15 giorni fa. Quella di via Zotti, peraltro, non è l'unica criticità che abbiamo segnalato: molti altri cedimenti interessano Ostia e l'entroterra. E' una situazione indecente e ACEA ha l'obbligo di intervenire – conclude Caliendo, che avverte – in caso contrario, siamo pronti a rivolgerci alla Procura della Repubblica”.

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